A Hong Kong solamente un medico su tre ha accettato di farsi inoculare il vaccino e la situazione tra i cittadini è addirittura peggiore, con il risultato che presto la città asiatica potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover buttare via fialette di medicinale perché scadute. I locali hanno ancora tre mesi per poter rimediare, afferma la task force che combatte il coronavirus nella metropoli.

A quanto pare, nessuno vuole farsi vaccinare, un problema che sembrerebbe in senso assoluto condiviso tra tutti quei Paesi che sono riusciti a tenere in scacco la pandemia, dimostrandosi virtuosi. La cosa non deve tuttavia sorprendere: i vaccini si ricollegano a un numero contenutissimo di reazioni nefaste, se non mortali, una percentuale di rischio che è minima, ma che è sufficiente a far titubare coloro che non hanno vissuto la fiumana di morti in cui sono incappate altre nazioni, tra cui l’Italia.

Per questo motivo, Hong Kong si trova nella bizzarra situazione in cui ha depositate in magazzino tutte le dosi di vaccino utili a immunizzare i suoi abitanti, ma nel frattempo le ali degli ospedali dedicati alla vaccinazione risultano deserti e solamente il 20 per cento della popolazione si è presentato per farsi iniettare la prima dose.

Dottori e cittadini sembrano abbastanza serafici nell’affrontare il Covid-19, tuttavia gli epidemiologi e gli specialisti si dimostrano decisamente meno tranquilli, soprattutto guardando all’esempio di Singapore, cittadina che doveva essere originariamente “gemellata” con Hong Kong da un condotto di trasporti agevolati a prova di virus e che ora si trova a dover tenere a bada una nuova ondata di infezioni.

 

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