Il social guidato da Jack Dorsey ha consolidato una sua soluzione per gestire la disinformazione di stampo politico: etichettare i profili ballisti con delle tag che ne sottolineano le tendenze truffaldine. Ovviamente l’atteggiamento consolidatosi in Twitter non fa felici coloro che ne vengono colpiti, primo tra tutti il partito dominante dell’India, il Bharatiya Janata Party (BJP), il quale è sceso sul piede di guerra.

A essere coinvolto nella faccendaccia è Sambit Patra, portavoce dello stesso BJP, il quale ha twittato sul suo profilo delle accuse diretta all’Indian National Congress, ovvero il principale partito d’opposizione.

Stando al diplomatico e a molti suoi compagni di partito, gli avversari si sarebbero impegnati ad inoltrare a tutti gli attivisti un vademecum (un “toolkit“) in cui si andava a spiegare come intavolare sui profili social una vera e propria campagna di diffamazione nei confronti del Governo Modi. Una guida che, intercettata dal BJP, sarebbe stata persino resa pubblica al mondo intero. Peccato che sia un falso.

Patra si è meritato l’etichetta di “contenuto manipolato“. Il Governo è andato su tutte le furie, accusando Twitter di essere intervenuto senza aver compiuto le adeguate indagini e chiedendo che la tag sia rimossa nell’interesse della “correttezza e della giustizia”.

“Chiedere” è forse un verbo inadeguato a descrivere puntualmente lo scambio di opinioni che è intercorso. L’India non ha infatti mancato di sottolineare come l’approccio adottato da Twitter metta in dubbio la sua “neutralità”, sollevando di conseguenza perplessità sul come l’Amministrazione Modi si dovrebbe approcciare con l’azienda americana.

Una minaccia non troppo velata, se si considera che il Mercato indiano è il secondo Mercato più importante è fecondo del mondo, per le aziende che si occupano dei servizi internettiani di stampo social. D’altronde gli uomini al potere della nazione sono ben consapevoli della loro posizione di vantaggio e non mancano di approfittarne con una certa leggerezza, pur di trarne vantaggio politico.

 

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