Google ha messo in mostra l’inatteso Project Starline, un sistema di videochat particolarmente intrigante che mira ad attenuare l’alienazione che deriva dal dover gestire alcuni contatti umani attraverso uno schermo del computer.
L’idea di base è estremamente lineare: si entra in un cabinato dotato di diverse camere da presa ad alta definizione, queste producono un’immagine digitalizzata a tre dimensioni, l’apparecchio invia i dati via Rete a uno strumento omologo e infine vengono proiettati su uno schermo che sia in grado di riprodurre il modello in modo fedele e accurato.
In tal senso non è chiaro se Google abbia adoperato un display autostereoscopico – meglio noto come “3D senza occhialini” – o se abbia puntato piuttosto su uno schermo olografico, come invece tacitamente ci auguriamo.
La sibillina presentazione di Steve Seitsz, direttore ingegneristico di Google, da a intendere che quest’ultima opzione sia anche quella più verosimile. “Immaginate, al posto di guardare una persona sullo schermo, state guardando un pannello magico di vetro e, attraverso questo vetro, vedete un’altra persona dall’altro lato”, ha infatti sottolineato l’uomo.
Ovviamente il Project Starline è ora come ora composto da cabinati sperimentali il cui numero è ridottissimo e i cui costi sono proibitivi, tuttavia non è detto che la Big Tech non riesca col tempo a rendere accessibile una simile tecnologia, che sia per scopi medici, per la mera socializzazione o per giurare fedeltà a un qualche imperatore intergalattico.
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