La morte di George Floyd ha dato il via all’indignazione degli Stati Uniti, scindendo definitivamente il popolo americano in due fazioni dalle posizioni contrapposte che certamente non sempre hanno fatto uso di Facebook e degli altri social in maniera conforme alle policy del servizio. Ora, l’uomo accusato dell’omicidio, Derek Chauvin, è vicino al vedersi annunciata la sentenza della corte e il portale guidato da Mark Zuckerberg si prepara a bloccare le eventuali chiamate alle armi.

Non solo, Facebook si appresta anche a rimuovere tutti quei contenuti che “lodano, celebrano o prendono in giro il decesso di George Floyd”, tacitamente preventivando ondate di sfoghi iracondi da parte delle frange dei suprematisti bianchi.

Vogliamo trovare un giusto equilibrio tra il permettere alle persone di discutere a proposito del processo e del suo significato, ma nel mentre vogliamo fare la nostra parte nel proteggere la sicurezza di tutti. Concederemo alle persone di discutere e criticare il processo e i procuratori che sono coinvolti.

Rimuoveremo invece i contenuti che violano i nostri Community Standards, incluse le nostre policy contro l’hate speech, il bullismo, la molestia, la violenza esplicita, la violenza e l’incitazione,

ha scritto sul blog aziendale Monika Bickert, capo della Global Policy Management di Facebook.

Le norme espresse vanno ovviamente anche a proteggere Chauvin, anche se la Big Tech ha apertamente ammesso che adopererà due pesi e due misure nel gestire la situazione. La memoria di Floyd verrà infatti preservata con maggiore attenzione, visto che l’ex-poliziotto “si è posto volontariamente al centro dell’attenzione pubblica”.

 

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