Se questa pagina virtuale potesse avere una temperatura adesso trasmetterebbe gelo: è così che ci ha lasciato la fine di “Il mondo intero ci guarda”. E con quella sensazione di freddo cominciamo la recensione del quarto episodio di The Falcon and The Winter Soldier. Dopo tredici anni di film e serie tv, il grande assente del Marvel Cinematic Universe è finalmente arrivato: il sangue.

 

 

Dopo averlo nascosto e dosato con il contagocce, il filo rosso che separa la vita dalla morte è stato copiosamente versato in modo chirurgico e con uno scopo preciso: sporcare un simbolo. Sembra un’esagerazione, ma non lo è se avete seguito con attenzione il percorso di Kevin Feige e i suoi:

dopo questa immagine il MCU non sarà più lo stesso. Rinasce e muta attraverso questo primo sangue.

 

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Il quarto episodio si apre dove avevamo lasciato il terzo: possiamo godere di un squarcio del Wakanda, sei anni prima. La guerriera Ayo (Florence Kasumba) ha aiutato Winter Soldier in uno dei momenti più difficili della sua lunga esistenza. Grazie a questo flashback capiamo quanto sia forte il legame tra i due. Capiamo anche quanto sia bravo a cambiare registro Sebastian Stan: in pochi secondi ci dimostra che non è soltanto il gelido e impassibile Soldato d’Inverno, o la spalla comica di Falcon (Anthony Mackie), ma è anche un ottimo interprete drammatico. Le lacrime e le chiacchiere stanno però a zero: la guerriera delle Dora Milaje è determinata a catturare Zemo (Daniel Brühl) e non si capacita del perché Bucky l’abbia liberato.

Dal canto suo il Barone è ben intenzionato a trovare il siero del super soldato per distruggere ogni fiala rimasta, in modo che non vedano più la luce quelli che chiama “suprematisti”: per lui Nazisti, Avengers e ora il gruppo Flag-Smasher sono tutti molto simili. Hanno ceduto alla tentazione di ergersi al di sopra degli esseri umani, concentrando nelle proprie mani un potere troppo grande.

 

The Falcon and The Winter Soldier: terroristi o rivoluzionari?

Dopo essere diventato un meme vivente e un’ossessione mondiale per la scena del ballo a Madripoor, Zemo è la miccia scatenante di una reazione a catena che porta a una serie di eventi cruciali. Oltre a Ayo anche John Walker (Wyatt Russell) non vede di buon occhio la collaborazione di Sam e Bucky con Zemo. Il Cap scelto da Steve Rogers (Chris Evans) e quello voluto dal governo americano sono in disaccordo su molte cose: Sam vuole provare a instaurare un dialogo con Karli Morgenthau (Erin Kellyman), leader dei Flag-Smasher, John invece è pronto a “esportare la democrazia” a suon di violenza.

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Paradossalmente Falcon e la ragazza hanno molte più cose in comune di quanto Sam non le abbia con Walker: entrambi sanno cos’è la perdita, essere sottovalutati, provare frustrazione e rabbia, sentirsi impotenti. La differenza sta nei metodi: l’Avenger ammette che quella di Karli è una lotta che nasce dalla disperazione, ma non condivide come la sta portando avanti. La stessa ragazza è ben consapevole che cercare di cambiare il mondo in un posto più giusto è visto sempre con sospetto da chi ha il potere e tutto l’interesse a non far cambiare le cose. “Siamo terroristi o rivoluzionari, dipende da che parte stai”, dice.

 

Il potere logora chi non ce l’ha?

Una delle frasi più famose di Giulio Andreotti è: “il potere logora chi non ce l’ha”. E proprio il potere è il fulcro di tutto in questa recensione del quarto episodio di The Falcon and The Winter Soldier. Zemo pensa che chiunque abbia doti non umane diventi immediatamente un pericolo, perché la tentazione di giocare a fare Dio diventa troppo forte. Allo stesso modo Sam è certo di non voler assumere il siero del super soldato, anche se ci fosse la possibilità, perché sa che il potere può corrompere. John Walker al contrario è fortemente tentato. Il suo amico Battlestar invece non ha dubbi: lo prenderebbe senza esitare. Secondo lui il potere amplifica ciò che una persona già è. Qualunque sia la verità, una sola cosa è certa: il potere va controllato. La natura umana è troppo imprevedibile per dare carta a bianca a pochi individui privilegiati. Che siano eroi, villain o Presidenti degli Stati Uniti.

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È un vero peccato che The Falcon and The Winter Soldier non sia uscita la scorsa estate: l’uscita era prevista per agosto 2020, in piena corsa finale per le elezioni politiche americane.

Una serie del genere qualche mese fa avrebbe avuto una risonanza ancora maggiore. Con buona pace di chi dice che i cinecomics sono solo intrattenimento per bambini, o di chi vuole soltanto “le botte” da questi prodotti, i Marvel Studios hanno deciso di fare il grande salto: il Marvel Cinematic Universe è diventato adulto e ha deciso di parlare del mondo di oggi con uno spirito autocritico davvero sorprendente.

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L’episodio si chiama “Il mondo ci guarda”: il creatore della serie Malcolm Spellman ha davvero guardato in faccia l’America e ha voluto rappresentarla per come è veramente. Non soltanto un simbolo di libertà e un modello a cui aspirare, ma anche un posto pieno di contraddizioni, di ingiustizie, in cui ci si uccide tra fratelli e l’uguaglianza sociale è spesso minacciata. L’America vera vorrebbe essere (e si immagina) come Steve Rogers, ma in realtà somiglia molto di più a John Walker: arrogante, incapace di ascoltare, prepotente e ingiusta.

Divisa tra testa e pancia, questa America è pronta a cedere alla violenza cieca, che sia quella dei suprematisti bianchi che occupano il Campidoglio a Capitol Hill, un poliziotto che tiene il ginocchio sul collo di un uomo per nove minuti, un Presidente che ha fatto di razzismo, misoginia e omofobia punti cardine della propria agenda politica, o di un soldato pluridecorato che è pronto a macchiare un simbolo con il sangue, mentre tutto il mondo lo guarda. In un altro universo si dice “who watches the Watchmen”? In questo caso possiamo dire: chi ci salverà da Captain America? Soltanto un nuovo eroe con occhi nuovi, adatto a tempi diversi. Si spera mutati in meglio. E tutto questo su Disney Plus. Ormai easter eggs ed eventuali frettolosità passano in secondo piano: il campo da gioco è diventato molto più grande e rilevante.

 

The Falcon and The Winter Soldier è disponibile su Disney Plus dal 19 marzo

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The Falcon and The Winter Soldier, 1x04
Recensione di Valentina Ariete

Come scritto nella recensione del quarto episodio di The Falcon and The Winter Soldier, il MCU si è scoperto più adulto e maturo. In soli quattro episodi la serie creata da Malcolm Spellman si è guadagnata il titolo di prodotto più politico del franchise. Adesso niente sarà più come prima.

ME GUSTA
  • The Falcon and The Winter Soldier alza la posta in gioco per quanto riguarda i temi.
  • Siamo definitivamente in una nuova fase del MCU: una più matura.
  • Il cast è perfetto.
FAIL
  • Alcune soluzioni di sceneggiatura e montaggio non sono sempre perfette, ma non intaccano la bontà dell'episodio.