In questo periodo pandemico le filiere di produzione tech sono soffocate all’interno di un collo di bottiglia: ogni componente sembra essere preziosissimo, ma le GPU di Nvidia vanno letteralmente a ruba, in episodi drammatici che sono fatti di tinte noire, appostamenti notturni e inseguimenti sui motoscafi.

L’episodio descritto da TVB News sembra d’altronde uscito da un episodio di Miami Vice. Esterno notte, protetto dall’oscurità un peschereccio galleggia pigramente sulle acque che lambiscono l’aeroporto internazionale di Hong Kong. Tutto è tranquillo, sospettosamente tranquillo. Una barca ad alta velocità si avvicina al battello e dei loschi figuri iniziano a trasbordare casse di mercanzia.

La baia viene improvvisamente illuminata a giorno dai fanali dei mezzi della polizia, inizia un inseguimento forsennato in cui i delinquenti, resi guizzanti da un motore performante, riescono a darsi alla macchia. Il peschereccio, goffo e pesante, viene invece intercettato. Al suo interno ci sono merci di ogni tipo, dalle pinne di squalo alle apparecchiature elettroniche, ma a cogliere l’attenzione degli investigatori è una cassa piena zeppa di schede grafiche non identificate, immediatamente sequestrate.

Il motoscafo ospitava, si è scoperto poi, di 300 GPU CMP 30HX della Nvidia, apparecchi deliberatamente pensati per “minare” criptovalute che, a causa della scarsa offerta del mercato, sono sempre più frequentemente piazzati a prezzi che superano di non poco il loro valore nominale. Prezzi tali da giustificare il contrabbando.

 

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