Era il 2018 quando fu dato l’annuncio del progetto e finalmente possiamo pubblicare la recensione dei primi tre episodi di Invincible, la serie animata tratta dall’omonimo fumetto creato da Robert Kirkman (con Cory Walker e Ryan Ottley), il papà di The Walking Dead, un’opera dotata di una freschezza tale che ci ha fatto letteralmente re-innamorare dei supereroi.

Ricordo ancora la conferenza di Robert Kirkman a Lucca Comics 2018: la serie, che si concludeva proprio in quei giorni con il venticinquesimo volume (oltre quindici anni di pubblicazione, mica bruscolini), sarebbe diventata un cartone animato, violentissimo, irriverente, divertente.

Wow, tutto quello che ha caratterizzato questo fumetto che per molti lettori di comics è diventato un vero e proprio cult di nicchia. Perché diciamolo subito: in Italia, il fumetto pubblicato con orgoglio da saldaPress in due versioni – albo e volume brossurato – (ma che ha avuto alcuni precedenti con altri editori) non è effettivamente una testata che ha goduto della popolarità che di fatto meriterebbe.

Per tanti, Invincible è quel tesoro da scoprire, raccontare, tramandare. Prima ancora di The Boys e altri titoli leggendari più legati al passato (qualcuno ha detto The Authority?) Invincible è stata la risposta alla domanda: “sei stanco dei supereroi e vuoi provare qualcosa di diverso?”.

 

 

I motivi sono tanti e li toccheremo in questo pezzo perché, come avrete modo di leggere, raramente si riscontra così tanta aderenza tra l’opera originale e la sua trasposizione.

Ed eccoci qui, dopo le comunicazioni e i trailer visti durante le scorse edizioni di San Diego Comic Con e New York Comic Con, pronti per parlare di questo nuovo progetto di trasposizione tie-in da fumetto ad altro media, pronti per darvi la recensione dei primi tre episodi di Invincible.

Invincible è una storia di supereroi al 100%, ma è anche una storia di famiglie, in particolare di rapporti tra padri e figli (che è di fatto un marchio di fabbrica di Kirkman, da The Walking Dead ad Oblivion Song, passando per Fire Power).

È anche una dannata soap-opera, caratteristica in effetti piuttosto comune dei comics supereroistici, piena di intrecci sentimentali, complicazioni, fine di rapporti, nuovi amori, casini, esplosioni, altri amori, combattimenti su scala cosmica, massacri, famiglie che si formano e si dividono.

Già, trovate gli “intrusi”.

Mark Grayson è un normalissimo teenager di provincia, amante dei fumetti e piuttosto nerd, ma è anche figlio di Omni Man, il più grande supereroe del pianeta, essere di potenza e capacità incommensurabili che vive sotto le mentite spoglie dello scrittore Nolan Grayson.

 

Nolan Grayson Vs Mark Grayson

 

In questo universo esistono i supereroi da tanto tempo, riuniti in diverse squadre tra le quali la più importante è rappresentata dai Guardiani del Globo. Tra i componenti ci sono le parodie di molti volti noti del panorama DC e Marvel (Batman, Martian Manhunter, Sentry, Elongated Man, Wonder Woman, Aquaman e compagnia cantante) e le loro azioni sono alla base della protezione del pianeta. Sono vissuti ormai dalla popolazione come una consuetudine accettata e nello stesso identico modo ci vengono presentati.

Come Superman, Omni Man non è terrestre, bensì Viltrumita, una razza aliena particolarmente evoluta e dotata di poteri del tutto comparabili a quelli dei kryptoniani che ben conosciamo (poi scopriremo molti particolari vicini ai Saiyan di Dragon Ball Z) e quindi è da un bel po’ che il giovane Mark aspetta il momento in cui tali capacità si risveglino in lui.

E il momento arriva, Mark scopre improvvisamente di poter volare, sollevare carri armati, distruggere una montagna con un pugno. Improvvisamente da un giorno all’altro smette di essere il nerd che pigliava spintoni a scuola ed inizia il suo personale addestramento con il padre per poter diventare un eroe, ma soprattutto per diventare adulto.

Tutto già visto e sentito, direte voi. E avete dannatamente ragione. Quantomeno fino alla conclusione della prima puntata (o del secondo volume circa).

Da lì in poi sarete risucchiati in un vortice dal quale difficilmente riuscirete ad uscire (anche se nel fumetto il vero punto di non ritorno è alla fine del volume tre “Perfetti Estranei”).

 

Teen Team Guardians of the globe

 

L’intento di Kirkman è quello di far saltare in aria alcuni importanti capisaldi del genere supereroistico, pur continuando a raccontare una storia che non decostruisce il genere, casomai lo esalta.

E lo fa con plot twist eccellenti, con svolte di trama geniali, pur mantenendo toni freschi, spesso divertenti e una grande coerenza narrativa.

 

 

Nella recensione dei primi tre episodi di Invincible vorrei che emergessero fortemente alcuni elementi che ritengo fondamentali. In Invincible vengono raccontate la vita al di fuori del costume, i problemi, le difficoltà che non possono essere superate con la super forza o i raggi laser dagli occhi. Ma anche le conseguenze degli scontri.

Se un gruppo di alieni in assetto da guerra invade una città il sangue scorre per le strade, la gente muore. I supereroi, per quanto potenti, si feriscono, rischiano la vita. Se un eroe sbaglia e qualcuno perde la vita (e succede SPESSO) non si volta facilmente pagina. I pugni spaccano denti, le lame mozzano arti. Gli eroi fanno sesso, si lasciano, sono persone prima che simboli.

 

recensione dei primi tre episodi di Invincible - blood

 

Non è solo quindi l’elevatissimo livello di gore e splatter a far la differenza con i rami più tradizionali e mainstream di Marvel e DC, è il fatto che le storie raccontate, per quanto “larger than life” nei combattimenti e nei piani folli del cattivo di turno, sono assolutamente verosimili, credibili. I colpi di scena sono spesso geniali e con un tempismo invidiabile. Le vicende fuori dai supergruppi sono avvincenti tanto quanto quelle alternative facendo convivere due atmosfere diverse ma assolutamente complementari e simbiotiche.

E la serie scritta da Simon Racioppa (già scrittore per Teen Titans e diversi altri show animati) fa esattamente quello che fa il fumetto, con un’aderenza quasi inaspettata (in realtà ce lo aveva assicurato Kirkman ancora tre anni fa, ma mica ci credevamo per davvero al tempo), pur con alcune differenze narrative che oserei definire di poco conto davvero. Questa serie animata, con episodi da 47 minuti (come nelle serie tv “da grandi”, altro che cartoni animati), rispetta ed amplia le caratteristiche del fumetto e i suoi personaggi che ne escono assolutamente ben inquadrati.

 

Invincible Amazon gore

 

Assisteremo all’introduzione dei Guardiani del Globo e del Teen Team che poi diventerà il gruppo principale, all’incontro tra Mark e Samantha “Atom Eve” Wilkins, all’arrivo di diversi villain che saranno un semplice antipasto leggero di quello che vedremo veramente nelle successive puntate.

Ma per assaporare pienamente Invincible c’è bisogno di un piccolo atto di fede da parte di tutti, un patto. Anzi per la verità forse più di uno.

Il character design, supervisionato direttamente dal co-creatore e disegnatore dei primi volumi (e di alcuni capitoli successivi) Cory Walker, è piuttosto efficace nella sua semplicità e nelle scene dinamiche l’animazione riesce a dare piacevoli soddisfazioni (i combattimenti in effetti non sono male, con movimenti fluidi e una buona resa dei colpi e degli effetti degli stessi).

 

Invincible personaggi

 

Quando le scene si fanno più statiche, beh, si va un po’ al risparmio, con animazioni decisamente più minimal ed effetti meno presenti. Un punto debole, bisogna ammetterlo, si trova tuttavia negli sfondi, caratterizzati da una computer graphic non sempre all’altezza dei personaggi che li popolano. Si nota (il liceo di Mark e Eve con gli school bus è scadente, punto), ma è un qualcosa su cui si può sorvolare abbastanza in fretta, se poniamo la nostra concentrazione sull’aspetto più vivido di questo prodotto.

Ed eccoci al punto cruciale della recensione dei primi tre episodi di Invincible: il patto che si deve accettare è di avere un po’ di pazienza prima di lanciarsi in giudizi “definitivi”.

Robert Kirkman ha scelto una formula al tempo rischiosissima che però si è rivelata anche vincente allo stesso tempo, e la cosa è stata mantenuta anche nella serie animata. Se alla fine del primo episodio (quasi come nel fumetto) si assiste al primo colpo di scena che ci fa partire i primi allarmi sul pannello di controllo, il ritmo della narrazione si fa poi più normale, ci inganna per poi tornare a stupirci con scene molto violente e d’impatto. Ma non è ancora il momento giusto. Il fumetto di Invincible “decolla” al terzo volume e non si ferma più, incastrando molteplici storie in una continuity esaltante.

La serie animata prodotta da Amazon Prime Video gioca sui tempi, si prende spazi ampi a volte concedendosi una libertà che magari non avremmo voluto, ci inganna e poi ci stimola, dando l’impressione di un ritmo altalenante che non è sinonimo di incertezza ma di strategia voluta, considerando la quasi perfetta aderenza con il fumetto.

Che vuol dire? Che il bello deve ancora venire.

 

 

Siamo talmente abituati al “tutto e subito” (a volte anche giustamente) che se una cosa non parte in quinta dopo due minuti già siamo pronti a skippare. Non fatelo.

I personaggi al momento complementari sono raccontati con un discreto alone di mistero (che non confonderei con superficialità) proprio per esplodere in un secondo momento, lasciandoci sorpresi.

Lo dico con cognizione di causa, è uno dei miei fumetti preferiti e so dove andrà a parare.

Anche se in effetti questo potrebbe rappresentare un piccolo problema: se non conosci il fumetto, l’andamento dei primi tre episodi potrebbe indurti a giudizi affrettati e magari a bollare questa serie come figlia del successo di The Boys (che è il paragone più facile da fare in questo momento); se invece lo conosci, sai perfettamente dove stiamo andando, lo apprezzi, non ti lasci ingannare dai trabocchetti, ma sei anche consapevole che tante delle bellissime sorprese che la serie ha in serbo potrebbero essere rimaste intatte, lasciando ben poco di nuovo per te. Conoscendo il talento di Robert Kirkman dubito che non ci stia riservando qualche colpo di coda degno del suo nome.

E la cosa ci è stata di fatto confermata da lui stesso e dallo showrunner Simon Racioppa, in diretta su UltraPop Festival, in un’esclusiva internazionale per la quale siamo ancora emozionati.

I nuovi percorsi, i colpi di scena per noi che il fumetto lo conosciamo bene (a memoria) ci saranno, eccome.

 

Guarda la live esclusiva di Ultrapop Festival con Robert Kirkman e Simon Racioppa.

 

Inoltre non si può sorvolare su uno dei voice casting più potente degli ultimi anni per un prodotto animato.

Da tempo non assistevo ad un red carpet di tali proporzioni. Mark Grayson, alias Invincible, è interpretato da uno Steven Yeun (Glenn di The Walking Dead) assolutamente in forma, bravissimo nel caratterizzare un adolescente nerd pieno di insicurezze ed entusiasmi. Ma al suo fianco ci sono nomi come J.K. Simmons (Nolan Grayson), Sandra Oh (Debbie Grayson), Mark Hamill (Art Rosenbaum), Gillian Jacobs (Atom Eve), Zazie Beetz (Amber Bennet che nella trasposizione cambia un po’ i connotati) e poi ancora Ezra Miller, Seth Rogen, Sonequa Martin Green, Zachary Quinto, Ross Marquand (tanto per riscuotere un po’ di favori dal cast di TWD) e molti altri ancora che devono ancora fare il proprio ingresso nelle prime tre puntate, tra cui Mahershala Ali, Michael Dorn, Walton Goggins.

Esperienza notevole dal punto di vista recitativo (ogni volta che Nolan parla mi aspetto che dica “not my tempo” – reminiscenze da Whiplash), anche se viene da chiedersi se valesse davvero la pena investire così tanto sulle voci per una serie che non fa dell’animazione la sua arma di punta. In un cartone animato non basta una buona recitazione al doppiaggio, serve anche una mimica facciale che la supporti e questo si riscontra su pochissime serie (anche giapponesi).

 

recensione dei primi tre episodi di Invincible - Mark Grayson

 

In conclusione della recensione dei primi tre episodi di Invincible, pur sottolineando qualche evidente carenza dal lato tecnico (più sulle ambientazioni che sui personaggi, che risultano abbastanza piacevoli), voglio assolutamente manifestare un parere più che positivo per un prodotto che promette bene.

La narrazione mischia elementi pop e soap-opera classici degli eroi in tutina di spandex, con massice dosi di iper violenza e “dietro le quinte” della vita patinata di questi eroi, con un buon equilibrio. So cosa ci aspetta nell’immediato futuro delle prossime puntate e conto su qualche colpo di genio di Robert Kirkman, uno degli autori più creativi della crossmedialità contemporanea.

È pur vero che scegliere il formato da oltre 40 minuti per episodio, per sottolineare il targeting adulto e fuori dai canoni “young adult” è al contempo un segnale di identità forte ma anche una discreta assunzione di rischio, visto l’andamento dei primi tre episodi.

Pazienza, amici, ci vuole un pochina di pazienza, so che non ne siamo più tanti abituati.

Se le cose andranno come devono andare, avrete per le mani un prodotto che vi terrà incollati alla narrazione come solo alcune storie di Spider-Man sanno fare, con i livelli di violenza e gore che tanto ci sono piaciuti in The Boys e con un’atmosfera generale che forse ancora non avete avuto modo di provare in una serie animata di supereroi.

Il segreto è tutto qui: una storia come quella di Invincible, forse, non l’avete ancora vista, nella sua originalità fatta di esaltazione ed espressione massima del concetto di supereroe con super-problemi.

Nel frattempo recuperate il fumetto, ne vale davvero la pena. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò  a breve.

 

Invincible è disponibile a cadenza settimanale su Amazon Prime Video dal 26 marzo 2021.

 

70
Invincible
Recensione di Giovanni Zaccaria

Invincible, la serie animata di Robert Kirkman per Amazon Prime, rispetta tutto quello che il fumetto ci ha sempre dato, fin dai primi episodi. Non decostruisce l'archetipo narrativo dei temi supereroistici, ma lo esalta aggiungendo tanti elementi che lo spettaotre medio non è abituato a vedere nelle controparti Marvel e DC. È pop e violento, divertente e dannatamente serio, anche al netto di qualche imperfezione tecnica.

ME GUSTA
  • La serie ha un'aderenza con l'originale fumetto davvero eccellente, per atmosfere, dialoghi, action
  • Buon character design, semplice ma efficace
  • Già dai primi episodi si intuisce il potenziale narrativo della storia
  • Mantenuto tutto il livello di gore e splatter tipico del fumetto, facendo convivere più anime: quella più pop e da soap opera supereroistica con quella action e piena di colpi di scena
FAIL
  • La realizzazione tecnica pecca su certe animazioni un po' troppo semplici e sugli sfondi non all'altezza del resto
  • Gli episodi durano molto e visto l'andamento dal ritmo volutamente altalenante ci si espone ad errori
  • Vista l'aderenza con il fumetto, di quante stagioni stiamo parlando?