Mr. & Mrs. Smith, la recensione dei primi tre episodi della serie Prime Video

Mr. & Mrs. Smith

Mr & Mrs. Smith costituisce una di quelle “proprietà intellettuali” che sono tornate più di una volta all’interno della Storia dell’audiovisivo statunitense, anche se entrambi i titoli che hanno come protagonisti i coniugi-spie sono appartenuti al grande schermo… fino a questo momento. Finalmente infatti abbiamo una trasposizione seriale, anche se non è stato il primo tentativo. Non tutti infatti sanno che oltre alla pellicola diretta da Alfred Hitchcock datata 1941 e la pellicola omonima del 2005 con protagonisti i futuri “Brangelina” (un termine che fa venire i brividi a chi scrive, anche se bisogna ammettere che sono stati dei pionieri per un certo tipo di immagine di coppia, alla cui evoluzione tuttora stiamo assistendo) c’è stato un tentativo per portare una serie televisiva con protagonisti  Martin Henderson e Jordana Brewster. C’è anche una puntata pilota nell’archivio della ABC probabilmente, ma tutto si fermò lì.

Nella recensione dei primi tre episodi di Mr. & Mrs. Smith, interamente disponibile dal 2 febbraio 2024 su Prime Video, parliamo quindi di una sorta di piccolo miracolo, che ha rischiato di non avverarsi neanche questa volta visto l’avvicendamento di Phoebe Waller-Bridge, che doveva essere co-sceneggiatrice e co-protagonista insieme a Donald Glover, che è quindi diventato l’unico volto della serie Amazon, mentre al posto della genialoide mora londinese c’è (ma dolo davanti alla camera) Maya Erskine.

Mr & Mrs. Smith costituisce una di quelle “proprietà intellettuali” che sono tornate più di una volta all’interno della Storia dell’audiovisivo statunitense, anche se entrambi i titoli che hanno come protagonisti i coniugi-spie sono appartenuti al grande schermo… fino a questo momento.

Un peccato, perché sarebbe stato veramente interessante poter ammirare una serie frutto delle menti di due dei più interessanti autori televisivi contemporanei, dalla cui creatività sono uscite due gioielli come Fleabag e Atlanta, anche se il risultato non sembra per nulla deprecabile, anche perché Glover, una volta rimasto orfano di cotanta partner e delle sue cotante idee, è corso ai ripari, andando a pescare proprio dal particolarissimo immaginario che ha caratterizzato la sua precedente avventura sul piccolo schermo oltre, ovviamente, al team che lo ha reso possibile.

Un nome su tutti, c’è Francesca Sloane, tassello fondamentale dell’ultima parte di Atlanta e qui addirittura co-creatrice della serie, poi c’è il fantastico Hiro Murai alla regia e Stephen Glover (il fratellino di Donald) tra le penne. Per completare l’opera serviva anche un tocco di tradizione, perché stiamo sempre parlando di un remake di Mr. & Mrs. Smith, quindi avere tra le proprie fila chi ha ideato i personaggi di John e Jane è sicuramente raccomandabile, ecco perché l’ultimo nome della squadra non poteva che essere quello di Simon Kinberg.

I nuovi Signore e Signora Smith, soliti, disperati e disfunzionali

Nelle mani di Glover and co., Mr. & Mrs. Smith diventa un intelligente trattato sulla destrutturazione della storia d’amore di una coppia in cui la parte spy diventa un pretesto per associare un genere di intrattenimento. La serie inizia secondo questo mood, perché, dopo un piccolo inciso, sia il John di Donald che la Jane di Maya Erskine sembrano due volontari per un incontro al buio, solo che, invece di parlarsi guardandosi negli occhi, si confessano davanti ad una mente elettronica con il compito di valutarli come idonei o meno.

Una sfumatura interessantissima, che mostra come dalla profilazione che si basa sull’identificare delle caratteristiche adatte per una missione di intelligence sia poi facilissimo con il finire a parlare di se stessi, del proprio intimo e di ciò che li motiva come essere umani. Una cosa di cui cui campano i reality e che in questo caso viene sfruttato benissimo per farci capire quanto possano essere soli, fragili e disperate due persone che accettano di divenire marito e moglie per compiere degli incarichi lavorativi.

Mr. & Mrs. Smith

Nelle mani di Glover and co., Mr. & Mrs. Smith diventa un intelligente trattato sulla destrutturazione della storia d’amore di una coppia in cui la parte spy diventa un pretesto per associare un genere di intrattenimento.

Mr. & Mrs. Smith lavora molto su questo aspetto per scrivere due protagonisti che infatti non sono facilmente leggibili, ma che invece si mostrano piano piano allo spettatore, anche disattendendo qualche cliché della rom-com più o meno classica (la serie spesso la prende in giro riproponendo delle situazioni solo per ribaltarle, tranne uno, che purtroppo sembra ancora inevitabile per questo tipo di narrazione) e quindi dimostrandosi meno “lisce”.

D’altronde siamo in una serie ideata da Glover, che ha fatto del grottesco e della costruzione dell’inaspettato i suoi modi principali di analizzare la natura umana e anche questo caso non fa eccezione, anzi, i toni e anche diverse cornici fanno quasi pensare ad una strizzatina d’occhio verso una distopia soft in cui si è liberi di attaccare la materia di cui si sta parlando, ovvero? Sì, torniamo lì, la storia d’amore di una coppia.

Una serie da scartare

Aspettatevi l’inaspettato, perché la serie sembra rincorrere questo obiettivo sia per la scrittura che per le trovate visive e scenografiche (si va quasi sempre in giro per il mondo, anche quando si rimane in America) e anche per quanto riguarda i camei d’eccezione di attori quasi sempre fuori ruolo (anche se dopo averli visti in quel ruolo ti chiedi per quale motivo non lo abbiano mai fatto prima).

Le puntate sono divise in una brevissima trama verticale per dare sostanza ad una trama orizzontale, trovando nella missione di turno l’arco narrativo con cui poter raccontare una fetta della coppia, giocando sempre con questa ibridazione con il racconto dell’attività lavorativa dei coniugi e, giustamente, prende in prestito diverse trovate dal coming of ageParliamo della costruzione di se stessi tramite l’immedesimazione nell’altro, una cosa che nel racconto audiovisivo si fa attraverso lo sguardo. Per farla breve: i novelli John e Jane, essendo due persone apparentemente molto diverse tra loro, tranne che per il fatto di essere entrambi soli e disperati, cercano di scoprirsi guardandosi in continuazione.

Donald Glover e Maya Erskine

Guardandosi negli occhi, guardandosi nei computer, nei cellulari, nelle cronologie e negli occhi, nei corpi e nelle vite degli altri, coppie o meno. La serie su questo ci gioca anche utilizzando diverse volte delle soluzioni che rimandano al voyeurismo, non facendosi problemi a riproporre situazioni ironiche e/o borderline. Dopo tutto i protagonisti hanno deciso di lasciarsi tutto alle spalle e quindi hanno solo l’un l’altro per andare avanti (più o meno, in realtà, ma non vogliamo dirvi nulla).

I primi tre episodi di Mr. & Mrs. Smith ci hanno restituito una serie interessante, che rielabora il materiale da cui nasce in modo originale e intrigante, ma che non mette al primo posto lo spettatore o la visione più pop, anzi, ripesca dal linguaggio “gloveriano” e si diverte a disinnescare la classica rappresentazione dei generi che porta avanti, sia quando parla di coppia che di spy story. Una serie da scartare, che cerca una sua personalità riconoscibile un episodio alla volta, vediamo se andando avanti troverà la quadra definitiva e si fermerà a delle promesse succose.

Le otto puntate di Mr. & Mrs. Smith sono disponibili su Prime Video dal 2 febbraio 2024.

70
Mr. & Mrs. Smith
Recensione di Jacopo Fioretti Raponi

I primi tre episodi di Mr. & Mrs. Smith, la serie Prime Video ideata da Francesca Sloane e Donald Glover, anche protagonista insieme a Maya Erskine, ci hanno introdotto l'atteso remake dell'omonimo film del 2005 origin story dei Brangelina. Si tratta di una serie peculiare e molto scritta, che rimanda molto all'immaginario "gloveriano" (anche se in modo più soft), rielaborando il materiale da cui nasce in modo intrigante e grottesco, non mettendo al primo posto lo spettatore o la visione più pop, ma, anzi, divertendosi a disinnescare la classica rappresentazione dei generi che affronta, sia quando parla di coppia che di spy story.

ME GUSTA
  • La scrittura di Glover e le sue trovate sono sempre interessanti.
  • I personaggi sono intriganti, anche nella loro spigolosità.
  • Il gioco di ibridazione tra spy story e rom-com è funzionale.
  • L'immaginario da cui la serie attinge ha in sé la promessa di poter sorprendere sempre.
FAIL
  • Non è una serie che mette al primo posto il lato pop.
  • La volontà di disattendere ogni aspettativa può essere un ostacolo all'immedesimazione.
  • Sembra una serie da aspettare.
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