La Cannabis è un grande business, solo negli Stati Uniti si parla di un giro di affari da 13 miliardi di dollari e la domanda è in continua crescita considerando che molti altri stati stanno andando verso la legalizzazione. La domanda in crescita richiede una maggiore offerta ed ecco quindi che si passa alle colture intensive indoor. Le coltivazioni al chiuso richiedono però più energia da cui ne consegue un aumento dei gas serra.
I ricercatori hanno eseguito una valutazione del ciclo di vita delle operazioni di cannabis indoor negli Stati Uniti, analizzando l’energia e i materiali necessari per coltivare il prodotto e calcolando le corrispondenti emissioni di gas serra.
I risultati hanno evidenziato che le emissioni di gas serra dalla produzione di cannabis sono in gran parte da attribuire alla produzione di elettricità e al consumo di gas naturale per la gestione dei controlli ambientali interni, delle luci necessarie per la coltivazione ad alta intensità e la fornitura di anidride carbonica per la crescita accelerata delle piante.
Sapevamo che le emissioni sarebbero state alte, ma poiché non erano state completamente quantificate in precedenza, abbiamo identificato questo come un grande spazio di opportunità di ricerca
Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Colorado State University ed è stato pubblicato su Nature Sustainability.
In particolare i sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria richiedono la maggiore richiesta di energia.
L’alto consumo energetico della cannabis è dovuto in parte al modo alla sua produzione. Esaminando ad esempio quello che accade in Colorado molte coltivazioni sono vicine alle vetrine dei negozi al dettaglio e questo causa un’esplosione di magazzini interni che richiedono più energia in aree urbane come quella di Denver.
Secondo un rapporto del Denver Department of Public Health and Environment, il consumo di elettricità dalla coltivazione di cannabis e altri prodotti è cresciuto dall’1% al 4% del consumo totale di elettricità di Denver tra il 2013 e il 2018.
Il team sta cercando ulteriori finanziamenti per continuare il proprio lavoro di modellizzazione per poterlo estendere e confrontare la produzione di coltivazione indoor e una potenziale outdoor.
L’idea è quella di poter aiutare l’industria ad affrontare il problema ambientale e di trovare soluzioni adeguate.
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