Anni fa, Konami ha avuto un’idea geniale, almeno a livello imprenditoriale: muoversi rapidamente in risposta ad alcune nuove leggi giapponesi per ottenere una posizione di dominio nel ramo dei pachinko, le “slot machine” nipponiche. Il mercato del gioco d’azzardo è d’altronde molto più redditizio di quello dei videogame e Atari sembra voler attingere a sua volta da questo promettente bacino, seppur il formato dei suoi casinò sia per ora solo virtuale.

I giochi, ispirati ai più noti IP del brand, si materializzeranno sui server di Decentral Games, più nello specifico nel distretto di “Vegas City” all’interno di Decentraland, il metauniverso di Decentral Games, una specie di “Second Life” in cel-shading dedicato a slot machine e altri giochi di scommesse. Posizione non casuale, se si considera che la nota ditta videoludica stia costruendo un albergo proprio a Las Vegas.

Il sistema, basato sui sistemi di blockchain e di criptovalute, permette su carta di rimanere altamente anonimi e, soprattutto, di assicurarsi che le proprie vincite non siano automaticamente tassate dai Governi dei singoli Paesi.

Non solo, persino gli algoritmi delle scommesse sono gestiti in base blockchain, cosa che dovrebbe garantire ai giocatori che il banco non bari per spennare i polli troppo confidenti nelle proprie capacità o nella propria fortuna. Si spenna solo per vie legittime, insomma.

A prescindere dalla presente ventura nel mondo dei casinò, Atari ha recentemente mostrato una crescente fascinazione nei confronti delle valute digitali: nel 2018 ha annunciato una propria criptomoneta – l’Atari token (ATRI) -, quindi ha unito le forze con Ultra Games per dar vita a un sistema di streaming basato sul blockchain.

 

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