Parlare nel sonno è una pratica comune, tuttavia è più raro che persone sveglie e addormentate riescano a scambiarsi opinioni.
Non sempre opinioni valide, sia chiaro. Gli scienziati che si sono occupati di una simile ricerca non hanno ottenuto risultati stravolgenti, ma hanno comunque ottenuto dei risultati, dimostrando che si possa in qualche modo interagire con un essere dormiente.
Lo hanno chiamato “interactive dreaming” e prevede la possibilità di aprire un canale di comunicazione durante la fase del sonno lucido, ottenendo risposte che vengono comunicate attraverso il movimento degli occhi o le smorfie del viso.
36 volontari sono stati condizionati così da poter raggiungere questa specifica fase onirica a comando, attraverso un tocco, o con l’intervento di fasci luminosi. Una volta raggiunto lo stadio del sonno lucido, i candidati si sono destreggiati in risposte a domanda multipla, ma anche in semplici calcoli numerici.
Su 57 sessioni di sperimentazione, i partecipanti sono riusciti a segnalare agli scienziati il raggiungimento del sogno lucido nel 26 per cento dei casi. Per 158 volte, i dottori hanno posto i loro quesiti, ricevendo risposte corrette nel 18 per cento dei casi. Nel 60 per cento non hanno ricevuto risposta alcuna.
La ricerca è stata portata avanti da quattro team di diversa origine geografica, tutti quanti inconsapevoli della reciproca esistenza. Al momento di pubblicare i testi, piuttosto che farsi concorrenza, hanno deciso di unire i dati, discutendo coralmente quanto avevano scoperto.
La possibilità di parlare con persone nel pieno del loro sonno potrebbe aprire nuove strade ai trattamenti psicologici, alle terapie contro gli incubi e allo sviluppo di talenti intellettuali acquisti.
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