In Egitto sono stati trovati reperti archeologici vecchi di oltre cinquemila anni che appartengono a un birrificio di scala industriale.

Altro che mummie e sarcofagi depredati dai tombaroli: questa volta i ricercatori sono incappati in un pezzo di storia che visto da fuori parrebbe assolutamente irrilevante, ma che nel suo piccolo insegna molto sulla vita di ogni giorno degli antichi egizi.

Ad Abydos, a 450km a sud del Cairo, un team di archeologi statunitensi ed egiziani stava esplorando una necropoli quando si è imbattuta in una fabbrica suddivisa in otto aree, tutte quante piene di vasi di ceramica.

I dotti hanno impiegato un tempo sorprendentemente ridotto a capire che si trattasse di un birrificio dell’antico Egitto. Un birrificio che, con tutta probabilità, serviva a produrre l’ambrato liquido in funzione dei riti funebri e sacrificali.

 

 

Che si tratti della più antica birreria mai rinvenuta al mondo lo sottolinea con eccitazione il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità dell’Egitto, Mostafa Waziri, citando come fonti gli archeologi che hanno esplorato il sito funerario.

Il sito risalirebbe al 3.125 a.C., ovvero ai tempi del re Narmer, noto come faraone Menes, primo unificatore di Alto e Basso Egitto. Non solo il birrificio è particolarmente antico, ma è anche sorprendentemente ampio.

Matthew Adams, egittologo della New York University che ha guidato la missione, spiega che la produzione doveva essere su larga scala e stima che in una sola volta si riuscissero a produrre circa 22.400 litri di liquido alcolico.

Considerando che questa birra veniva usata nei rituali funebri, non resta che un dubbio: in un eventuale revival di questa birra egiziana vedremo Alessandro Borghese promuovere la piacevolezza delle vecchie tradizioni?

 

Potrebbe anche interessarti: