In questi ultimi mesi si è sentito spesso parlare della rarità sul mercato degli ultimi modelli di GPU: cosa ne ha determinato la scarsa disponibilità?

La scheda grafica e, in particolare, il suo elemento cardine, ovvero la GPU (Graphic Processing Unit) ha acquisito un valore molto importante sul mercato dell’elettronica (che ne ha aumentato di molto la richiesta e la conseguente scarsità) per due motivi.

Il primo, basilare, è dovuto al fatto che molta più gente, al giorno d’oggi, gioca e fa lavori di grafica col PC rispetto al passato, e quindi a parità di offerta c’è molta più richiesta.

Il secondo è che una fetta delle schede sul mercato è richiesta da un terzo tipo di utente, che di base sembrerebbe aver poco a che vedere con le schede “grafiche”: i miner di criptovalute. Le schede grafiche hanno, detto in maniera molto semplice, una potenza di calcolo che agevola enormemente la funzione di “scavare” nelle “miniere” di criptovalute come Bitcoin & co., e per questo sono molto ricercate dagli speculatori, disposti a comprarne in stock per farne batterie di estrazione.

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Va da sé che questa situazione è già molto pesante di suo: a questo dobbiamo aggiungere il fatto che la pandemia ha rallentato la produzione nelle fabbriche dei singoli componenti e quindi anche delle schede assemblate, nonché tutti gli altri elementi della filiera, dalla ricerca & sviluppo alle operazioni di trasporto e stoccaggio.

Questo ha portato alla compilazione di schedule di attesa, per le schede più ambite (in particolare AMD Radeon e Nvidia GeForce, soprattutto la ormai leggendaria RTX 3080) di migliaia di entry, oltre che all’utilizzo di bot per l’acquisto automatico sui siti ufficiali… acquisti automatici che vengono poi dirottati alla speculazione tramite bagarinaggio. Una situazione, purtroppo, attualmente molto difficile da risolvere, o anche solo da fronteggiare.