Approfondimento di Devilman, manga scritto e disegnato da Go Nagai agli inizi degli anni ’70. Protagonista della vicenda è Akira Fudo, timido liceale che per il bene dell’umanità si fonderà con il potente demone Amon.
Nella filosofia e nella religione dell’antica Grecia un dèmone (dal greco antico δαίμων, trasl. dáimōn, «essere divino») è un essere che si pone a metà tra la natura umana e quella divina, fungendo quindi da intermediario tra le due dimensioni. Con l’avvento della religione cristiana il termine diviene sinonimo di spirito maligno e corruttore dell’animo umano e spesso coincide anche con il significato di diavolo, parola con cui si indica Lucifero, il Serafino che si rivoltò a Dio.
Esseri immortali che da sempre sono protagonisti non solo della letteratura mondiale, ma anche di fumetti, film e serie tv. Quando si parla di diavoli e demoni la prima opera che viene in mente è senza dubbio Devilman, manga scritto e disegnato da Go Nagai agli inizi degli anni ’70.
L’approfondimento di Devilman segue le vicende del giovane Akira Fudo, del demone Amon e della loro disperata lotta per salvare l’umanità dall’estinzione.
Diavolo dal cuore umano
Akira Fudo è uno studente liceale dall’indole calma, gentile e molto pavida. Lo studente è innamorato della bella e grintosa Miki Makimura, sua compagna di scuola ed amica di infanzia, a cui però non riesce a dichiararsi. La sua vita cambia quando davanti a lui si ripresenta il suo amico Ryo Asuka. Il ragazzo ha bisogno di aiuto riguardo all’eredità che gli ha lasciato il padre archeologo e Akira è la persona giusta, essendo l’unico di cui si fida.
Convinto dall’amico a farsi seguire a casa sua, lo studente viene a conoscenza di una terribile verità: i demoni che un tempo dominavano la Terra si stanno risvegliando dal loro lungo sonno e sono pronti a riconquistarne il dominio sterminando il genere umano. L’unico modo per contrastarli è fondersi con uno di essi e divenire un Devilman, un demone con il cuore umano. Akira si ritroverà così in un sabba che gli cambierà per sempre la vita.
I demoni che un tempo dominavano la Terra si stanno risvegliando
Durante il rituale Akira si fonderà con Amon, il più potente e terribile dei demoni, il quale gli trasmetterà i suoi poteri, la sua forza incommensurabile e la sua inestinguibile sete di sangue e lussuria. Inizierà così per Akira ed Amon una disperata lotta contro l’esercito demoniaco per la sopravvivenza dell’essere umano ed il dominio della Terra.
Riuscirà Devilman nell’impresa?
Dall’inferno dantesco a quello personale
Un eroe guidato dalla rabbia, dalla sete di sangue e dalla lussuria, che non si ferma davanti a niente e nessuno pur di raggiungere il suo scopo. Spietato e pragmatico per necessità, è guidato tanto dai suoi più bassi istinti quanto dall’amore. Tutto questo e molto di più è il cult ideato da Go Nagai nel 1972. Una storia quella raccontata in Devilman matura, violenta e spaventosa. Un vero e proprio incubo ad occhi aperti dove la brutalità e la cattiveria la fanno da padrone. Una vicenda in cui non mancano misteri, azione e critica alla società giapponese dell’epoca.
L’origine del manga la si deve a Mao Dante, opera incompiuta di Go Nagai
L’origine del manga la si deve a Mao Dante, opera incompiuta di Go Nagai (a causa della chiusura della rivista su cui veniva pubblicata) da cui l’autore riprese molte tematiche e che si ispirava alla Divina Commedia di Dante nella versione illustrata da Gustave Doré. Il mangaka iniziò a sviluppare la storia dopo che la Toei Animation, colpita dal suo lavoro, lo contattò per la realizzazione di un anime con un personaggio simile a un supereroe ispirandosi a Mao Dante. Nacque così Devilman, diavolo dal cuore umano che in breve tempo avrebbe fatto la storia dei manga e del fumetto mondiale.
Come nel suo predecessore ritroviamo la fusione tra demone e uomo e quindi la dicotomia tra bene e male.
Inoltre viene riproposta la lotta per la supremazia sulla Terra, ma in chiave completamente diversa. Se in Mao Dante il protagonista in un primo momento non è conscio di non essere più un essere umano, in Devilman si da subito Akira è consapevole della sua nuova natura e la sfrutta a suo vantaggio.
Una metamorfosi tanto spaventosa quanto eccitante, che porterà spesso il protagonista a lottare con sé stesso per tenere a freno gli istinti primordiali di Amon. Un cambiamento emotivo e fisico, che se da una parte conferiscono ad Akira una maggiore sicurezza in sé stesso facendolo diventare spericolato, dall’altra lo costringerà a venire a patti con gli istinti del demone che è in lui.
Un essere dalla doppia personalità quindi, quella gentile e serafica di Akira e quella violenta e primordiale di Amon. Un connubio inaspettato e potente che gli farà conoscere letteralmente l’inferno.
Devilman è la rappresentazione fisica e spirituale della dicotomia tra bene e male, racchiudendoli in sé entrambi, perché per quanto nobile sia la sua missione non ci pensa due volte ad agire senza freni dando sfogo ai suoi istinti.
La seconda parte del manga non lascia spazio alla speranza, ma solo alla disperazione e al terrore.
Inferno che non colpirà solo lui, ma tutto il mondo. Lo stesso autore per bocca del protagonista avvisa i lettori che dopo aver letto le tormentate vicende di Akira comincerà anche per noi la discesa negli inferi. Un monito che ricorda quello che Dante trova sulla porta dell’Inferno ne La Divina Commedia. Un messaggio che non lascia spazio alla speranza, ma solo alla disperazione e al terrore.
Ci ritroviamo in una realtà infernale
Entriamo così nel vivo della vicenda, in una seconda parte caratterizzata da un vero e proprio attacco da parte dei demoni agli umani. Se nella prima parte Go Nagai si concentra sui combattimenti tra Devilman e i suoi avversari, come in un classico shonen, con il protagonista di turno che si ritrova in possesso di un grande potere, dopo la perdita di “innocenza” a seguito dello scontro con Jinmen – che lo costringerà ad uccidere nuovamente anime innocenti -, ci ritroviamo in una realtà infernale.
Da questo momento inizia per il protagonista e per il mondo un’escalation di violenza e brutalità. Non solo i demoni cercano di impossessarsi degli uomini in maniera sempre più aggressiva, ma gli stessi uomini iniziano a diffidare dei propri simili tanto che inizierà la più classica caccia alle streghe. La ragione lascia il posto alla pazzia e al sospetto, mettendo in evidenza come ogni personaggio – incluso Devilman – pensi alla propria sopravvivenza.
Un cammino che porta verso la perdita di umanità a favore di un macabro istinto omicida, divenuto unica garanzia di sopravvivenza.
Una realtà in cui vige la legge del più forte, una società primordiale ed apocalittica in cui non c’è spazio per la gentilezza, l’amore e la bontà. Un racconto horror dove a far paura non sono solo i demoni ma anche gli esseri umani e la loro innata crudeltà.
Lussuria, body-horror e critica sociale
Se Devilman è divenuto in poco tempo un cult e se ancora oggi a distanza di quasi cinquant’anni è uno dei manga più noti ed amati, lo si deve non solo ad una storia tanto avvincente quanto inquietante e spaventosa o ad un protagonista diverso dal solito, ma in particolare alla sua poetica.
Sin dalle prime tavole si intuisce come la vicenda che ci si accinge a leggere è diversa dalle altre. Sin da subito aleggia un senso di angoscia opprimente, che neanche le facce buffe di Akira quando viene a conoscenza dell’eredità di paura dell’amico Ryo riescono a stemperare. Una vicenda che ad ogni vignetta diventa sempre più frenetica ed incalzante, fino a giungere al culmine nel sabba in cui Akira si fonderà con Amon, dando inizio alla sua epopea.
Un racconto in cui la violenza, il sangue, i combattimenti e la lussuria la fanno da padrone.
Go Nagai non ci risparmia nulla ma mostra tutto. In un progressivo aumento di esplicita crudeltà, non mancano corpi mutilati, deformi e sangue che scorre a fiumi. Una fiera dell’orrore e del terrore che costringe il lettore a guardare con fascinazione e ribrezzo.
Il corpo e la sua metamorfosi sono uno degli elementi base di Devilman
Proprio il corpo e la sua metamorfosi sono uno degli elementi base di Devilman. Nei cinque volumi che compongono il manga l’autore ci mostra in tutta la loro fierezza i corpi (ripugnanti) dei demoni, risultato di innumerevoli fusioni il cui intento era la ricercatezza di potere, e dei devilman. Go Nagai getta le basi per quello che sarà poi definito body horror, evidenziando come a volte il cambiamento del proprio corpo sia visto come una punizione divina. Metafora della crescita adolescenziale e di quei cambiamenti spesso incompresi e rifiutati. L’autore, come sempre, non si nasconde ma ci sbatte il tutto in faccia, in piena luce, costringendoci a guardare negli occhi il proverbiale abisso.
Protagonista tutt’altro che stereotipato si diceva. Akira Fudo/Devilman colpisce perché non è un eroe nel senso stretto del termine, avendo in sé una grande oscurità che riesce a controllare a stento, e perché si fa guidare dai suoi istinti, ma anche perché agisce in maniera realistica e fredda, incurante di travolgere qualcuno. Cerca di arrivare allo scopo ultimo con ogni mezzo. L’unico aspetto convenzionale è il suo essere il classico bravo ragazzo che entra in possesso di un enorme potere.
Devilman colpisce anche per la sua critica sociale.
In Devilman Go Nagai riversa tutta la sua delusione per la società dell’epoca, un momento storico caratterizzato da guerre – era in corso quella del Vietnam -, sfruttamento intensivo delle risorse naturali e non mancavano proteste giovanili.
Nell’opera non solo vi è lo spettro della paura di una guerra nucleare, ma anche un chiaro messaggio ecologista e di critica verso l’uomo che è stato solo capace di distruggere la natura un tempo lussureggiante.
Un racconto che non lascia scampo, privo di speranza o redenzione con lo stermino dell’uomo e la sconfitta di Akira/Amon e del suo esercito di devilman ad opera di Satana e dei demoni, veri abitanti della Terra.
Devilman ha un finale spiazzante
Non è un caso che nel finale veniamo a sapere come tutto ciò che credevamo di sapere era errato. Un finale spiazzante che mette in mostra come l’unica colpa dei demoni sia stato quello di essere nati e di seguire la propria natura. Come già specificato nel corso del racconto, ci si accorge come l’uomo (e la divinità) sia più crudele e meschino dei demoni e l’autore lo ribadisce con le ultime tavole.
Una critica rivolta anche alla società giapponese degli ’70, in particolare alla classe borghese ed al suo essere immobilista e perbenista.
Lo scopo dell’artista era quello di scandalizzare e scuotere un Paese fin troppo pudico. Una sorta di “vendetta” nei confronti di un Giappone moralista, in particolare dell’Associazione Genitori e Insegnanti giapponese (PTA) che lo avevano criticato per il manga erotico La scuola senza pudore.
Un tema quello della paura del nucleare che possiamo ritrovare anche in Mazinga, così come temi sociali quali la migrazione dei popoli e la convivenza tra razze diverse – in entrambe le opere l’uomo viene a contatto con civiltà completamente diverse dalla sua – e la difficoltà che questa comporta.
Inoltre Devilman e il Super Robot condividono anche lo sfruttamento dei figli da parte del padre. In entrambe le opere infatti abbiamo dei giovani che si caricano sulle spalle il destino del mondo, ereditando loro malgrado la missione della propria famiglia, anche se non biologica come nel caso di Akira/Amon.
Un diavolo innamorato
Come sempre dal manga venne tratta una serie animata. Pochi mesi dopo l’inizio della pubblicazione la storia di Devilman arrivò su piccolo schermo. L’8 luglio del 1972 sul canale TV Asahi venne trasmesso il primo dei 39 episodi che compongono l’anime.
Una storia che però risulta edulcorata e con molte differenze. Non solo nell’anime Devilman perde il suo aspetto demoniaco – in parte caprino – a favore di uno più “rassicurante” con il corpo verde e due ali rosse, ma non vi sono traccia di Ryo Asuka e della sua eredità di paura e Akira entra a contatto con i demoni per puro caso, ma soprattutto il giovane demone Devilman – nome che ha sostituito quello di Amon – decide di combattere per difendere l’uomo per amore (di Miki) e non perché il suo spirito e la sua mente sono controllati dalla purezza d’animo di Akira.
L’anime di Devilman in Italia sarebbe arrivato nel 1983
L’anime di Devilman in Italia sarebbe arrivato nel 1983, trasmesso su reti locali. Dal 1994 non viene più trasmesso in chiaro a causa delle proteste dei genitori per la violenza e la ematica horror. Oltre all’edulcorazione rispetto all’opera originale, nel Bel Paese è arrivata quindi anche la beffa.
Da oltre 20 anni l’uomo diavolo non viene trasmesso in chiaro a causa di lamentele fuori luogo. Stessa sorte per l’iconica sigla scritta da Riccardo Zara e cantata da I Cavalieri del Re, la cui pubblicazione venne bloccata da RCA proprio in seguito alle proteste.
Un media franchise quello di Devilman che ha visto il suo autore tornare più volte sull’argomento o lasciando l’incombenza ad altri.
Molti gli spin-off e i crossover creati nel corso degli anni. Già negli anni ’70, parallelamente al manga originale, venne pubblicata la versione cartacea dell’anima ad opera di Mitsuru Hiruta (che aveva collaborato con Nagai per Scuola senza pudore).
Nel 1981 venne pubblicato il volume unico Devilman – Time Travellers, nel 1999 è la volta di Amon – The Darkside of Devilman, scritto e illustrato da Yu Kinutani, che sarà anche autore di Strange Days – The Apocalypse of Devilman. Inoltre nel 2012 è stata pubblicata la storia Devilman VS Hades e dal 2012 al 2014 è stato pubblicato il manga spin-off Devilman G, scritto da Go Nagai e disegnato da Rui Takato.
In ambito video invece Devilman compare negli OAV crossover Mazinga Z contro Devilman, Getter Robot VS Devilman e Cyborg 009 vs. Devilman. Esistono anche due OAV pubblicati nel 1987 e nel 1990 il cui scopo era sopperire alla mancanza di un prodotto animato fedele all’opera cartacea. I due episodi – La genesi e L’arpia Silen – però coprono solo gli eventi dei primi due volumi. Nel 2018 il demone di Go Nagai torna sul piccolo schermo grazie a Netflix con l’ONA (Original Net Anime) Devilman Crybaby, serie che in 10 episodi riscrive le gesta del personaggio.
Tra gli spin-off il più noto è senza dubbio Devillady
Tra gli spin-off il più noto è senza dubbio Devillady. Il manga pubblicato tra il 1997 ed il 2000 vede protagonista l’insegnante Jun Fudo e narra la sua lotta contro i Devil Beast, mostruose creature che si risvegliano all’interno di alcuni esseri umani ed incapaci di mantenere il controllo. Dal manga è stato tratto un anime di 26 episodi.
Esistono anche un gioco per la playstation 2 pubblicato nel 2000 e tre romanzi: Shin Devilman, Shin Video Shosetsu – Devilman: Tanjo Hen e Devilman: The Novel, tutti e tre scritti da Yasutaka Nagai, fratello del mangaka. Come se non bastasse Devilman è arrivato anche in live action nel 2004. Diretto da Hiroyuki Nasu, il film vinse il per i migliori effetti speciali all’Asian Film Festival ma anche quello come peggior film giapponese del 2004.
In conclusione dell’approfondimento di Devilman, il manga di Go Nagai è un crudo racconto horror in cui abbondano violenza, sangue e paura. Una storia capace di affascinare e allo stesso tempo respingere, in cui non mancano la critica sociale alla società dell’epoca – ma tristemente valida ancora oggi – e dove l’happy ending è un mero sogno.
Capolavoro senza tempo.
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