La storia di seguito esposta si colloca all’interno degli eventi relativi alle cosiddette Guerre Indiane, ovvero quelle azioni di guerra che il governo americano intraprese, in particolar modo nella seconda metà dell’Ottocento, al fine di impossessarsi dei territori in cui da sempre avevano vissuto le popolazioni pellerossa.
Guerre senz’altro eticamente ingiustificate e che hanno avuto un ruolo importante nell’adempimento del fin troppo spesso ignorato genocidio dei nativi americani.
Di seguito verranno riportati solo gli avvenimenti principali relativi alla Guerra Modoc e per amor di sintesi è risultato inevitabile l’adozione di semplificazioni nell’esposizione dei fatti. Per maggiori dettagli si consiglia la lettura del saggio “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee“ di Dee Brown.
Il contesto storico
Ci troviamo nella California del XIX secolo. Gli indiani presenti in questa zona, sin dall’inizio della colonizzazione europea, avevano dimostrato un carattere particolarmente mite. Qui si trovavano popolazioni che si adattarono ai primi invasori spagnoli, i quali li convertirono al cristianesimo (anche in virtù del fatto che l’alternativa, già in parte subita, era lo sterminio).
Con la scoperta dell’oro del 1848 e la parziale cessione del territorio agli Stati Uniti in seguito alla guerra messicano-statunitense, le poche tribù non belligeranti vennero praticamente rase al suolo dagli invasori americani.
A tale gruppo non appartennero i Modoc, residenti al confine con l’Oregon, nei pressi del Lago Tule.
I Modoc e Capitan Jack
Fino alla metà dell’Ottocento la tribù dei Modoc rimase quasi sconosciuta agli uomini bianchi, ma quando questi ultimi si resero conto della loro presenza tentarono di eliminarli, costringendo la tribù a difendersi in battaglia.
È in tale periodo che fa la sua comparsa Kintpuash, figlio di un capo Modoc dell’epoca. Egli era stato da sempre contrario alle ostilità, riteneva del tutto inutile le battaglie che si combattevano per il territorio, nella convinzione che ci fosse abbastanza spazio per tutti nella grande terra della California.
Quando divenne capo si adoperò immediatamente per creare un clima di reciproco rispetto con l’uomo bianco. Egli si pronunciò più volte a favore della possibilità di porre radici nel territorio da parte dei coloni, senza chiedere nulla in cambio. Strinse in particolare buoni rapporti con i coloni di Yreka.
Si instaurò quindi un buon rapporto di amicizia tra le due comunità. Gli uomini bianchi trovavano simpatici i Modoc, a tal punto che si permisero di dar loro nuovi nomi, più che altro per una maggiore facilità di pronuncia.
Kintpuash divenne così Capitan Jack.
Lo spostamento nelle riserve
I problemi iniziarono nel periodo della guerra di secessione americana. In situazioni di necessità importanti, i Modoc erano soliti prendere in prestito i cavalli dei coloni oppure uccidere qualche capo di bestiame per sfamare la propria famiglia.
La maggioranza dei coloni accettava la cosa ritenendola tutto sommato un giusto pagamento, dato che erano entrati in possesso della terra senza dover corrispondere alcunché. Ad altri coloni invece la cosa non andava per niente giù e si adoperarono per chiedere al governo americano lo spostamento dei Modoc in altri territori.
Vennero dunque inviati dei commissari di pace per stipulare quello che venne poi chiamato trattato di Council Grove, il quale prevedeva lo spostamento dei Modoc in una riserva dell’Oregon. Nonostante non fosse del tutto d’accordo, Capitan Jack acconsentì per amore della pace.
Nella riserva ben presto le cose cominciarono a non andare come ci si aspettava: oltre agli scontri con gli altri indiani già presenti (i Klamath, da cui prendeva il nome la riserva) i quali non volevano saperne di dividere il loro territorio con altri, il popolo Modoc cominciò a patire la fame a causa dei ritardi nell’arrivo delle provviste promesse dal governo americano.
La fuga e il primo scontro a Lost River
Vista la pessima situazione, Capitan Jack decise di condurre i suoi fuori dalla riserva, nei pressi del Lost River, territorio che era appartenuto ai Modoc. Il governo americano, al rifiuto della richiesta alla tribù di tornare nella riserva, rispose mandando l’esercito, il quale giunse all’accampamento Modoc il 29 novembre 1872.
I soldati ricevettero l’ordine di accerchiare il campo e tenere sotto tiro i suoi residenti.
Capitan Jack acconsentì nuovamente a tornare nella riserva con i suoi trecento Modoc, non nascondendo la contrarietà a quell’imposizione e non nascondendo comunque la mancanza di fiducia nell’uomo bianco. Il capo della compagnia dell’esercito americano che era stata inviata, il maggiore James Jackson, chiese al capo di deporre il suo fucile, in modo che lo facessero anche tutti i membri della tribù.
Capitan Jack fece ciò che gli venne chiesto, ma tutti erano contrariati dal motivo di tale richiesta: il loro capo non aveva mai minacciato l’uomo bianco, non era corretto chiedere la consegna delle armi. Un componente della tribù, si limitò a consegnare il fucile, ma non la pistola che portava al fianco.
Da questo nacque una diatriba con un soldato che sfociò in una sparatoria, aperta per ordine del maggiore Jackson e conclusasi con un un morto e sette feriti fra i soldati, due morti e tre feriti tra i modoc.
I soldati si ritirarono nella consapevolezza di non essere in numero tale da poter dare battaglia. Quindi Capitan Jack condusse la sua gente presso i Lava Beds, terra sacra dei Modoc costituita da crepacci rocciosie caverne difficilmente accessibili.
La banda di Uncino Jim
Qualche giorno dopo i fatti, all’accampamento di Capitan Jack giunse Uncino Jim, un modoc che con una piccola banda si trovava accampato dall’altra parte del Lost River durante gli eventi dell’incontro col maggiore Jackson. Qui il capo venne a sapere con orrore cosa era successo in quei giorni di assenza.
L’indiano affermò che nello stesso momento dell’incontro erano giunti dei coloni che avevano fatto fuoco contro la banda di Uncino Jim. Nella sparatoria fra i Modoc persero la vita diversi uomini, un’anziana e un bambino ancora in braccio alla madre.
In cerca di vendetta, Jim e la sua banda attaccarono successivamente una fattoria di coloni che avevano trovato sul loro cammino.
Uccisero dodici persone.
Capitan Jack si strusse dal dolore quando scoprì che si trattava dei coloni con cui lui stesso aveva stretto un rapporto di amicizia in passato e rimproverò duramente la banda di Uncino Jim, affermando che avevano fatto tutto ciò di loro iniziativa e che si sarebbero dovuti prendere le loro responsabilità a riguardo.
L’attacco e la vittoria ai Lava Beds
Tempo dopo i soldati giunsero numerosi nel luogo in cui si trovava la tribù di Capitan Jack. Essi speravano che il capo si arrendesse evitando ulteriori problematiche. Capitan Jack era favorevole alla resa, ma la banda di Uncino Jim era assolutamente contraria.
I guerrieri votarono e risultò che la maggior parte era favorevole al continuare delle ostilità.
L’esercito non si fece attendere e iniziò a bombardare la zona con degli obici. Ma quella era la terra dei Modoc ed essi seppero sfruttare la conformazione rocciosa in modo che venisse a loro vantaggio: scomparivano ed apparivano dai crepacci e riuscirono a dare l’idea di essere in molti di più di quanti effettivamente fossero.
Riuscirono addirittura a guidare una carica che mise in fuga i soldati.
I Modoc quella notte festeggiarono la vittoria sull’uomo bianco.
I tentativi di riconciliazione
Più di un mese dopo una cugina di Capitan Jack che aveva sposato un bianco e con esso anche i modi e i costumi dei bianchi, si recò per fare da intermediario per la pace.
Il capo si rese subito disponibile ma, preoccupato per i suoi uomini, chiese cosa sarebbe successo alla banda di Jim, al ché gli venne risposto che non sarebbero stati processati, ma trattati come prigionieri di guerra e condotti in una riserva. Si decise dunque che fosse inviata una commissione e indetto quindi un consiglio per trattare la pace.
Prima che ciò avvenisse però la banda di Uncino Jim si recò di nascosto al forte in cui risiedevano i commissari, fra cui figurava il Generale Edward R.S. Canby, già famoso per essere riuscito anni prima ad ottenere la pace con i Navajo.
Canby fu più che lieto e nella fretta di avvisare Washington della vittoria ottenuta tramite telegramma si dimenticò di far arrestare la banda, la quale girò tranquillamente per il forte.
Qui un colono li riconobbe come i responsabili del massacro dei coloni e li accusò duramente minacciandoli di farli processare in Oregon.
Uncino Jim e la sua banda scapparono impauriti.
Raggiunto Capitan Jack gli dissero che le intenzioni dell’uomo bianco erano false e che stavano in realtà tendendo una trappola ai Modoc.
Essendo tornate alla ribalta le azioni degli uomini di Uncino Jim, ora il governo dell’Oregon pretendeva giustizia, cosa che obbligò Canby a rimangiarsi la proposta di amnistia.
Nonostante ciò, Canby e Capitan Jack erano ancora desiderosi di ottenere la pace. In una lettera al consiglio Capitan Jack scrisse:
Lasciamo che ogni cosa sia cancellata, lavata dal tempo e che non scorra più sangue, (…) mi sono rimasti pochi uomini e non vedo come possa rinunciare a loro.
I due si incontrarono in veste non ufficiale, ma Capitan Jack trovò irritante la presenza di diverse truppe a distanza di tiro, dato che gli indiani erano lì per parlare e non per combattere. Disse inoltre che desiderava che la banda di Uncino Jim venisse trattata come tutti gli altri Modoc, ma Canby affermò di non poter promettere nuove amnistie.
Tra i due si creò una situazione di diffidenza reciproca.
Venne indetto un nuovo consiglio, ma prima della data per cui fu stabilito Capitan Jack volle incontrare gli altri commissari, dato che non si fidava più di Canby. In particolare egli voleva parlare con Alfred B. Meacham, il quale era stato agente dei Modoc quando si trovavano nella riserva in Oregon.
Capitan Jack gli disse che a lui e alla sua gente bastava rimanere nel Lava Beds, una terra inospitale anche per l’uomo bianco, motivo per cui non c’era motivo di negargliela. Meacham rispose che senza la consegna della banda di Uncino Jim non potevano esserci accordi.
Capitan Jack si opponeva a tale prospettiva. Avrebbe preferito che la questione si chiudesse là e ognuno fosse andata per la propria strada, ma in caso non fosse possibile non capiva perché egli doveva consegnare i suoi uomini per farli processare secondo le leggi dell’uomo bianco, ma allo stesso tempo non era possibile invece consegnare agli indiani i coloni responsabili dell’attacco alla banda di Uncino Jim (che ricordiamo causò la morte anche di un bambino) per giudicarli secondo la legge dei Modoc.
La risposta di Meacham fu chiara e decisa:
La legge Modoc è morta. Ora nel paese domina la legge dell’uomo bianco. Esiste una sola legge per volta.
Capitan Jack si trovava fra l’incudine e il martello, arrivò a chiedere implorando Meacham cosa avrebbe dovuto fare per evitare il combattimento e proteggere allo stesso tempo la propria gente.
La verità era che non c’era nulla da fare ed ormai era chiaro ad entrambi.
La sfida a Capitan Jack
All’accampamento Modoc vi era grande tensione. Uncino Jim e i suoi seguaci erano convinti che il loro capo li stesse per tradire. Gli chiesero di assumere una posizione decisa contro l’uomo bianco e di combattere.
Uncino Jim sfidò apertamente il rango di capo di Capitan Jack: gli disse che avrebbe dovuto promettere di uccidere personalmente il generale Canby altrimenti sarebbe stato ucciso egli stesso dai propri uomini. Egli si rifiutò, ma venne tacciato di codardia: la cosa lo fece infuriare e lì per lì proclamò con rabbia che avrebbe ucciso Canby.
Il mattino seguente Capitan Jack si rese conto di essere stato guidato dal rancore. Non voleva uccidere nessuno.
Radunò i suoi uomini e chiese loro di non obbligarlo a mantenere una promessa fatta in un momento di rabbia, ma Uncino Jim e i suoi lo costrinsero a mantenerla.
Capitan Jack disse che nel prossimo incontro avrebbe chiesto ancora a Canby molte volte che venissero accettate le richieste dei Modoc.
In caso contrario lo avrebbe ucciso, come promesso.
L’ultimo incontro con il generale Canby
Era il Venerdì Santo del 1873. La tenda nel luogo in cui era stato fissato il nuovo consiglio era pronta. I commissari e Capitan Jack, seguito da alcuni dei suoi uomini (fra cui anche Uncino Jim) erano ora riuniti.
Parlarono prima Canby e poi Meacham, seguiti dal capo Modoc, il quale avanzò nuovamente le stesse richieste. Ciò irritò fortemente Meacham. Gli animi erano visibilmente accesi.
Gli indiani, ed in particolar modo Uncino Jim, erano pronti a dare battaglia in quella stessa occasione e Canby lo aveva intuito. Capitan Jack chiese nuovamente a Canby di promettergli un territorio in cui avrebbe potuto vivere in pace con la sua gente. Un Modoc si rivolse furiosamente a Canby nella propria lingua dicendogli che erano stanchi di parlare.
La situazione stava precipitando velocemente. Fu un attimo: Capitan Jack gridò ai suoi uomini di tenersi pronti in lingua Modoc. Tirò fuori la pistola e la puntò su Canby. Premette il grilletto, ma la pistola fece cilecca.
Canby guardò Capitan Jack attonito, quest’ultimo riprovò e questa volta si udì lo sparo. Canby cadde a terra morto. Ci fu una grande confusione dalla quale i Modoc riuscirono però a fuggire per tornare ai Lava Beds.
La fine della guerra e il destino dei Modoc
Tre giorni dopo iniziò il combattimento, guidato dal Generale Jefferson C. Davis. I soldati colpirono duramente la zona a suon di mortai. L’esercito riuscì a individuare grazie a mercenari indiani il punto fra i crepacci dei Lava Beds in cui si era rintanato Capitan Jack con la sua gente.
Dopo diversi giorni di fuga dai soldati e la sconfitta dei modoc nella Battaglia di Dry Lake, il gruppo di Uncino Jim abbandonò il loro capo con pochi uomini rimasti a lui fedeli.
Aveva difeso i suoi uomini in ogni modo, ma ora Capitan Jack era rimasto con meno di quaranta persone a combattere più di mille soldati.
Nel giugno del 1873 la banda di Uncino Jim si arrese ai soldati, offrendosi addirittura di aiutarli a trovare Capitan Jack e i pochi uomini rimasti con lui.
Uncino Jim tradì il capo che si era rifiutato di tradirlo. Capitan Jack era stato tradito dalle stesse persone che lo avevano accusato di codardia e che ora per salvare se stessi lo stavano consegnando al nemico.
Alla fine, dopo giorni di inseguimenti, il capo Modoc venne circondato e si arrese assieme agli ultimi tre guerrieri rimasti fedeli. Il dipartimento della Guerra di Washington ordinò che venisse processato, ma il processo non era ancora concluso che già era stato ultimata la costruzione del patibolo: il verdetto era già stato scelto.
Fra i testimoni del processo vi erano Uncino Jim e la sua banda, ai quali l’esercito promise la libertà in cambio del loro tradimento. Una delle ultime cose che Capitan Jack disse al processo fu:
Uncino Jim è uno che voleva sempre combattere, e cominciò ad uccidere e ad assassinare. La vita mi appartiene per poco. Voi bianchi non mi avete vinto. Mi hanno sconfitto i miei uomini.
Capitan Jack fu impiccato il 3 ottobre del 1873.
Dopo la sepoltura, il suo corpo venne trafugato di nascosto. Si scoprì tempo dopo che era stato imbalsamato e veniva esposto come attrazione alle fiere nell’Est degli Stati Uniti, al prezzo d’ingresso di 10 centesimi.
I poco più di centocinquanta Modoc rimasti vennero trasferiti nelle riserve. Uncino Jim morì sei anni dopo. All’inizio del Novecento rimanevano poco più di cinquanta Modoc ancora in vita. Oggi ciò che resta della comunità Modoc vive fra l’Oregon e l’Oklahoma.
Nel 1984 lo Smithsonian Institute restituì i resti di Capitan Jack ai suoi discendenti.
Io sono soltanto un uomo. Sono la voce del mio popolo. Quali che siano i loro sentimenti, io dico questo: non voglio più la guerra.
La mia pelle è rossa, il mio cuore è come il cuore di un uomo bianco; ma io sono Modoc.
Capitan Jack