Secondo l’ex mentore di Mark Zuckerberg, Roger McNamee, Facebook è vista dal suo fondatore come “una Nazione sovrana”, mentre lo stesso Zuckerberg farebbe quello che fa perché è affamato di potere, e non di soldi.

Il giornalista Ali Velshi ha intervistato Roger McNamee, venture capitalist e una delle primissime persone ad aver compreso il potenziale di Facebook, decidendo di investire nell’azienda di Mark Zuckerberg.

Lo stesso Roger McNamee sostiene di essere stato una sorta di mentore per Mark Zuckerberg, che avrebbe “svezzato” e introdotto al mondo del business in modo proficuo. Oggi però l’investitore è diventato uno dei più vivaci critici dell’Impero di Facebook, al punto che sull’argomento ci ha scritto un libro dall’eloquente titolo “Zucked: Waking Up to the Facebook Catastrophe”.

 

 

Roger McNamee, a differenza di molti altri critici, ha il privilegio di conoscere profondamente la storia alla base della nascita di Facebook, oltre che la mentalità e i desideri del suo fondatore.

La compagnia sostanzialmente ritiene di essere dotata di sovranità, l’equivalente di una Nazione. Gli utenti attivi di Facebook sono quasi il doppio degli abitanti della Cina. Quindi Mark Zuckerberg è dell’idea che praticamente nessuno possa dirgli cosa deve fare.

ha detto durante l’intervista, per po continuare così:

Le persone pensano che si tratti di soldi, ma io penso che siano molto secondari. Io penso veramente che si tratti di potere. Credo che Mark Zuckerberg creda che connettere tutte le persone del mondo all’intero di un solo network -il suo network- sia la cosa migliore che qualsiasi essere umano possa fare. Secondo il suo modo di vedere le cose, ha a che fare con l’efficienza, con la scalabilità e con l’imporre questa visione agli altri.

Trovate l’intervista completa nel link in fonte.