Facebook vuole capire se ha il potere di manipolare le elezioni. Uno studio scientifico coinvolgerà 400.000 elettori per capire in che modo il social influisce sulle loro opinioni e sul loro voto.
Nel 2016 Mark Zuckerberg aveva definito “una follia” l’idea che Facebook potesse aver influito in qualche modo sull’elezione di Donald Trump. A distanza di quattro anni questa ipotesi sembra già meno folle, tant’è che la stessa azienda ad aver appena avviato uno studio per capire se Facebook ha realmente il potere di manipolare gli elettori e i risultati delle elezioni.
A dare risposta a questa domanda sarà un team composto da 17 ricercatori e una ventina di dipendenti di Facebook.
I risultati dello studio saranno pubblici e l’azienda promette di non interferire con la ricerca.
I ricercatori cercheranno di capire il ruolo di Facebook nella polarizzazione politica e nella diffusione delle campagne di disinformazione. Ma non solo, cercheranno di capire anche se il social può rafforzare la partecipazione al voto e la fiducia nella democrazia.
L’esperimento coinvolgerà 200.000-400.000 elettori
Secondo Protocol, l’esperimento coinvolgerà trai 200.000 e i 400.000 elettori. Saranno divisi in gruppi diversi, mentre il loro newsfeed verrà continuamente manipolato dai ricercatori per valutare gli effetti di ciascun cambiamento. Ad esempio potrebbero vedere più pubblicità oppure meno, oppure l’algoritmo potrebbe scegliere di mostrare loro spot elettorali o contenuti diversi da quelli della loro social bubble. In alcuni casi i ricercatori potrebbero richiedere agli elettori di interrompere per un certo lasso di tempo l’uso del social, in modo da capire se questo ha un impatto sulle loro opinioni o sulla loro serenità.
Ad ogni modo, nota il magazine, si rischia un (grave) effetto paradossale: nel compiere questo genere di manipolazioni per cercare di capire se Facebook ha il potere di influenzare un’elezione, non c’è forse il rischio che il social finisca per compromettere veramente gli esiti delle presidenziali del 2020? Facebook sostiene che farà il possibile per assicurarsi che questo non avvenga. “È un gruppo troppo piccolo per avere un impatto significativo”, sostiene l’azienda. Peccato che le elezioni del 2016 siano state determinate da uno scarto di poche decine di migliaia di voti in alcuni Stati chiave, non centinaia di migliaia, né milioni.