Nel 2018 il Ministero degli Interni aveva ordinato la sperimentazione delle pistole taser da parte delle forze dell’ordine. La fase di test non ha dato gli esiti sperati, ora il Governo fa marcia indietro.
Due anni fa l’inizio dei test, annunciati in pompa magna dal Viminale. I taser erano stati dati alle forze dell’ordine in servizio a Milano, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Catania e Brindisi.
L’appalto se l’era aggiudicato, in via transitoria e fermo restando la necessità di superare la fase sperimentale, la sussidiaria tedesca dell’azienda americana Axon Public Safety, già nota con il nome di Taser International. Le pistole TX2 (32 in totale) sono state fornite gratuitamente: l’Italia si era impegnata a pagare l’azienda esclusivamente nel caso in cui si fosse deciso per l’adozione di massa da parte delle forze dell’ordine.
Con una circolare del 21 luglio, il Ministero dell’Interno ha annunciato ufficialmente il parere negativo all’adozione dei taser.
Le armi non letali, spiega il Governo, non avrebbero superato i test di balistica, al punto da risultare un rischio per l’incolumità dei cittadini e delle stesse forze dell’ordine. La fase sperimentale è ufficialmente conclusa.
L’Axon Public Safety ha già dichiarato che intende impugnare la decisione del Governo, sostenendo che i test interni avevano dato, al contrario, esiti più che positivi parlando di «piena aderenza alle specifiche tecniche previste dal Bando di gara in oggetto». Insomma, si legge tra le righe, le pistole TX2 vanno più che bene e se l’Italia ha deciso di tirarsi indietro è per ragioni che non dipendono dalla loro reale sicurezza.
Addio definitivo all’ipotesi di dotare le forze dell’ordine italiane di armi non-letali? Forse no, il Capo della Polizia, Franco Gabrieli, ha spiegato alla Stampa che «l’intendimento di dotare le forze di polizia di un’arma a impulsi elettrici» rimane invariato. Va capito se sarà l’Axon a fornirceli.
- La sperimentazione dei taser non è andata bene (ilpost.it)