Alla scoperta di tutti i paperi su Disney+. Diciamo la verità: i paperi sono i personaggi più fighi dell’universo Disney. Non me ne voglia Topolino, a cui va tutto il mio affetto, ma l’universo creato nel corso dei decenni attorno a Paperino e la sua sgangherata famiglia allargata è inarrivabile.
Nonostante Topolinia rimanga inamovibile al centro delle trame della Casa del Topo (appunto), non si può negare che Paperopoli sia la città dove accadono le cose più interessanti. Insomma, una è Washington, l’altra è New York.
Con l’arrivo di Disney+ mi sono buttato all’esplorazione del catalogo (che trovi qui) tra perle più o meno dimenticate (dai un occhio qua) ma non posso fare a meno di segnalare quelle che sono le produzioni legate alla gang dei paperi.
Da sempre arrembanti, mutevoli, pieni di difetti ma ricchi di sentimenti e avventure mozzafiato, i personaggi con il becco sono stati un grande serbatoio per la Walt Disney per osare, sperimentare e uscire dai “soliti canoni”. Andiamo dunque alla scoperta di tutti i paperi su Disney+, la piattaforma streaming del noto colosso, e dove trovarli.
Il Papero Zero: Tutto Paperino su Disney+
Non si può parlare di pennuti senza iniziare dalla genesi di Paperino.
Il nostro buon Donald Duck compare per la prima volta in assoluto in una Silly Symphony al cinema il 9 giugno 1934 negli USA, recitando una piccola parte in Gallinella saggia (The Wise Little Hen). Presente nel catalogo Disney+ e quindi una bella chicca da recuperare.
Paperino nacque… dopo la sua voce.
Walt Disney infatti sentì recitare l’attore e imitatore John Nash in una trasmissione radiofonica e la trovò perfetta per uno dei suoi personaggi… solo che quel personaggio ancora non esisteva.
Ecco dunque che il papero fu modellato sull’incredibile parlata di Nash, che ha legato la caratterizzazione leggendaria di Donald Duck alle sue strimpellanti corde vocali.
Con la sua interpretazione al limite del comprensibile ma esilarante e unica, i cartoon con Paperino diventano più “fisici”, con una comicità slapstick e assurda che piace al pubblico.
C’è da dire che, nato in concomitanza dell’ascesa a icona pop di Topolino, Paperino ereditò i lati più “maleducati” che i genitori non volevano vedere nel Topo.
Eccolì qua: ying e yang, bravo ragazzo e scriteriato con problemi di rabbia.
Non per nulla riesce a dargli sui nervi benissimo: si veda lo scatenato Il Concerto Bandistico (1935), primo incontro-scontro fra i due beniamini.
Oppure nello scatenato Gli Scacciafantasmi (1937), cortometraggio seminale dove la “sacra triade” Topolino-Pippo-Paperino si improvvisa cacciatrice di spettri… ispirando nientemeno che Dan Aykroyd per la sua idea dell’originale Ghostbusters!
E con il tempo anche le fattezze di Donald diventarono più armoniche, meno spigolose: il muso più espressivo, gli occhi più grandi e il becco più largo!
Quanto al carattere, nelle guidelines del 1935 l’animatore Fred Spencer così scrive:
“Si esalta quando può imporsi o dare fastidio gli altri, ma si arrabbia da matti quando la situazione si rovescia. Bravo a darle, ma non a prenderle”
Dove ritroviamo Paperino a parte nelle prime Silly Simphonies?
Il Nostro pennuto compare in Il Drago Riluttante e Lo Scrigno delle Perle, sempre presenti nel catalogo della piattaforma di streaming.
Poi ci sono lavori memorabili e scolpiti nella storia come ad esempio Saludos Amigos, datato 1943, un coloratissimo caleidoscopio di arte, avventura e musica a ritmo di samba dove lui e Pippo si trovano alla corte di José Carioca.
Oppure in un altro classico amatissimo da più generazioni, I tre caballeros; gemello del precedente, creato per rinsaldare i rapporti tra Nord e Sud America nel 1944, con idee realizzative spettacolari tra una Aurora Miranda inseguita per le strade di Salvador de Bahia e un volo sulle spiagge di Acapulco con il tappeto volante di Panchito.
Ecco altri cortometraggi d’epoca da gustarsi su Disney+ per vedere i primi anni di carriera di Paperino:
- Pulitori di Orologi (1937)
- Hockey su Ghiaccio (1939)
- Costruttori di barche (1938)
- Paperino e l’appuntamento (1940)
- Paperino e la Gomma bucata (1943)
- Paperino e la roulotte (1950)
- Partita a Golf (1938)
- La Guerra dei Popcorn (1951)
- Cip e Ciop (1947)
- Disastri in cucina (1951)
- Paperino e la Fonte della Giovinezza (1953)
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Quack Pack: le serie sui Paperi presenti in piattaforma
Iniziamo da quella che forse è la meno conosciuta, ma non meno importante: ovvero la serie che risponde al nome di Quack Pack, e che in pratica è un sequel atipico di Duck Tales.
Arrivato da noi come “La banda dei paperi”, questa serie si configurava come una evoluzione sotto forma di commedia pura del rapporto tra Paperino e Qui Quo Qua: i tre nipoti del nostro pennuto infatti erano… adolescenti!
Una novità non da poco che per qualcuno forse è risultato quasi uno snaturamento dei personaggi classici: in 39 episodi abbiamo visto una Paperopoli frenetica ambientata da personaggi sia animali che umani, ma nessuna traccia di Zio Paperone, forse troppo “ingombrante” dopo Duck Tales.
Paperino ha una camicia viola squillante a fiori rossi, mentre la serie gliene fa accadere di tutti i colori in maniera esagerata. I toni sono infatti molto sopra le righe, fatto strano per un prodotto che si configurava come prosecuzione ideale delle avventure precedenti.
Stavolta però c’è Paperina, nei panni della pennuta in carriera come giornalista TV con look vistosamente anni ’90, con Paperino che si trova spesso e volentieri a lavorare in quell’ambiente e fare i lavori più umili e pericolosi dietro le quinte dello show business.
Una serie che forse voleva catturare il pubblico pre-adolescenziale toccando argomenti più di attualità e meno di avventura fine a se stessa, ma che forse ha mancato un po’ il bersaglio; è comunque un recupero storico importante che piacerà ai più. giovani.
Darkwing Duck: paperi che svolazzano nella notte
Iniziamo dalle dolenti note: al momento in cui scrivo, su Disney+ sono presenti soltanto una dozzina di episodi, che appartengono alla seconda (così dice la didascalia, ma a me sembra la terza) stagione di questa spassosa serie animata.
Darkwing Duck è praticamente il Batman di Paperopoli, se non fosse che il cartoon è ambientato nella cittadina di St. Canard che comunque deve essere nelle vicinanze.
Un supereroe con meno capacità del Cavaliere Oscuro ma certamente più follia: il suo vero nome è Drake Mallard e nella vita è un normale papero con spirito intraprendente.
Senza poteri ma con una formazione atletica particolare (a dir poco) e un serie di attrezzi che fanno impallidire il Pipistrello di Adam West, questo eroe sui generis ha catturato il cuore di tantissimi spettatori grazie al suo umorismo leggero e un cast di comprimari ben realizzato.
Lo stesso Drake passa dall’essere uno svampito cacciatore di gloria ad un amorevole padre adottivo e un eroe più responsabile, grazie alla presenza di Ocalina, piccola paperotta che adotterà e proteggerà… anche se spesso è lei a partecipare attivamente alle avventure, pur senza diventare il Robin della situazione… almeno all’inizio!
Insomma, non siamo dalle parti di Paperinik (anche se una serie animata di PK sarebbe una figata: Disney ci senti?) e neppure di Duck Tales, con il quale tra l’altro ci sono diversi punti di contatto, ma Darkwing Duck è una serie che ha lasciato il segno soprattutto per la qualità della scrittura e le trovate geniali che costellano gli episodi.
Con il buon Jet McQuack a fargli da braccio destro e altre comparsate eccellenti tipo RoboPap (o RoboDuck che dir si voglia), il nostro eroe ha vissuto un sacco di avventure godibilissime per oltre 90 episodi divisi in tre stagioni.
Gli sono anche stati dedicati diversi videogiochi, sicuramente per NES e Game Boy che avevo e giocavo spessissimo!
DuckTales: Storie di Paperi, ma che bei paperi
Il 18 settembre 1987 andò in onda su Disney Channel una delle serie animate destinate a fare la storia: il suo nome era Duck Tales e sarebbe diventata una delle pietre miliari capaci di rinnovare il rapporto di un paio di generazioni con i prodotti Disney.
Dopo tre anni e cento episodi, le avventure rocambolesche di Zio Paperone e Qui, Quo, Qua, per la prima volta senza Paperino e con molti nuovi personaggi accanto a volti noti, erano diventate un fenomeno mondale.
Duck Tales fu un successo importante, che generò hype, merchandising e fumetti – e anche un film animato – e che portò la Disney a mettere in lavorazione altre serie innovative poi diventate cult, come Cip & Ciop Agenti Speciali e TaleSpin, senza contare Darkwing Duck.
Liberamente ispirata alle storie di Carl Barks, la serie vede come mattatore zio Paperone, finalmente personaggio a tutto tondo e non soltanto caratterista di lusso o antagonista per Paperino.
Molto più allegro, aperto ai suoi nipoti e avventuroso, Paperone è il vero motore delle avventure.
Dunque via dal famoso deposito e si va in giro per il mondo a caccia di tesori e di guai, oppure si esplora Paperopoli conla sua curiosa fauna di abitanti.
Tanti nuovi personaggi memorabili entrati nel pantheon disneyano come Jet McQuack, impacciato ma coraggioso pilota di aerei, Fenton Paperconchiglia, contabile dello zione che si trasforma in Robobap grazie a un’armatura progettata da Archimede Pitagorico, e Gaia, paperetta che si unisce a Qui Quo Qua e spesso li mette in riga dimostrandosi più sveglia.
A tal proposito, si trova a che il lungometraggio del 1990 che ha seguito la serie tv, produzione originale dei Disney Movietoons Studios, Zio Paperone alla Ricerca della Lampada perduta, un vero film stile Indiana Jones/Tin Tin che ancora oggi è godibilissimo per grandi e piccini.
Il reboot di Duck Tales
Se l’operazione poteva far tremare i polsi e sollevare delle giuste perplessità, una volta arrivato questo reboot/remake della serie più amata delle Disney ha tolto ogni dubbio.
Come dice la sigla, giustamente rinnovata nell’arrangiamento ma non nel testo… La vita a Paperopoli è (ancora) un gran sballo!
Stavolta Paperino fa parte del cast e zio Paperone e Qui, Quo e Qua si cacciano nelle situazioni più assurde per i motivi più disparati. C’è ancora Jet McQuack, ci sono Gaia e Robopap…
Quello che cambia è decisamente il ritmo degli episodi e l’umorismo molto più marcato, con trame autoconclusive che portano comunque avanti a sprazzi un po’ di trama orizzontale.
Il nuovo volto di DuckTales è un’operazione riuscitissima che saprà catturare anche i nostalgici, grazie a location diverse e ben pensate, un ritmo vertiginoso, strizzate d’occhio alla cultura pop e al passato della saga, una realizzazione artistica notevole.
Il miracolo avviene nel tono, che non è infantile ma è adatto ai bambini, senza però annoiare gli adulti: e ci sono sorprese cole la satira di alcuni personaggi… Mark Becchis vi dice nulla?
E c’è spazio anche per genuine emozioni e un tocco di “drama” che non guasta, perché gestito da un team di scrittura da applausi. Non facciamo spoiler, ma sappiate che ci sono momenti toccanti.
C’è poco da aggiungere: il nuovo Duck Tales rinnova una grande tradizione di cartoon per tutte le età e dalle grandi emozioni.
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