Apple Arcade fatica a raggiungere i risultati sperati. Apple ha già iniziato a mostrare la porta ad alcune case di sviluppo che erano state coinvolte nel servizio.
L’idea era semplice: un Netflix per i videogiochi mobile, con un catalogo di titoli intriganti, tra esclusive e videogiochi gettonati, in cambio di un abbonamento a tariffa flat. Purtroppo per il momento Apple Arcade non sta portando all’azienda di Cupertino i risultati sperati.
Già ad inizio del 2020, Apple avrebbe rescisso diversi contratti con le case di sviluppo partner dell’iniziativa. Apple vuole recuperare risorse per concentrarsi su nuovi videogiochi in grado di mantenere i consumatori incollati allo schermo con maggiore forza.
Parola d’ordine engagement, l’azienda di Cupertino vuole titoli “infiniti”, giochi magnetici in grado di avere una longevità d’acciaio; Apple avrebbe citato Grindstone, un puzzle game sviluppato dalla Capybara Games, come archetipo di quello che sta cercando per il suo servizio in abbonamento.
L’improvviso ben servito da parte di Apple, scrive Bloomberg, avrebbe messo in difficoltà più di qualche sviluppatore indie. Gli ex partner di Cupertino sono liberi di portare i loro giochi altrove, Play Pass (la controparte di Google) incluso. Il problema è che quest’ultimo paga gli sviluppatori in base all’engagement dei loro videogiochi, mentre Apple contrattava accordi d’esclusiva con compensi più generosi.
Quanto agli studio coinvolti dal cambio di politiche di Apple Arcade, l’azienda ha corrisposto loro una sorta di liquidazione sulla base dei risultati raggiunti dai loro giochi. Le porte per future collaborazioni rimangono aperte, a patto che propongano videogame in grado di soddisfare la nuova filosofia del servizio.
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