Possiamo ricordare eventi nel tempo e nello spazio grazie a quella che è nota come memoria episodica, ma possiamo anche immaginare eventi posizionandoli in un tempo e spazio diverso da quello in cui stiamo vivendo e per fare ciò alcune regioni dell’ippocampo sono fondamentali.
I cervelli umani e animali possono rappresentare eventi nel tempo e nello spazio in modi affascinanti, ad esempio accedendo a una cronologia di eventi accaduti in passato attraverso stimoli percepiti dai sensi. Nel cervello umano, le dimensioni spaziali e temporali degli eventi si combinano e si manifestano in quella che è nota come memoria episodica, che può essere suscitata in qualsiasi momento mentre una persona sta navigando nel mondo.
La mappatura dello spazio-tempo della memoria episodica è radicata nell’ippocampo.
La memoria episodica si riferisce alla capacità umana di ricordare e riprodurre esperienze o eventi specifici del passato. Precedenti studi di neuroscienze suggeriscono che la mappatura dello spazio-tempo associata alla memoria episodica sia radicata in una specifica regione del cervello: l’ippocampo.
Sulla base dei risultati della ricerca finora raccolti, gli esseri umani sono le uniche specie sulla Terra in grado di immaginare sequenze cronologiche che non sono mai avvenute ma che potrebbero essere in qualche modo collegate a eventi reali. Questa capacità sta alla base di ciò che è noto come ragionamento causale, che implica l’identificazione di relazioni causa-effetto, come “se questa cosa accadrà in futuro, allora potrebbe accadere un’altra cosa”.
I ricercatori dell’École Polytechnique Fédérale di Lausanne, Manipal Institute of Technology e Université Paris-Saclay hanno recentemente condotto uno studio di indagine sul ruolo delle regioni cerebrali della formazione dell’ippocampo nella capacità umana di navigare attraverso eventi immaginati radicati in un tempo o spazio diverso dal presente.
Ci siamo chiesti in che modo l’ippocampo fosse coinvolto nella navigazione mentale nel tempo e nello spazio, operazione che richiede manipolazioni interne di eventi da una prospettiva egocentrica.
Hanno scritto i ricercatori nel loro articolo che continuano:
per rispondere a questa domanda, abbiamo rianalizzato un set di dati sulla magnetoencefalografia raccolti mentre i partecipanti si auto-proiettavano nel tempo o nello spazio e ordinavano eventi storici avvenuti prima o dopo oppure a ovest o est del sé mentale.
Il team di ricercatori che ha condotto lo studio ha effettuato un’analisi approfondita di un set di dati raccolti in un lavoro precedente in cui avevano utilizzato tecniche di neuroimaging risolte nel tempo per caratterizzare l’attività cerebrale di un gruppo di persone a cui era stato chiesto di immaginare cronologicamente eventi da diverse prospettive mentali nel tempo (futuro o passato) o in spazi diversi.
Nel loro nuovo articolo, i ricercatori hanno esaminato i dati precedentemente raccolti utilizzando un metodo diverso perché il precedente aveva limitazioni tali da non rendere possibile l’indagine di quali fossero le implicazioni dell’ippocampo.
Il nuovo metodo usato ha permesso di chiarire come le strutture profonde all’interno della formazione dell’ippocampo siano coinvolte nella capacità umana di ordinare mentalmente gli eventi immaginati nel tempo e nello spazio da una prospettiva egocentrica. La formazione dell’ippocampo è una parte del telencefalo, situata nella regione ventromediale di ciascun lobo temporale costituita dall’ippocampo propriamente detto, dalla corteccia entorinale, dal subicolo e dal giro dentato.
Abbiamo trovato un coinvolgimento selettivo dei lobi temporali mediali (MTL) con una notevole lateralizzazione degli effetti principali: mentre la capacità di ordinare nel tempo ha coinvolto principalmente l’MTL di sinistra, quella nello spazio ha coinvolto principalmente l’MTL di destra.
Hanno scritto i ricercatori.
I risultati delle analisi hanno quindi fatto luce sul contributo delle regioni cerebrali all’interno della formazione dell’ippocampo nella capacità psicologica di mettere gli eventi in ordine cronologico. La funzione esatta di queste regioni non è ancora del tutto chiara, ma il loro lavoro suggerisce che svolgono un ruolo chiave nell’ordinamento mentale di eventi ipotetici o immaginari che si verificano in luoghi diversi e in momenti diversi.