Non sarebbe una novità vedere un qualcosa di assolutamente fuori dal normale nelle vicinanze di Dubai, ma questa volta l’idea di alcuni architetti è veramente curiosa: una città marziana alle porte del deserto
Dubai è una città in cui i pompieri usano i jetpack, gli arcipelaghi sono costruiti da zero, dove non c’è acqua, le piste da sci sono sempre funzionanti e gli edifici si arrampicano tra le nuvole: una metropoli nel bel mezzo di un vasto deserto rosso. Ora Dubai è pronta per quello che dovrà essere il suo progetto architettonico più straordinario, una sorta di progetto ultraterreno.
Nel 2017, gli Emirati Arabi Uniti avevano annunciato l’ambizione di colonizzare il pianeta Rosso entro i prossimi cento anni.
In attesa di questa operazione, forse un po’ utopistica, una serie di architetti stanno immaginando come potrebbe essere una città marziana – e stanno pianificando di ricrearla nel deserto appena fuori Dubai.
Mars Science City era originariamente destinata a coprire 176.000 metri quadrati di deserto – le dimensioni di oltre trenta campi da calcio – e costerà circa 135 milioni di dollari.
Destinato come spazio per il Mohammed Bin Rashid Space Center (MBRSC) di Dubai, per sviluppare la tecnologia necessaria per colonizzare Marte, agli architetti Bjarke Ingels Group (BIG) è stato chiesto di progettare un prototipo di città adatta a sostenere la vita su Marte – e quindi adattarlo per l’uso nel deserto degli Emirati.
Come costruire una città marziana
Innanzitutto gli architetti hanno dovuto prima superare le immense sfide della creazione di un progetto che rendesse abitabile l’ambiente inospitale di Marte.
Il pianeta rosso è un ambiente veramente ostile, ha un’atmosfera molto sottile e nessun campo magnetico globale, quindi c’è pochissima protezione dalle radiazioni solari. La temperatura è un altro problema: la media su Marte è più o meno di -63 gradi C° (-81 gradi F). Ma secondo Jonathan Eastwood, direttore dello Space Lab dell’Imperial College di Londra, che non è collegato direttamente al progetto della città marziana di Dubai, le sfide della vita su Marte vanno ben oltre i tecnicismi.
Penso che la più grande sfida in termini di presenza prolungata su Marte non sia quella ingegneristica, o scientifica, ma senza dubbio quella umana e personale – ha spiegato l’ingegnere Eastwood – quindi non solo per rispondere alla domanda su come sopravvivremo, ma come prosperi remo?
Architettura marziana
Per mantenere una temperatura confortevole all’interno dei grandi edifici e una pressione dell’aria abitabile, la città marziana sarò formata da biodomi pressurizzati ciascuno coperto da una membrana di polietilene trasparente.
L’ossigeno, prodotto applicando elettricità al ghiaccio sotterraneo, riempirebbe ogni biodoma. Man mano che la popolazione su Marte crescerà, i biodomi si unirebbero per formare prima dei villaggi, poi delle città a forma di anelli.
La città sarebbe alimentata e riscaldata usando l’energia solare e la sottile atmosfera potrebbe effettivamente aiutare le cupole a mantenere la loro temperatura.
Dato che su Marte c’è pochissima atmosfera, il trasferimento di calore sarebbe molto basso il che significa che l’aria all’interno delle cupole non si raffredderebbe così velocemente come sulla Terra.
Gli edifici sarebbero stampati in 3D sotto le cupole, usando il suolo marziano e le grandi stanze si estenderebbero per venti piedi sottoterra, proteggendo da radiazioni nocive e meteore.
Il design futuristico diventerà persino un po’ fantasioso in alcuni punti. In futuro, su Marte, si potranno costruire (secondo gli studi di questi ingegneri) dei lucernari nelle cavità sotterranee dove al posto del classico vetro si potranno mettere anche degli acquari con pesci che nuotano intorno. Queste finestre d’acqua proteggeranno i residenti dalle radiazioni consentendo allo stesso tempo alla luce di entrare nelle stanze sotterranee.
Non più vincolato dalla fisica terrestre, l’architettura marziana può assumere una forma completamente nuova.
Essendoci circa un terzo di gravità, si possono creare colonne che sono più sottili e hanno lunghezze di strutture più lunghe, quasi come un set di regole completamente nuovo che devi seguire quando progetti l’architettura nello spazio.
MBRSC afferma che Science City è ancora in fase di definizione e che non c’è stato ancora un progetto o un architetto per la costruzione finale.
MBRSC afferma che Science City è ancora in fase di definizione e che non c’è stato ancora un progetto o un architetto per la costruzione finale, ma BIG ha già capito come adattare la sua proposta per il deserto di Dubai. Sulla Terra, le cupole non avrebbero bisogno di essere pressurizzate o riempite di ossigeno e gli edifici sarebbero stampati comunque in 3D per essere appoggiati nella sabbia del deserto piuttosto che nel suolo marziano.
Nel progetto di BIG, così come nei laboratori di ricerca, Mars Science City conterrà una struttura educativa, un museo, un anfiteatro e spazi per uffici in co-working. Ad oggi non esiste un calendario per l’inizio della costruzione o quando si aprirà un possibile cantiere, ma MBRSC afferma che sta attualmente conducendo uno studio dettagliato delle specifiche, che utilizzerà per sviluppare un budget e una dimensione rivisitata per il sito.