Zoom è senza dubbio la piattaforma per le video conferenze del momento, e che con l’emergenza coronavirus ha ottenuto un successo quasi inaspettato (crescita del 553%) in barba alle piattaforme più conosciute e blasonate (Skype e Google Meet). Tuttavia questa app ha prestato il fianco a diverse criticità dal punto di vista della sicurezza e della privacy, con utenti indesiderati capaci di introdursi in videoconferenze senza problemi. Questo fenomeno – chiamato zoombombing – dovrebbe essere corretto con un aggiornamento in uscita il 9 maggio.
Sono diverse le azioni messe in campo dagli sviluppatori per arginare questo problema dello zoombombing. In primis è stato data la possibilità agli amministratori delle video conferenze di disabilitare gli ID dei meeting personali per la pianificazione e l’avvio delle riunioni.
Ma è con l’aggiornamento del 9 maggio che l’entrata di persone indesiderate nelle conference call di Zoom dovrebbe finire per sempre. A partire da quella data, infatti, gli account base del servizio – ovvero quelli gratuiti – avranno bisogno delle password per poter accedere alla video conferenze.
Purtroppo questi aggiornamenti arrivano un po’ tardi per i tanti professionisti, professori e studenti che in queste settimane hanno dovuto spesso fare i conti con disturbatori e burloni/bulli che si sono divertiti (?) a interrompere le video conferenze, vitali ai tempi del coronavirus e del lockdown mondiale.
Tuttavia questo aggiornamento, oltre che rassicurare chi sta continuando a sfruttare Zoom per lavoro o per la didattica a distanza, potrebbe far tremare i competitor, che in questi giorni hanno fatto a gare per riconquistarsi gli utenti persi a suon di update e nuove funzioni, come Google con il suo Meet o Microsoft con Teams.