Le tue immagini mentali sono forti, sfocate o inesistenti? Non tutti visualizzano allo stesso modo e l’eccitabilità dei neuroni del cervello potrebbe essere responsabile di ciò.

La forza delle immagini mentali di una persona ossia la capacità di immaginare qualcosa è legata all’eccitabilità delle diverse regioni del cervello. Lo ha scoperto uno studio condotto dai ricercatori dell’UNSW di Sydney.

Se la corteccia prefrontale è più eccitabile avremo una persona più propensa a visualizzare immagini forti, mentre accade il contrario nella corteccia visiva ossia la persona sarà meno propensa.

L’eccitabilità del cervello è legata all’attività dei potenziali d’azione neuronali e varia da persona a persona.

È stato sorprendente osservare come i partecipanti con corteccia visiva meno eccitabile abbiano visto immagini mentali più forti

ha affermato la dott.ssa Rebecca Keogh, ricercatrice post-doc presso la School of Psychology dell’UNSW di Sydney e autrice principale dello studio.

I neuroni che si attivano più frequentemente nella corteccia visiva potrebbero aggiungere “rumore” al segnale dell’immagine, teorizzano i ricercatori, interferendo con la capacità di una persona di formare un’immagine chiara nella mente.

Pensa alla corteccia visiva del cervello come a una lavagna. Disegnare un’immagine su una lavagna polverosa (più eccitabile) renderebbe difficile la visione, ma se disegni su una lavagna più pulita (meno eccitabile), l’immagine sarà più chiara.

ha spiegato il dott. Keogh, che lavora con il professor Joel Pearson nel Future Minds Lab dell’UNSW, un centro che svolge sia ricerche fondamentali sulle neuroscienze cognitive sia ricerche più applicate.

Lo studio ha utilizzato un approccio multi-metodo per identificare il legame tra eccitabilità e forza dell’immagine, inclusa l’analisi dei dati di imaging cerebrale fMRI e l’induzione magnetica di allucinazioni deboli (un metodo chiamato Transcranial Magnetic Simulation o TMS).

Dopo aver identificato un legame tra l’eccitabilità del cervello e la forza delle immagini, i ricercatori hanno alterato l’eccitabilità della corteccia visiva usando una stimolazione cerebrale non invasiva (chiamata stimolazione transcranica a corrente continua o TDC) per vedere se veniva innescato un cambiamento nella forza delle loro immagini. Ogni fase della ricerca ha avuto dai 16 ai 37 partecipanti, con oltre 150 persone in totale coinvolte.