Il ratto talpa è un “super-mouse”: incredibilmente longevo, non sviluppa tumori, non sente il dolore e può stare più di 15 minuti senza respirare. Adesso emerge un’altra sua stranezza che potrebbe aiutarci a curare l’epilessia.

C’è un piccolo roditore, il ratto talpa nudo o eterocefalo glabro, che resiste al dolore, alla mancanza di ossigeno, allo stress da invecchiamento, ai tumori, alla mancanza di cibo ed acqua ed alle temperature estreme. Una specie di superman, anzi di “supermouse” che vive nelle zone pre-desertiche del Corno d’Africa.

Certo, non saranno degli adoni, ma, nella vita la bellezza non è tutto e questi animali ne sono la dimostrazione vivente.

Quale mammifero infatti ha la vita sociale di un insetto, il sangue freddo di un rettile e il metabolismo di una pianta? I ratti talpa nudi sono davvero straordinari.

L’eterocefalo glabro vive in Africa in gallerie sotterranee e colonie di centinaia di individui con un’organizzazione simile alle formiche.

L’eterocefalo glabro vive in Africa, in gallerie scavate fino a due metri sotto terra, in colonie di centinaia di individui organizzati in modo simile alle formiche: solo una “regina”, dotata di un piccolo harem di maschi, si riproduce, inibendo, non si sa bene come, la fertilità delle altre femmine.
Il dover continuamente strusciare contro le pareti delle gallerie, ha fatto si che i ratti talpa abbiano sviluppato una pelle insensibile al dolore e molto resistente, grazie a un particolare tipo di acido ialuronico dalla molecola dieci volte più lunga di quello che abbiamo nella nostra pelle.

Inoltre sopravvive con una dieta di solo pochissimi tuberi avendo ridotto al minimo il suo metabolismo e perdendo persino la capacità di mantenere costante la temperatura corporea. Per questo per tenersi caldi nella notte stanno ammassati gli uni sugli altri.

Questo animaletto ha anche un incredibile record di longevità tra i roditori: se un ratto “comune” vive circa 4 anni, lui, grazie anche a un ottimo sistema di riparazione del Dna,  ne vive oltre 30.

Thomas Park, biologo della Università dell’Illinois che li studia da tantissimi anni, nel video sottostante spiega come i tratti peculiari dei ratti talpa si siano evoluti nel corso di milioni di anni per renderli straordinariamente adatti a sopravvivere a condizioni difficili, specialmente in assenza ossigeno.

 

 

Ora un’ultima ricerca dimostra che l’anidride carbonica è addirittura la chiave per la salute e il benessere di questa bizzarra creatura.

È stato scoperto che è una mutazione genetica a spiegare la “dipendenza” di questo piccolo roditore dalla CO2 e i ricercatori pensano che questi risultati potrebbero addirittura aiutarci a trovare trattamenti migliori per gli esseri umani che soffrono di convulsioni e condizioni neurologiche simili.

Mentre i topi talpa prosperano nei loro angusti spazi del nido, la composizione dell’aria appena sopra la superficie delle loro tane nell’Africa orientale li rende vulnerabili alle convulsioni

afferma il neuroscienziato Dan McCloskey, della City University di New York (CUNY) che spiega

Ciò avviene quando i ratti talpa nudi non hanno abbastanza anidride carbonica.

È davvero curioso questo animaletto che sembra funzionare per tante cose esattamente al contrario di tutti gli altri mammiferi.

La tendenza dei ratti talpa nudi rimanere tutti attaccati e chiudersi insieme nelle loro tane, nota come eusocialità, è già stata studiata, ma ora quello che emerge è che la quantità maggiore di anidride carbonica che si respira in queste tane affollatissime invia al cervello del roditore un segnale di calma e benessere.

Al contrario quando i topi raggiungono l’aria fresca e ricca di ossigeno degli spazi aperti, le loro menti iniziano a “correre” e ciò può provocare convulsioni e incoraggiarli a non avventurarsi troppo lontano dalle tane affollate.

Un perfetto meccanismo di protezione che nasconde degli aspetti genetici unici.

I ricercatori sono stati in grado di rintracciare la causa della dipendenza da CO2 in una mutazione genetica chiamata R952H, che a sua volta influenza la proteina KCC2 che è responsabile della regolazione della quantità di cloro nei neuroni del cervello.

Con tale mutazione la proteina KCC2 non funziona più normalmente e il cloro non può fare il suo solito lavoro, mantenendo i neuroni calmi e silenziosi quando necessario.

L’identificazione del polimorfismo genetico nel topo nudo talpa KCC2 è stata una sorpresa

ha affermato  il neuroscienziato Martin Puskarjov, dell’Università di Helsinki in Finlandia.

A parte un piccolo sottoinsieme di umani, i ratti talpa nudi sono ora gli unici altri mammiferi conosciuti per ospitare questa variante.

Uomini con la mutazione R952H della proteina KCC2, la stessa scoperta nel ratto talpa, possono manifestare epilessia, schizofrenia e autismo.

Gli scienziati potrebbero essere in grado di applicare ciò che hanno appena appreso sul ratto talpa nudo per gestire meglio le convulsioni nelle persone che hanno la stessa mutazione genetica.

Gli animali sono stati trattati con il farmaco diazepam, normalmente usato negli uomini per contrastare le convulsioni e rallentare l’attività neurale, ma non funziona nei ratti talpa al contrario inducendo convulsioni. Questo indizio confermerebbe l’idea che gli animali usano l’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera per compensare gli squilibri di cloro causati dalla mutazione R952H.

In altre parole, l’impostazione predefinita per un cervello di ratto talpa nudo deve essere “settata” in modalità più disinibita rispetto a quanto sia per tutti gli altri mammiferi. Questo permette loro di essere in qualche modo “attratti” dall’ambiente ricco di CO2 che li riporta al nido e alla loro comunità, dove lo “squilibrio cerebrale” indotto dalla bassa concentrazione di anidride carbonica all’esterno può essere corretto.

La natura, come sempre, è geniale.