Il Governo statunitense, assediato dai complottisti, rende pubblici i video di UFO che erano trapelati tre anni fa.
Già comparse sul web nel 2017, le clip hanno fomentato per anni animate discussioni sulla Rete, ma ora che il Pentagono ha deciso di avallarne la veridicità i “fenomeni aerei non identificati” tornano prepotentemente ai doveri di cronaca, con #AliensExist che diventa un nuovo trend di Twitter.
Le granulose immagini, raccolte nel decennio che va dal novembre 2004 al gennaio 2015, mostrano sagome di velivoli che si muovono rapidamente e controvento. Oggetti che non dimostrano certamente l’esistenza degli alieni, ma che destano non di meno le perplessità degli specialisti.
Il Pentagono aveva già accennato ufficiosamente a questi documenti video.
Era capitato pochi mesi fa, a settembre, quando il portavoce della marina Joseph Gradisher aveva rilasciato commenti informali a The Black Vault, sito specializzato nel paranormale.
In effetti, lo studio degli UFO – o, più correttamente, dei UAP – è stato tra il 2008 e il 2011 al centro di un programma di ricerca Top Secret di cui però tutti sapevano. Nel 2017, il The New York Times era riuscito addirittura a raccogliere la minuziosa testimonianza di Luis Elizondo, ex direttore del progetto.
Il recente “outing” del Dipartimento della Difesa era quindi mirato a offrire una prospettiva cristallina capace di porre fine alle fantasiose ipotesi complottiste, ma l’intento virtuoso non ha tenuto conto dell’ecologia sensazionalistica del web e gli le mire originali sono naufragate immediatamente.
Ora i social sono catalizzati da questi “nuovi” video di UFO. La sedicente prova dell’esistenza aliena ha superato per viralità i post legati al coronavirus, elevandosi sopra a ogni altro argomento di discussione.
Per questo stesso motivo, inizia a diffondersi l’infondata teoria per cui il Pentagono starebbe portando avanti una strategia di “distrazione di massa” per distogliere l’attenzione dalle numerose gaffe del presidente Donald Trump.
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