La Grande Barriera Corallina Australiana è seriamente minacciata dalle temperature record degli oceani, sempre più alte a causa dei cambiamenti climatici. Secondo un recente studio condotto dall’università australiana James Cook si è registrato un evento di sbiancamento di massa della Grande barriera corallina.
Lo sbiancamento si verifica quando l’acqua è troppo calda per un motivo molto semplice: la temperatura alta dell’acqua spinge fuori le alghe simbiotiche che aiutano i coralli a nutrirsi e danno loro il colore.
Fortunatamente non sempre il fenomeno della perdita di colore fa morire i coralli, ma questo nuovo evento di sbiancamento di massa sembra più forte rispetto ai precedenti due. Tutti avvenuti nel giro di soli cinque anni, il che segna “una tendenza inquietante”, fanno sapere i ricercatori dell’università australiana.
Questa è solo una statistica straziante e, naturalmente, ci aiuta a ricordare la grave minaccia che le barriere coralline globali subiscono ogni singolo anno – spiega il ricercatore Kim Cobb -. Ma sembra che la Grande Barriera Corallina subisca questi effetti ripetutamente. È orribile da vedere.
Nelle ultime due settimane di marzo, i ricercatori hanno condotto sondaggi aerei su 1.036 barriere coralline per misurare la diffusione dello sbiancamento. Il risultato? La perdita di colore è stata rilevata nelle aree settentrionali, centrali e meridionali della barriera corallina. Nel 2016, la parte settentrionale è quella che ha sofferto di più. Nel 2017, era toccato a quella centrale. Questa volta, invece, tutta la Grande Barriera Corallina è stata coinvolta. Il problema è che quando ci sono sacche di barriera corallina sana durante questi eventi, è più facile che la parte malata si riprenda.
Oltre all’enorme danno ambientale, si stima che la perdita della Grande Barriera Corallina comporterebbe per l’Australia un danno di 56 miliardi di dollari. Come salvarla, quindi? Ci vorrebbe una drastica riduzione delle emissioni di gas serra.