Arriva un significativo aiuto da parte di Google per affrontare la battaglia contro il coronavirus: grazie ai dati anonimi e aggregati di Maps, bigG mostra, in ben 131 Paesi nel mondo (Italia compresa), quanto sono affollati determinati luoghi.

Un modo per riuscire ad identificare quanto può essere, ad esempio, frequentato un negozio negli orari di punta, oppure quante persone si trovano nelle aree residenziali (e quindi in casa) o, ancora, in farmacie, nei luoghi di lavoro o nei parchi. Il dato non può ovviamente essere totale in termini numerici e assoluto, ma è comunque indicativo sul comportamento delle persone durante questo particolare periodo storico.

Oggi – si legge nel comunicato stampa di Google – iniziamo a pubblicare un’anticipazione dei nostri Report (a questo link il report in Italia) sulla mobilità delle comunità durante Covid-19, per fornire informazioni su cosa è cambiato a seguito delle limitazioni sugli spostamenti, il lavoro da casa e altre decisioni volte ad appiattire la curva di questa pandemia. Di conseguenza, i dati potrebbero aiutare a prendere delle decisioni per migliorare le misure di rallentamento della diffusione.

 

I report, che verranno aggiornati regolarmente, sono stati sviluppati per essere d’aiuto alle autorità sanitarie, sempre nel rispetto dei nostri rigorosi protocolli e norme sulla privacy

fanno sapere da Google.

I report si basano su dati aggregati e anonimizzati per mostrare come si sono modificati gli spostamenti nel tempo e sulle diverse aree geografiche, in relazione a una serie di luoghi riuniti in categorie generali come “negozi e attività ricreative”, “generi alimentari e farmacie”, “parchi”, “stazioni di trasporto pubblico”, “luoghi di lavoro” e “abitazioni”

Analizzando il report in Italia, che va dal 16 febbraio (periodo di riferimento pre-pandeima) al 29 marzo, si può notare come nei luoghi come ristoranti, centri commerciali, musei teatri e cinema – chiusi da tempo – ci sia stato un decremento quasi totale (-94%), molto calate anche le farmacie – che restano invece aperte – con un -85%, così come i parchi -90%, stazioni per il trasporto pubblico -87%, luoghi di lavoro -63%.

A crescere sono ovviamente le aree residenziali, con un +24%.

Dall’analisi regione per regione risultano i veneti i più bravi ad affrontare la quarantena, anche se non ci sono delle differenze importanti in termini percentuali con le altre regioni.