Hong Kong cala di tre posti nella classifica delle metropoli finanziarie più importanti del mondo, scendendo alla sesta posizione.
A sottolineare una tale decrescita è stato il think-tank finanziario Z/Yen Group, il quale ha pubblicato oggi l’analisi finanziaria semestrale nota come Global Financial Centres Index. Con le proteste che hanno dilaniato la città per mesi interi, il tracollo di Hong Kong era inevitabile, ma vedere le nude cifre messe nere su bianco sottolinea l’emergenza economica che minaccia il “Porto Profumato”.
Forte del suo statuto speciale, la città è stata per anni un hub per tutte quelle aziende occidentali che volevano operare in Cina senza doversi legare indissolubilmente al Partito Comunista Cinese. Il principio costituzionale che norma Hong Kong, il “una nazione, due sistemi“, ha infatti permesso all’isola di sviluppare un atteggiamento filo-democratico che ha garantito immense soddisfazioni finanziarie.
Sono anni, tuttavia, che il governo cinese si sta impegnando a reintegrare progressivamente la metropoli nel tessuto normativo del continente. Con cadenza regolare vengono inserite norme e leggi che minano la libertà dei cittadini, scatenando reazioni di diversa intensità. L’ultima – e più esplosiva – di queste è scoppiata il 15 marzo 2019, in risposta al tentativo di introdurre una norma di estradizione dei latitanti.
Fosse stata integrata, la legge avrebbe consentito alle forze armate di prelevare a propria discrezione tutti coloro considerati nemici del governo cinese. Un vero e proprio atto intimidatorio scatenante una serie di manifestazioni che sono state sedate in molti casi con la forza. Il clima di incertezza legislativa e l’ostacolo oggettivo delle proteste hanno spaventato le aziende internazionali, le quali si sono spostate in massa su Singapore.
Ad esacerbare una situazione già complessa, Covid-19 sta colpendo Hong Kong a ondate alterne e non gli concede una tregua sufficientemente lunga da ristrutturare la propria economia. Il Segretario della Finanza, Paul Chan, ha rivelato che il picco di disoccupazione della città portuale è destinato a crescere, mentre restano nefaste le prospettive economiche.
Chan invoca l’aiuto delle banche, chiedendo loro di sostenere i clienti con il capitale a disposizione, oltre che a garantire alle aziende prestiti agevolati. Non è tuttavia detto che queste rispondano alla appello e, visto il rapporto complicato che lega Hong Kong alla Cina, anche gli aiuti di Stato sono incerti. Il futuro della città è economicamente e politicamente in bilico.
- Hong Kong drops to sixth in new global financial centre rankings, leapfrogged by Tokyo, Shanghai and Singapore (scmp.com)
- Hong Kong reports biggest daily rise in coronavirus cases (reuters.com)
- Hong Kong’s Economy Is in ‘Deep Water,’ Finance Chief Says (bloomberg.com)
- Hong Kong’s losses may be Singapore’s gain, new survey shows (aljazeera.com)
- Exclusive: Support for Hong Kong protesters’ demands rises even as coronavirus halts rallies: poll (reuters.com)