Secondo un recente studio di un gruppo di astrofici dell’Università di Durham, nel Regno Unito, la Via Lattea sarebbe oltre sette volte più grande rispetto a quanto si era ipotizzato fino ad oggi.

Stando alle ultime stime sulla potenziale dimensione della Via Lattea, sulla base delle osservazioni degli astronomi delle stelle più lontane, si pensava che il diametro fosse di circa 200 mila anni luce. Cifra corretta poi solo un anno fa, quando il telescopio spaziale Gaia osservò che diverse stelle si trovavano anche a 130.000 anni luce dal centro della galassia e quindi che il diametro potesse essere grande almeno 260.000 anni luce.

Tuttavia la comunità scientifica ha sempre considerato come confine della Via Lattea le stelle più distanti, e non gas, materia oscura e forza di gravità che potrebbero, invece, spingersi ben oltre. Fino a 1,9 milioni di anni luce, quindi oltre sette volte più grande rispetto a quanto si era pensato finora, come hanno riferito gli astrofisici della Durham University del Regno Unito nel loro recente studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society e riportato su arXiv.

Insomma, stando allo studio dell’Università di Durham la “nostra” Via Lattea sarebbe composta per la maggior parte di materia oscura, tra l’altro non rilevabile direttamente visto che non si conosce ad oggi la sua composizione. E, infatti, lo scopo della ricerca era proprio quello di studiare la materia oscura, la cui influenza sui corpi celesti ha tracciato i “nuovi” confini della galassia.

A permettere di individuare indirettamente la presenza della materia oscura attorno alla Via Lattea la velocità di movimento delle stelle che si trovano sul bordo più esterno rispetto, maggiore a quella che si registra solitamente. Il numero 1,9 milioni di anni luce è il risultato di modelli e simulazioni virtuali della Via Lattea e di Andromeda (la galassia più vicina), dai quali sono state ipotizzate anche le interazioni esistenti e future.