In queste ore Facebook ha rimosso migliaia di post innocui sul coronavirus: inclusi articoli dei quotidiani e raccolte fondi. Se Facebook ti ha rimosso un post in queste ore probabilmente non è colpa tua, ma di un bug.

Inutile dire che anche Facebook sta facendo fatica a filtrare l’enorme mole di informazioni collegate al coronavirus — tra articoli di cronaca legittimi da una parte, e truffe e fake news dall’altra. Il risultato è che numerosi post sono stati segnalati come spam e rimossi per errore.

Ve l’avevamo già raccontato, Facebook sta facendo guerra alla disinformazione sul coronavirus. È, per ovvie ragioni, l’argomento più caldo del momento. Le persone cercano con ansia aggiornamenti sui numeri dei contagi, vogliono scoprire come proteggere la loro salute e quella dei loro cari, vogliono rassicurazioni sulla tenuta dell’economia.

Ma questo interesse non fa che attrarre l’attenzione dei malintenzionati, che non vedono l’ora di capitalizzare le nostre paure per guadagnare illecitamente, rubare informazioni, e diffondere malware.

 

 

 

Nell’obiettivo di tirare giù il numero più alto possibile di post malevoli sul coronavirus —dalle inserzioni su improbabili cure fai da te, alle bufale pericolose— Facebook si sta rivolgendo anche agli algoritmi. Mentre il personale in carne ed ossa incaricato di flaggare i contenuti non consentiti fa fatica a tenere il passo. Anche perché molti uffici sono stati sgomberati, con i moderatori che hanno iniziato a lavorare da casa, mentre alcuni dei dipendenti sono stati messi in congedo.

Il risultato è che in queste ore un bug ha falcidiato un numero sproporzionato di post sul coronavirus completamente innocui. In alcuni casi i post segnalati e rimossi come spam sono notizie provenienti dai quotidiani mainstream, in altri casi si è arrivati alla rimozione di post che promuovevano raccolte fondi a sostegno degli ospedali.

Siccome in alcuni casi i post rimossi contenevano considerazioni di natura politica, alcuni utenti hanno temuto erroneamente che si trattasse di una forma di censura di Facebook.

 

Il problema non è circoscritto all’Italia, ci sono diverse segnalazioni in tutta Europa e negli Stati Uniti.

It looks like an anti-spam rule at FB is going haywire. Facebook sent home content moderators yesterday, who generally can’t [work from home] due to privacy commitments the company has made. We might be seeing the start of the machine learning going nuts with less human oversight

ha scritto Alex Stamos, ex dirigente del reparto security di Facebook.

Così su Twitter Guy Roses, il Vicepresidente del dipartimento Integrity di Facebook:

We’re on this – this is a bug in an anti-spam system, unrelated to any changes in our content moderator workforce. We’re in the process of fixing and bringing all these posts back.