Il 2 gennaio 1920 nasce in Russia uno degli autori più controversi della letteratura del novecento. A cento anni dalla sua nascita, Isaac Asimov non ha semplicemente scritto dei romanzi di fantascienza, ma ha rivoluzionato il modo di divulgare la stessa tematica fino ad essere considerato “la fantascienza” in carne ed ossa.

Se la conoscenza può creare dei problemi, non è tramite l’ignoranza che possiamo risolverli.

Così Asimov amava ripetere durante le sue conferenze o presentazioni di libri, una delle menti più geniali che il ventesimo secolo ha avuto la fortuna di conoscere.

La storia dello scrittore russo, poi divenuto americano dopo che la famiglia emigrò negli Stati Uniti stabilendosi a New York, nel quartiere di Brooklyn, è di quelle che ti fanno capire di come la volontà e la costanza siano la migliore ricetta di successo.

Prima di diventare scrittore a tutti gli effetti, Isaac Asimov voleva diventare uno scienziato. Nonostante la sua innata voglia di entrare a far parte del mondo della scienza la letteratura sin da subito è stata fondamentale, difatti iniziò a guadagnarsi da vivere con i suoi primi racconti all’età di diciannove anni, mentre il suo primo stipendio da ricercatore giunse solo all’età di ventinove, segno tangibile che la scrittura sarebbe stato il suo sbocco principale.

Asimov all’inizio voleva diventare scienziato, ma poi la letteratura è stato il suo primo sbocco economico

Laureatosi in chimica e conseguito, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il dottorato in biochimica nel 1948, scoprì relativamente presto di non essere tagliato per la ricerca e per il lavoro da laboratorio. Nel corso della sua carriera accademica, prima alla Columbia University e poi alla Scuola di Medicina dell’Università di Boston, il suo vero estro erano senza dubbio le conferenze ai dottorandi e agli specializzandi, le uniche del suo dipartimento a fare sold out e a essere interrotte dalle barzellette e dagli aneddoti che amava raccontare.

Ovviamente Asimov, da buon ricercatore e scienziato, si riteneva una persona totalmente razionalista e un ateo più che convinto, ma benché non attaccasse il positivo sentimento religioso, dimostrando un grande rispetto per gli uomini di fede, era fortemente critico verso la superstizione in genere e le credenze infondate.

Il quoziente intellettivo di Isaac Asimov era di 160

Aveva un quoziente intellettivo molto alto (intorno a 160, secondo i test dell’epoca) e fu membro, nonché vicepresidente onorario per alcuni anni, del Mensa, anche se dovette lasciare l’associazione in quanto riteneva molti membri di tale gruppo fin troppo arroganti e poco umili. Il Mensa è un’associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere membri le persone che rientrano nel 2% della popolazione mondiale con il più alto Quoziente Intellettivo.

Politicamente parlando Asimov era un progressista su molti temi e uno strenuo sostenitore del Partito Democratico statunitense, fin dall’epoca del New Deal.

 

 

Tornando alla sua carriera letteraria, che ammonta a più di 500 volumi pubblicati non solo su argomenti scientifici, ma anche sul romanzo poliziesco, la fantascienza umoristica e la letteratura per ragazzi, è nel periodo del college che matura l’idea di divenire scrittore a tutti gli effetti.

Durante la sua fase di studi le sue letture preferite furono Agatha Christie e Wodehouse, oltre ad una serie di romanzi storici e fantascientifici. Nel 1937 decise di provare a inviare per la pubblicazione Cosmic Corkscrew a John W. Campbell, direttore della rivista Astounding Stories, ma il manoscritto gli fu rispedito.

Sarà però lo stesso Campbell, dopo questo primo rifiuto, a spronarlo verso nuovi romanzi e storie fino ad essere il suo “amico e consulente” nel momento della realizzazione delle leggi sulla robotica.

Campbell dapprima bocciò il suo primo scritto, ma poi fu importantissimo per la realizzazione delle Leggi sulla Robotica

Le Leggi nacquero agli inizi degli anni quaranta, grazie a fruttuose discussioni sulle sue storie robotiche con John W. Campbell, curatore in quel momento di Astounding Science Fiction.

Asimov era dell’idea che se una macchina era progettata bene, non poteva presentare alcun rischio, se ovviamente non era utilizzata impropriamente. Egli implementò queste leggi nei suoi robot rispettando la necessità di sicurezza (la Prima Legge), servizio (la Seconda Legge) e autoconservazione (la Terza Legge) di questi “utensili” sofisticati.

 

Le Tre Leggi della Robotica

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge

 

Anche se Asimov fissò una data di creazione delle leggi, la loro reale comparsa avvenne in un lungo periodo di tempo terminato nell’antologia “Io, Robot” che comprendeva una serie di racconti tra i quali, “Circolo Vizioso” ed “Essere Razionale”, che appunto presentavano per la primissima volta ai lettori l’idea delle leggi.

Le Leggi della Robotica hanno rivoluzionato il mondo della fantascienza e della letteratura.

Asimov rivoluziona il mondo della letteratura fantascientifica e da quel momento altri scrittori cominciarono ad usarle, anche senza citarle, ma soprattutto dopo la creazione di queste leggi racconti nei quali i robot erano distruttori del loro creatore cessarono totalmente di esistere.

Nel 1966 vince il Premio Hugo con la Trilogia della Fondazione

I numerosi testi e titoli di Asimov hanno letteralmente spostato l’asticella del genere fantascientifico, oltre all’antologia di “Io, Robot” un’altro ciclo di successo è senza dubbio il “Ciclo delle Fondazioni” (che gli fece vincere nel 1966 il premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico nel 1966) un gruppo di sette romanzi di fantascienza scritti a partire dal 1951. Dopo la trilogia iniziale, nota come Trilogia della Fondazione, Asimov, sotto la spinta dei suoi fan e del suo editore di New York, riprese in mano il ciclo e nel 1982 realizzò due seguiti ai primi tre romanzi, per concludere con due prequel nel 1988 e nel 1992.
L’antologia “Io, Robot” invece contiene nove storie scritte fra il 1940 e il 1950, che hanno per protagonisti i robot positronici, un robot appunto che possiede un cervello positronico in grado di ubbidire alle tre leggi della robotica. Le storie di questa antologia sono scritte in modo da essere ognuna indipendente dalle altre e hanno un tema che conduce all’interazione fra l’uomo, i robot e la morale che combinati insieme forniscono un’ampia visione dell’opera di Asimov sulla robotica.

 

 

Queste leggi sono di per sé semplici e anche piuttosto chiare, ma è proprio questa semplicità che le rende cosi inattuabili nel mondo reale. Il danno ad esempio chi lo quantificherebbe e di che tipo? Famoso fu l’esperimento eseguito in Inghilterra al Bristol Robotics Laboratory, con lo scopo di  dimostrare (oppure no) che le leggi erano possibili e che ad oggi non esiste un essere pensante che non sia un umano.

L’esperimento effettuato programmando dei robot con le leggi ideate da Asimov è stato un fallimento

Alan Wilfed, professore presso il Robotics Laboratory, ha programmato una serie di robot seguendo le leggi della robotica con il comando ben preciso di salvare degli umani che volevano buttarsi in un buco.

Risultato? la lentezza nel decidere cosa fare non ha consentito al robot di salvare quasi nessun “uomo”, segno tangibile che nel mondo di oggi è impossibile (ancora) attuare queste leggi, in quanto bisognerà ottenere dei significativi progressi nel campo dell’intelligenza artificiale in modo che i robot pensino da soli e possano comprendere le azioni che compiono.

Tuttavia l’idea affascinante di Asimov possiamo estenderla ad un discorso molto più etico, sicuramente il suo intento era quello di comunicare ai suoi lettori l’importanza della tecnologia, ma anche l’estrema pericolosità se utilizzata senza criterio.