Il 26 Marzo arriverà in Italia il nuovo live action Disney Mulan, tratto dall’omonimo classico del 1998. Alla regia troviamo la neozelandese Niki Caro, che abbiamo ieri incontrato a Milano per un’esclusiva anteprima delle prime immagini del film.
Nel 1998 a casa Disney si partoriva il 36° Classico D’Animazione destinato a diventare una leggenda proprio come la sua protagonista, Mulan.
Mulan è tratto da un’originale ballata di cinese del VI secolo (che va dal 501 al 600), conosciuta appunto come La Ballata di Mulan, basata su un’eroina nazionale, Hua Mulan, che si arruolò in un esercito di soli uomini, combattendo con forza e valore per oltre 12 anni per proteggere Patria e famiglia, tenendo nascosta la sua identità, fino a diventare Generale ed elemento chiave principale per la fine della Guerra.
Piena di gloria, onore e rispetto, Mulan tornò in Patria dove le venne offerto un posto da alto funzionario accanto all’Imperatore, ma la ragazza preferì rientrare dalla sua famiglia per occuparsi del padre malato. Alla fine venne scoperta la vera identità di Mulan, ma questo non apportò nessuno scandalo; anzi, le fece ricevere ancora più rispetto.
Mulan è stato il primo grande esempio leadership di una donna. Una sola donna alla guida di migliaia e migliaia di uomini. In casa Disney fu una vera e propria rivoluzione la trasposizione della storia di Mulan. Si parlava non solo di una protagonista non principessa e non bianca (per quanto l’etnia era stata già affrontata nel 1995 con Pocahontas), ma anche di un’eroina anticonvenzionale, valorosa, guerriera e dai tratti quasi androgini. Si affrontava per la prima volta in Disney un modello femminile completamente differente dalle precedenti ed iconiche Biancaneve, Cenerentola o Aurora, diventando un primo esempio di riflessione sul genere.
A distanza di ventidue anni, Mulan torna sul grande schermo, questa volta però in live action.
Negli ultimi anni Disney ha iniziato a “svecchiare” i suoi classici riproponendoli in una formula nuova e più accattivante per le nuove generazioni, non sempre particolarmente interessate al vecchio stile di animazione in 2D (miscredenti).
Certo, non tutte le ciambelle sono completamente riuscite con il buco. E lo scetticismo, a causa anche di alcune trasposizione particolarmente non riuscite, La Bella e La Bestia vi dice nulla!?, è sempre molto alto nel pubblico.
Eppure, per Mulan, la storia sembra voler cambiare. Complice anche la situazione sociale degli ultimi anni, dove si cerca ridefinire il ruolo della donna nella società e abbattere alcuni stereotipi tanto ridicoli ed antiquati quanto sessisti, e l’esigenza di portare una nuova sfumatura dell’essere femminili all’interno di un contesto ritenuto maschile, Mulan è un progetto tanto ambizioso quanto dal potenziale sorprendente.
Al comando del processo troviamo la regista neozelandese Niki Caro, che in questi anni ha fatto sentire molto la sua voce e la sua poetica attraverso pellicole come La ragazza delle balene (2002), il pluricandidato all’Oscar North Country – Storia di Josey (2005) e il più recente La signora dello zoo di Varsavia (2017) con protagonista Jessica Chastain, partendo dall’intimo per esplorare l’epico.
Nella giornata di ieri, 15 Gennaio, abbiamo avuto modo di guardare in anteprima mondiale le prime immagini del film alla presenza della stessa regista.
Quello che c’è stato mostrato sono due clip con mood ed intenzioni molto differenti tra loro ed un footage che mette in mostra l’epicità del racconto.
Mi ha sempre molto affascinato l’idea di adattare al 2020 un racconto che fin dalle sue origini è stato anticipatore dei tempi, e no, ovvio che non mi riferisco unicamente al cartone animato del 1998.
Afferma la regista Niki Caro.
Fin da subito la mia intenzione è stata quella di onorare tanto il cartone della Disney quanto la ballata originale di Mulan; al tempo stesso, dando una mia visione della storia attuale e riconoscibile all’interno delle gesta di questa ragazza che si ritrova a guidare un esercito di uomini alla volta della vittoria, tutto per salvare la propria famiglia e la propria Patria.
Ciò che ho davvero fatto è stato cercare di rendere reale, anzi direi il più realistico possibile, il viaggio che compie Mulan. Ed è per far questo che ho dovuto a rinunciare ad alcuni elementi più fantastici che erano perfetti all’interno della trasposizione animata, ma che in quella live action non avrebbero avuto giustizia.
Ci tiene fin da subito a sottolineare la regista che, come sappiamo, fin dalle prime lavorazioni del progetto aveva dichiarato che non solo i personaggi non avrebbero cantato ma che neanche l’iconico draghetto Mushu, doppiato nella versione originale da Eddie Murphy, sarebbe apparso nel film.
Mushu è un personaggio straordinario! Era perfetto all’interno del classico del 1998, un mix di umorismo e saggezza. Ancora non so come siano riusciti a fare quel tipo di lavoro su di lui, ma proprio per via di questa perfezione che all’interno del live action Mushu avrebbe perso gran parte del suo carisma ed attrattiva.
Volevo essere rispettosa nei suoi confronti. Non preoccupatevi, l’umorismo nel film non mancherà, e verrà ricreato proprio dalla situazione in sé per sé: ovvero una donna all’interno di un contesto maschile, circondata da soli uomini che non sanno di trovarsi a combattere, ad addestrarsi, ad essere guidati proprio da una donna.
Inoltre, la Caro ci tiene a rassicurare anche su un altro aspetto:
Non mancheranno i tributi al cartone animato, se temete questo. Ci sono alcune scene che tenevo particolarmente a girare, come per esempio la cerimonia per le giovani in età da marito e, soprattutto, la scena della valanga. Vi piacerà moltissimo!
Sembra essere estremamente sicura di sé Niki Caro che, esattamente come Mulan, ha guidato una crew di oltre 900 persone in questo incredibile viaggio dove, tiene ha sottolineare più volte, ha cercato di partire dall’intimo per arrivare poi all’epicità del racconto.
Ed è proprio da questo che con una prima clip, Niki Caro ci mostra una delle tematiche più importanti all’interno della storia di Mulan, ovvero il rispetto e il senso di protezione nei confronti della famiglia, in modo particolare nei confronti del padre.
Mulan non riesce ad essere la figlia che i genitori si aspetterebbero che sia, ovvero una ragazza come tante della sua età, seguendo gli oneri della tradizione che vedono giovani donne come Mulan imbellettarsi ed educarsi per essere delle spose modello.
Mulan è un altro genere di donna e quando la chiamata alle armi si avvicina ed ogni famiglia è tenuta a spedire in battaglia il figlio maschio della famiglia, il padre malato di Mulan è costretto ad abbracciare nuovamente spada ed armatura per partire, avendo unicamente due figlie femmine. In una scena molto intima di preparazione, dovere e senso dell’onore, Mulan capirà quale sia il suo vero scopo, compiendo una scelta tanto folle quanto pericolosa pur di proteggere la propria famiglia e portare finalmente onore in quanto membro della discendenza Hua.
Ogni volta che mi approccio ad un film con una cultura differente dalla mia, impiego gran parte del mio tempo e di quello dei miei assistenti in ricerche. Perché lo faccio? Perché voglio che ci sia una specificità culturale in quello che sto mostrando. Voglio che ci sia rispetto per quella specificità culturale e che la gente possa coglierlo. Più si approfondisce lo specifico, più si riesce ad arrivare all’universale.
In Mulan c’è un profondo focus sul rispetto nei confronti della famiglia, tipico della cultura cinese, credo che questa scena lo rappresenti a meglio. Sulla spada del padre di Mulan c’è un’incisione cinese: leale, impavido e sincero. Sono le tre parole chiave di questo film.
Mulan è leale nei confronti della patria e della famiglia. È impavida nell’affrontare un viaggio difficile e pericoloso. Un viaggio che dovrà portarla sulla strada della sincerità, perché appunto costretta a mascherare se stessa per arrivare al fine. Una volta che Mulan potrà del tutto spogliarsi delle vesti maschili e quindi mostrare al mondo la sua identità, allora il suo destino sarà compiuto.
Parlando di essere impavidi e sinceri, la seconda clip riguarda proprio l’addestramento di Mulan nei panni di un uomo ed anche il suo rapporto di amicizia Bori Khan, che si andrà a sostituire al comandante Li Shang del cartone animato. La scelta dell’attrice, soprattutto in una scena come questa, mostra quanto fosse fondamentale più che mai trovare una ragazza, non solo di origine cinese, ma anche preparata dal punto di vista tecnico e fisico.
Ci abbiamo messo un anno per trovare la nostra Mulan. Siamo partiti dalla Cina per poi iniziare a girare il mondo. Dopo un anno di fallimenti, abbiamo deciso di ricominciare da capo e, finalmente, Liu Yifei era libera da qualsiasi altro impegno lavorativo. Fin da subito abbiamo capito che lei sarebbe stata la nostra Mulan. Vi assicuro che sembra essere nata per questo ruolo.
È un’attrice da un talento sconfinato, oltre ad essere una donna intelligentissima! Ha fatto la maggior parte delle scene del film senza controfigura, questo perché Liu Yifei è un’abile spadaccina, ha un’altissima preparazione nelle arti marziali e sa andare divinamente a cavallo. Ah, e sa anche cantare.
E qui non può che partire un occhiolino da parte della Caro, sempre legato alla questioni canzoni che, in questo live action, dovrebbero apparire solo in forma strumentale.
L’ultima scena vista è un footage, non del tutto completo per quanto riguarda gli ultimi dettagli in post, davvero interessante. Si tratta del primo sconto sul campo per Mulan. Il primo incontro tra Unni e l’esercito dell’Imperatore.
Una suggestiva scena d’azione con una finitura tecnica davvero superlativa, che ci mette di fronte subito ad una grande verità: Mulan è un film dove l’azione, il movimento e scene sensazionali sono protagoniste.
È una pellicola di guerra, di sacrifico e anche di giustizia. Una storia basata sui propri ideali e su quanto si è disposti a spingersi oltre il limite per poterli realizzare.
A questo proposito arriva la parte più “scottante” della conversazione tra stampa e Niki Caro. La grande diatriba tra ciò che è per gli uomini e ciò che è per le donne. Su cosa dovrebbe fare un regista maschio e su cosa può fare una regista donna. Una tematica che si rispecchia nel cuore del racconto di Mulan, oltre che nella società moderna.
Ebbene, Niki Caro è una donna intelligente, ironica ma anche con delle idee in testa ben precise; ma, soprattutto, Niki Caro è una grande regista e professionista, che con i suoi film si è sempre battuta per le grandi disparita di genere e per i pregiudizi e stereotipi nel mondo dell’arte. Quindi alla ingenua, ma non per questo di poco gusto, domanda: “Ti sei travestita anche tu da uomo per fare questo genere di film?“, la Caro ha sorriso, si è umettata le labbra e con grande calma e sicurezza ha risposto:
L’unica cosa travestita che c’è adesso è la tua domanda. Ciò che mi stai chiedendo è se una donna può dirigere un film d’azione. La risposta potrà scioccarvi ma si, può farlo, e a me è sembrata la cosa più naturale del mondo da fare!
Una risposta del genere non ha potuto non suscitare applausi e approvazione nei confronti della regista che ha continuato dicendo:
Devo dire che non avevo mai fatto prima di adesso un film d’azione e questa esperienza mi ha davvero fatto impazzire a tal punto che vorrei assolutamente continuare a fare questo genere di film. Voglio però sottolineare un aspetto: Mulan non è un tradizionale film d’azione. Non volevo neanche fare un tradizionale film sulle arti marziali, sebbene conservarne in un certo senso l’essenza.
La maggior parte delle scene d’azione del film sono concentrate sulla figura di Mulan, sulla sua storia e il suo viaggio. Quindi ho voluto soffermarmi molto sulla fisicità di questa giovane donna e su cosa possa fare, il corpo di una donna, in un contesto simile. È stata un’ardua sfida, sia per me che per Yifei, ma è stata eccezionale!
A questo punto la curiosità per Mulan è veramente crescente. Le scene viste sono state un promettente antipasto per un live action che, probabilmente, rispetterà le nostre aspettative. Intanto il nostro incontro con Niki Caro si è concluso con queste ultime parole:
Nel film c’è una battuta: è impossibile che una donna possa guidare un esercito di uomini. Il senso di Mulan è proprio questo e, in fondo, è esattamente quello che ho cercato di far io, senza fingere di essere un uomo ma esprimendo tutta la mia essenza femminile del tutto a suo agio in questo mondo che ancora ci ostiniamo a definire maschile.
Mulan è stata una grande prova per me, per Liu Yifei e per tutte le persone che hanno partecipato a questo film. Un film sulla leadership, sulle qualità che deve avere un bravo e grande leader, a prescindere dalla sua identità di genere. È stata una grande sfida che ho cercato di affrontare da guerriero ma con grazia femminile.