La proboscide degli elefanti è allo studio di un équipe di ricercatori internazionale per poter replicare le sue funzionalità su un braccio robotico. La versatilità di questo organo e la sua eccezionale agilità lo rendono unico: grazie alla proboscide gli elefanti possono afferrare oggetti, respirare, mangiare, bere e comunicare con i loro simili.
L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un braccio robotico completamente autonomo capace di evolversi in ambienti instabili, di adattarsi rapidamente a situazioni impreviste e di svolgere una moltitudine di compiti.
Questa nuova generazione di robot manipolatori potrebbe essere impiegato nell’industria manifatturiera, in particolare quella alimentare, e nella assistenza robotica agli anziani: i nuovi robot saranno in grado di raggiungere, rilevare, afferrare, manipolare e rilasciare una vasta gamma di oggetti di varie forme e dimensioni ed operare indifferentemente in ambienti di qualsiasi genere, asciutti o umidi.
Lo studio si realizza tramite l’osservazione diretta dell’elefante nel suo ambiente naturale, nello specifico l’elefante africano.
I dati raccolti permetteranno la progettazione di un robot realizzato con attuatori a rigidezze variabili e un sistema sensoriale tattile che fornirà le informazioni necessarie ai sistemi di controllo.
L’intelligenza del sistema sarà basata sul rilevamento tattile: PROBOSCIS sarà guidato dal tocco.
La proboscide artificiale sarà rivestita da una pelle, anch’essa artificiale, la cui struttura si ispirerà a quella rugosa degli elefanti: sensibile ma resistente alle alte temperature e alla polvere. La parte terminale sarà ricca di sensori per consentire l’interazione ottimale con oggetti piccoli e fragili.
Il progetto PROBOSCIS è finanziato dalla Commissione Europea ed è coordinato da IIT- Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera, Pisa, Italia e al quale partecipa l’Università di Ginevra, UNIGE.
- La trompe de l’éléphant inspirera un robot révolutionnaire (unige.ch)
- Photo Credit Andre Zan