L’apprezzato looter-shooter di Gearbox torna con un rinnovato ed imponente terzo capitolo che punta a proporre un’esperienza di gioco ancor più frenetica, ricca e coinvolgente rispetto al passato, ma ancora in pieno stile Borderlands.
Brillante, eccessivo e delirante, l’universo di Borderlands rappresenta da sempre un marchio dall’identità ben definita e assolutamente distinguibile per forma e stile. A renderlo tale, non è tanto quel che il franchise ha significato per l’evoluzione del genere, ma piuttosto ciò che esso rappresenta agli occhi dell’intera community.
Principalmente Borderlands viene ricordato come il titolo che ha dato i natali al moderno sottogenere del looter-shooter, ma alla base del suo straordinario successo vi è ben altro, a partire dall’inconfondibile stile grafico fino ad arrivare ai suoi bizzarri personaggi, tanto squilibrati quanto indimenticabili.
D’altronde non affatto è un caso che la fortunata creatura di Randy Pitchford sia diventata col tempo oggetto d’ispirazione per la produzione di altre opere d’intrattenimento come fumetti, libri e film, senza dimenticare poi anche la proficua parentesi di Tales from The Borderlands, l’avventura grafica ad episodi sviluppata da Telltale.
Non si può negare quindi che in realtà a rendere quindi così vivo e caratteristico l’universo di Borderlands sia proprio il suo incredibile immaginario, distorto e grottesco, e vero cuore pulsante dell’intera produzione.
Dopo ben sette anni dall’uscita del secondo capitolo, il team di Gearbox promette di rendere quell’universo ancor più esteso e ricco, avvolto dal calore di volti familiari e pieno zeppo di infinite possibilità. Borderlands torna più in forma e più brutale che mai, arricchito dalla presenza di nuove features e rinnovato nella sua formula, già vincente e ampiamente caratterizzata.
Prima di addentrarci però nella nostra analisi, vi ricordiamo che la versione da noi testata è quella per Playstation 4 e che, inoltre, Borderlands 3 è disponibile anche per PC e Xbox One.
I cacciatori della Cripta
Borderlands 3 si apre su uno scenario piuttosto familiare. E’ ormai tempo di far ritorno su Pandora e, come di consueto, l’affannosa ricerca delle Cripte è la premessa che fa da incipit al rilascio di un’enorme quantità di missioni principali e secondarie, che vanno dagli incarichi più semplici fino al ritrovamento di materiali e altri collezionabili. Ovviamente, anche stavolta non saremo i soli a voler mettere le mani sui fantomatici tesori alieni nascosti all’interno delle Cripte. A rendere il tutto più entusiasmante, infatti, sarà la costante presenza dei due principali villains di questo nuovo capitolo, che a dirla tutta, purtroppo, faticano a reggere il confronto con l’amatissimo e magnetico Jack il Bello di Borderlands 2. Convinti che il potere delle Cripte appartenga a loro di diritto, gli strambi fratelli Calypso si riveleranno pronti a scatenare il caos all’interno della galassia per riuscire a conquistarlo. E ovviamente saremo noi a doverli fermare.
Da un punto di vista puramente narrativo, questo terzo capitolo della serie mette in scena sia luci che ombre. Nonostante, infatti, sia caratterizzato da una scrittura a tratti decisamente più articolata rispetto ai capitoli precedenti (mitigata sempre ed ovviamente dal classico humor della serie), l’avventura mostra tutta una serie di limiti soprattutto per quanto concerne ritmo e compiutezza dei dialoghi. Se da un lato è piacevole vedere come all’interno dell’impianto narrativo trovino spazio anche temi piuttosto impegnati come l’influenza del potere mediatico, per citarne soltanto uno, dall’altro sorprende non ritrovare una certa solidità in una produzione che ormai avrebbe dovuto avere tutte le carte in regola per osare e spingersi ancora più in alto.
Sporcature a parte, però, è sul fronte puramente ludico che Borderlands 3 mostra davvero le sue incredibili potenzialità. In questo nuovo capitolo, assistiamo all’introduzione di quattro nuove classi di cacciatori: Artigliera, Agente, Sirena e Domatore. Abbiamo trascorso più di 40 ore in compagnia dell’eccellente looter-shooter di Gearbox, per lo più vestendo i panni dell’agente Zane, e testando per qualche manciata di ore le abilità degli altri tre personaggi. Ognuno di loro possiede delle caratteristiche e delle abilità elementali uniche, che vanno a modificare sensibilmente l’approccio in combattimento nel passaggio da un componente ad un altro.
Un dato, quest’ultimo, che è proporzionalmente legato al sistema di gestione delle abilità, che si presenta ancora più esteso e strutturato rispetto al secondo capitolo. Il sistema si suddivide in tre specifici rami per ogni singola abilità d’azione. Ogni personaggio può equipaggiare, a seconda della propria classe, una o due abilità d’azione seguita poi dall’attivazione di tutta una serie di skill attive e passive che andranno a modificare profondamente la build in base alle diverse combinazioni adottate. Tutto ciò si traduce in un’ampia diversificazione di approccio in game, che ci permette di sperimentare e di scegliere così in definitiva lo stile di combattimento che più si adatta alle nostre esigenze.
Per ciò che concerne, invece, l’armamentario, il lavoro svolto dal team di Gearbox è oltremodo eccezionale. All’interno del gioco è possibile recuperare una quantità infinita di diverse tipologie di armi, tra shotgun, SMG, fucili a pompa, fucili da cecchino e lanciarazzi. Ognuna di queste cinque tipologie è caratterizzata al dettaglio sia per quanto riguarda il lato estetico che quello prettamente funzionale: ogni arma dispone di un feeling specifico e di un design unico, arricchito da tutta una serie di effetti e da una modalità di fuoco secondaria, che permette di modificare la gittata e la frequenza dei colpi a seconda del modello di arma prescelto.
Ed in effetti, Borderlands 3 è un titolo che punta essenzialmente proprio sulla spettacolarità e sul dinamismo d’azione dei suoi rocamboleschi scontri a colpi di armi da fuoco.
Il piacere e l’assuefazione che si prova giocando a Borderlands è tutto fornito dall’ ineceppibile qualità delle sequenze di combattimento. L’evoluzione del sistema di movimento unito ad una maggior profondità e stratificazione del gunplay, rendono le fasi di gioco ancor più frizzanti e caotiche, spingendo così il giocatore ad approcciarsi allo scontro con entusiasmo e crescente curiosità. Nel bel mezzo della mischia, si potrà ora eseguire una scattante scivolata mentre si cerca di mettersi repentinamente al riparo dal colpo nemico, schiantarsi fragorosamente al suolo per distruggere le creature più deboli o ancora arrampicarsi su un’altura, prediligendo così un approccio allo scontro più tattico.
Insomma, le possibilità d’azione sono pressoché innumerevoli, e non sono di certo gli unici elementi che contribuiscono a confezionare un gameplay qualitativamente completo e curatissimo sotto ogni punto di vista.
Da Pandora alle stelle
In questo terzo capitolo, l’universo di Borderlands si espande e si arricchisce di infinite possibilità, grazie all’introduzione dei viaggi interplanetari. Da adesso sarà infatti possibile salire a bordo dell’astronave dei Crimson Riders e spingersi oltre i confini di Pandora per visitare posizioni interstellari ed altri pianeti, tutti divisi in macroaree collegate tra di loro. Ciò che stupisce è senza ombra di dubbio l’incredibile varietà di architetture, biomi e creature che definiscono le caratteristiche di ogni ambientazione. A partire dalla moderna Promethea fino ad arrivare al rigoglioso Eden-6, ogni singolo pianeta riesce ad avere una propria identità, con uno stile ben definito e con una caratterizzazione degli elementi studiata in ogni minimo dettaglio.
Sebbene, però, tale scelta abbia portato inevitabilmente ad una valorizzazione del fattore esplorazione (sottolineato ulteriormente anche dalla presenza di vari collezionabili sparsi per i vari pianeti), forse ci saremmo aspettati qualcosa di più da parte di Gearbox, magari quel tanto desiderato passo decisivo verso la costruzione di una struttura pienamente open world. In termini di level design, infatti, l’impostazione rimane grossomodo inalterata rispetto ai capitolo precedenti, con una linearità abbastanza marcata e con la classica divisione tra le differenti macroaree: una struttura che ad oggi potrebbe facilmente risultare poco inquadrata per il tipo di esperienza proposta . A parte ciò, vale davvero la pena di abbandonarsi all’esplorazione del mondo di Borderlands, per tutto ciò che offre sia in termini di ricchezza e di caratterizzazione, che da un punto meramente visivo.
Artisticamente il looter-shooter di Gearbox si conferma ancor più ispirato e sempre in forma strepitosa, grazie all’applicazione del nuovo motore grafico che va a ridefinire il tratto in cel-shading tipico della serie e dell’implementazione dell’HDR in grado di evidenziare ulteriormente il contrasto tra i colori che appaiono così più brillanti e decisi su schermo. In termini di fluidità, Borderlands 3 si comporta alquanto dignitosa, tranne in situazioni di scontro estremamente concitate o nel passaggio da una macro-area all’altra dove è impossibile incappare in leggeri, ma frequenti, cali di frame rate. Estremamente minuziosa e a dir modo maniacale risulta anche la cura riservata al comparto sonoro, con la presenza di ben 7500 effetti sonori riservati soltanto per il rimbombo dei colpi delle diverse tipologie di armi da fuoco, senza contare anche tutto l’eccellente lavoro svolto sul doppiaggio, in particolare quello in italiano, che contribuisce a rendere l’immaginario di Borderlands ancor più vivo e vibrante, con una scelta delle voci sempre misurata e pienamente convincente.
Caotico, esuberante e folle come non lo era mai stato.
Borderlands 3 amplia e ravviva la già apprezzata formula proposta da Gearbox, spingendo in particolar modo su alcune soluzioni capaci di rendere il gunplay ancor più profondo, strutturato ed avvincente. Al netto di qualche limitazione sul fronte tecnico e di una narrazione a tratti zoppicante, la serie raggiunge con questo terzo capitolo il suo momento di massimo splendore, con una caratterizzazione dell’immaginario di gioco a dir poco dettagliata e oltremodo straordinaria. Vagare per le terre di confine non è mai stato così divertente.
- Immersivo ed estremamente divertente
- Gunplay ancor più profondo e strutturato
- Tanti nuovi pianeti da visitare e da esplorare
- Grande varietà di armi, ambientazioni e nemici
- Narrazione a tratti altalenante
- Frequenti cali di frame rate