Un’inchiesta del The Guardian rivela come i trafficanti di armi stiano utilizzando sempre di più i social network per pubblicizzare la loro merce e contrattare con i clienti.
Per acquistare una pistola di contrabbando negli USA non serve installare TOR e navigare nel deepweb. Basta aprire Snapchat per trovare persone come Anthony Reed, un trafficante d’armi del Nevada di appena 22 anni.
Un ragazzino che usava il social del fantasmino giallo per pubblicizzare i fucili e le pistole che era in grado di vendere. Tutto senza bisogno di licenze o di noiosi controlli sulla salute mentale e sui precedenti.
La TSA statunitense in un suo rapporto ha parlato di come i social siano diventati uno strumento sempre più importante per i trafficanti di armi, che ormai pubblicizzano la loro merce in modo spudorato su Facebook e Instagram.
Un modo per avere un bacino di utenti sconfinato. Ma tra questi ci sono anche le forze dell’ordine.
Le storie su Snapchat di Reed sono state viste anche da un’agente del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, che ha subito iniziato un’operazione sotto copertura.
Per 18 mesi l’agente in questione ha acquistato oltre 20 pistole da Reed, spacciandosi per un criminale. In questo modo è riuscito ad incriminare sia lui che il resto della sua banda.
- Dealers Are Using Snapchat to Sell Illegal Guns (futursim.com)
- California arms traffickers used Snapchat to market illegal weapons (theguardian.com)