Lanciato in orbita nel 1990 a bordo dello space shuttle Discovery, Hubble ha eseguito più di 169.000 giri attorno alla terra, totalizzando 6,7 milioni di km, e realizzato più di 1,4 milioni di osservazioni di 45.000 oggetti celesti.

La Nasa con una bellissima immagine pubblicata su Instagram ha celebrato i 29 anni del telescopio spaziale Hubble.

 

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È la Nebulosa del Granchio Meridionale con una struttura a clessidra e bordi luminosi. Come si legge nella didascalia la nebulosa, che si trova a diverse migliaia di anni luce dalla terra, è formata da due stelle una vecchia gigante rossa e una nana bianca.

La stella gigante rossa sta perdendo i suoi strati esterni e parte di questo materiale è attratto dalla gravità della vicina nana bianca. Questa interazione fa si che le due stelle siano incorporate in un disco piatto di gas che siallunga fra loro.

Questa cintura di materiale restringe il deflusso del gas che accelera solo sopra e sotto il disco dando così la caratteristica forma a clessidra. Le bolle di gas e polvere appaiono più luminose ai bordi, dando l’aspetto di zampe di granchio.

 

 

Come Hubble identificò la nebulosa

L’oggetto era stato segnalato per la prima volta alla fine degli anni ’60, ma si presumeva che fosse una stella normale. Nel 1989, gli astronomi utilizzarono le apparecchiature dell’Osservatorio La Silla, facente parte dell’Osservatorio Europeo Meridionale, in Cile, per fotografare una nebulosa estesa a forma di granchio, formata da bolle simmetriche.

Queste prime osservazioni mostravano solo la clessidra esterna con una regione centrale luminosa. Nel 1999 Hubble fotografò il Granchio Meridionale rivelando così le strutture nidificate complesse.

Quella che vediamo oggi è una delle ultime immagini, marzo 2019, che sono state catturate da Hubble utilizzando un’ampia gamma di filtri colorati presenti sul suo nuovo rivelatore. Questa immagine è un insieme di osservazioni effettuate in vari spettri di luce che corrispondono ai gas incandescenti nella nebulosa: il rosso è zolfo, il verde è idrogeno, l’arancio è azoto e il blu è ossigeno.

 

 

La carriera di Hubble

Lanciato in orbita nel 1990 a bordo dello space shuttle Discovery, Hubble, durante il suo onorato servizio, ha eseguito più di 169.000 giri attorno alla terra, totalizzando 6,7 milioni di km, e realizzato più di 1,4 milioni di osservazioni di 45.000 oggetti celesti. Gli astronomi che utilizzano i i dati raccolti da Hubble hanno pubblicato più di 16.000 articoli.

Numeri da capogiro per uno strumento di precisione che lavora in un ambiente avverso come lo spazio.

Parliamo di un oggetto costruito negli anni ’80!

Come si legge nell’articolo di Focus che per l’occasione pubblica le foto degli anniversari di Hubble, si pensava che il telescopio potesse avere un ciclo di vita breve, 14 anni, ma, come sappiamo, è andato ben oltre le previsioni. Anche con qualche imperfezione e, nel tempo, con la necessità di un po’ di manutenzione, ha eseguito in modo eccellente il suo lavoro.

L’Hubble osserva l’universo captando la luce vicino all’ultravioletto, visibile, e vicino all’infrarosso, dal suo punto più alto sopra gli effetti distorsivi dell’atmosfera terrestre, e sono proprio le sue osservazioni che hanno rivoluzionato quasi tutti i campi dell’astronomia e dell’astrofisica.

 

Tra le attività più importanti svolte da Hubble figurano la realizzazione delle viste più profonde dell’universo in evoluzione, la scoperta dei dischi che formano i pianeti attorno alle stelle vicine, la possibilità di sondare chimicamente le atmosfere dei pianeti che orbitano attorno ad altre stelle,l’identificazione del primo buco nero supermassiccio nel cuore della galassia vicina, e la prova di un universo in accelerazione.

Dopo tutto questo lavoro, certo è che il suo ciclo di vita sta per tramontare, inoltre, da quando non è più in attività lo space shuttle, necessario per la sua manutenzione e  riparazione, il telescopio spaziale potrebbe presto finire la sua funzione non avendo più gli strumenti necessari per le sue osservazioni.

Per questo motivo a breve, si parla del 2021 se non ci saranno ulteriori ritardi, il telescopio spaziale Hubble passerà il testimone al suo successore James Webb Space Telescope, molto più potente.

Nella sua onorata carriera Hubble ha osservato l’universo permettendo scoperte scientifiche e regalando immagini straordinarie.

I dati raccolti dalle sue osservazioni, si parla di più di 153 terabyte di dati, sono e saranno disponibili per le generazioni attuali e future.