Dragon Ball sta per tornare nelle sale con il nuovo lungometraggio animato Dragon Ball Super: Broly. Scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta e come si pone nel canone della serie.

Poniamo che oggi venga chiesto a Omero di riscrivere i suoi poemi, non solo in termini formali ma sostanziali, per andare in contro a gusti e sensibilità diverse da quelle a cui si rivolgeva in passato. Probabilmente cambierebbe quasi tutto, persino i connotati fisici di alcuni tra i più iconici personaggi dell’epica e, quindi, della letteratura occidentale, ma non eliminerebbe lo scontro tra Achille e Ettore, nè le insidie che ostacolano Ulisse.

Ora, ben lontani dal paragonare in linea diretta i poemi omerici e Dragon Ball, troviamo in due prodotti così distanti tra loro una marea di affinità e il paragone appena accennato è funzionale per capire come si è arrivati a quest’ultimo lungometraggio di cui andremo a parlare in questo articolo. L’epopea di Akira Toriyama infatti ricalca tanto la tradizione di stampo orientale (di seguito un approfondimento in cui avevo già parlato dell’ispirazione a uno dei quattro grandi romanzi della letteratura tradizionale cinese, noto con il nome di Il viaggio in Occidente, e attribuito all’erudito Wú Chéng’ēn), quanto quella del racconto epico nostrano, fatto di eroi, duelli, piena visibilità di questi e etica del sacrificio.

 

La prima differenza che salta all’occhio, però, è la necessaria connotazione di prodotto commerciale che Dragon Ball ha, inevitabilmente. Da qui l’esigenza di rimaneggiare una serie (fumettistica e di animazione) già conclusa da anni, per darle un nuovo corso. Tale procedimento è iniziato con Dragon Ball Super nel 2015 (l’ultima serie, Dragon Ball GT, si era conclusa nel 1997 ma è stata delegittimata riprendendo le storie di Goku dalla fine degli eventi di Dragon Ball Z). Una particolarità che segna il cambio dei tempi è che, al contrario del cursus classico che vede l’adattamento animato di un manga, con Super è stato l’anime ad essere adattato come manga sulla rivista mensile di Shūeisha V Jump.

Ma c’è un’altra premessa doverosa, prima di arrivare all’ultimo film: insieme a Dragon Ball Super sono arrivati anche nuovi lungometraggi animati che, per la prima volta con il film pilota dell’intero progetto – ovvero Dragon Ball Z: La Battaglia degli Dei – è posto in continuity con la storia regolare, collocandosi durante i 10 anni intercorsi tra la sconfitta di Majin Bu e il Torneo Mondiale in cui Goku conosce Ub.

 

 

Da qui, ricollegandoci a quanto detto in apertura, troviamo il primo stravolgimento nelle regole fisse dell’epica di Dragon Ball (che potremmo riassumere in uno schema molto semplice: arrivo di un nuovo nemico che minaccia la pace – scontro in cui i nostri eroi le prendono sonoramente – stacco temporale in cui si potenziano – resa dei conti in cui le danno al cattivone di turno). Questa volta il “cattivo” è un Dio della distruzione e non c’è modo di spuntarla per Goku e compagni, neanche diventando Super Sayan God.

Con questa novazione nello schema tradizionale si apre una nuova stagione di lotte e di trasformazioni, per la gioia di quelli a cui il passaggio di capelli dei Sayan da neri a biondi con varie sfumature e lunghezze non bastava più. Ma dietro agli stravaganti colori dei nuovi livelli si cela sempre quel senso di crescita, evoluzione, miglioramento, che è tipico del prodotto battle shonen e che ha permesso a un franchise chiuso da quasi 20 anni di tornare a imporsi in maniera prorompente sulla scena.

E se Omero non abbandonerebbe mai Achille vs. Ettore, perché mai Dragon Ball dovrebbe rinunciare a Goku vs. Freezer?

Con il successivo lungometraggio, Dragon Ball Z: La resurrezione di ‘F’, il cattivone per antonomasia torna sugli schermi. Eh sì, proprio quel maledetto che ha rovinato a più di un bimbo l’infanzia con l’omicidio di Crilin (funzionale però alla prima, indimenticabile ed epica trasformazione di Goku in Super Sayan su un morente pianeta Namecc).

 

 

C’era ancora un ambito un po’ dimenticato però, quello degli OAV.

C’era ancora un ambito un po’ dimenticato, però. I cosiddetti OAV, usciti tra il 1990 e la prima parte degli anni 2000, slegati totalmente dalla continuity del manga/anime da cui si prendevano spesso licenze per raccontare in modo diverso o alternativo storie già note.

Apripista di questo universo parallelo è stato Dragon Ball Z: Le origini del mito, uscito appunto nell’ottobre del 1990, dove si raccontava per la prima volta la distruzione del pianeta Vegeta da parte di Freezer e dove veniva mostrato l’invio sulla Terra da parte di Bardak della capsula contenente il piccolo Goku.

Oltre al padre di Goku però appaiono negli OAV tanti altri personaggi amati dai fan ed entrati nell’immaginario di Dragon Ball, dalla fusione di Goku e Vegeta senza i potara usati nella saga di Majin Bu, ovvero Gogeta, apparso nel film Dragon Ball Z: Il diabolico guerriero degli inferi, al temibile Broly, appunto, apparso invece nel film Dragon Ball Z: Il Super Saiyan della leggenda, uscito nel 1993.

 

 

Quale occasione migliore per canonizzare questi personaggi tanto amati dai fan che un bel lungometraggio in cui rinarrare, in modo coerente con l’attuale stato di Dragon Ball Super, tutte le vicende di cui sopra? In Dragon Ball Super: Broly (non a caso è il primo lungometraggio ad abbandonare la Z nel titolo) avviene proprio questo: troviamo per la prima volta un racconto coerente della distruzione del pianeta Vegeta, di Bardak e dei Sayan sopravvissuti, tra cui ovviamente Broly.

Troviamo Gogeta e lo vediamo persino trasformarsi in Super Sayan God, roba che farà venire la pelle d’oca ai fan un po’ più attempati ma che fornisce rilevanza a questi personaggi anche per i più giovani (che verosimilmente non hanno visto nè vedranno i lungometraggi OAV degli anni ’90-2000, tanto più ora che non sono ufficialmente nella continuity di una serie che prosegue a ritmo ben serrato).

Dragon Ball Super: Broly è anche il primo film ad arrivare nelle sale in programmazione regolare e non come film evento, per cui scegliete pure il giorno e l’orario che preferite per tornare in sala a vedere la nuova avventura di Goku e compagni a partire dal 28 febbraio.

 

 

Durante il primo weekend di programmazione del film, in collaborazione con Star Comics, verranno distribuiti dei booklet (prime 30 pagine) del primo volume di Dragon Ball Super nei seguenti cinema:

  • Brescia, Cinema OZ
  • Roma, Cinema LUX
  • Napoli, Cinema METROPOLITAN