Ricercatori cinesi sono riusciti a collegare il cervello umano a quello di un topo da laboratorio, in modo che la persona riuscisse a direzionare il roditore all’interno di un labirinto.

La ricerca è basata su una brain-to-brain-interface (BBI) che connette il cervello della persona a un computer, il quale decodifica i segnali in arrivo e stimola il cervello del ratto di conseguenza.

La persona è collegata ad un elettroencefalografo (EEG) che misura i suoi segnali cerebrali. L’EEG è connesso al computer, che decodifica i segnali cerebrali umani e li invia attraverso un modello per stimolare il cervello del ratto e dirgli di muoversi in una specifica direzione.

 

 

L’EEG ha il vantaggio di non dover collegare elettrodi al cervello umano, ma il lato negtivo è che il segnale risulta molto più debole. Il risultato di ciò è una piccola quantità di lag di cui tenere conto durante la guida del ratto.

I segnali cerebrali per destra e sinistra sono potuti essere decodificati senza problemi, ma l’indicazione di andare dritto, forse per la sua complessità a livello di segnale, è stata sostituita da un battito di ciglia.

Per questo esperimento si può parlare di un vero e proprio ratto cyborg, e i ricercatori nel paper fanno infatti riferimento alla “rat cyborg preparation”, in quanto due elettrodi sono stati impiantati direttamente nel cervello del roditore.

I ricercatori hanno inizialmente istruito il ratto usando gli elettrodi per produrre certi movimenti, tramite segnali inviati al suo cervello in modalità wireless attraverso un piccolo “zainetto per ratti” contenente lo stimolatore.

Il primo test ha avuto luogo in un labirinto a forma di asterisco con otto rami, e l’obiettivo era mandare il ratto dal ramo di partenza a un altro ramo specifico.

È stato possibile far muovere il ratto da un punto all’altro del labirinto in circa tre minuti.

Nel successivo test con labirinto più complesso, pilotare sei ratti attraverso un percorso prestabilito, nell’arco di 10 test consecutivi, ha avuto il 90% di successi.

È la prima volta che viene utilizzata una interfaccia brain-to-brain per un task di spostamento complesso, e i risultati sono incoraggianti.