I ricercatori della NASA hanno riutilizzato i sensori che guidano il rover Curiosity in giro per il pianeta rosso per un nuovo scopo: misurare la gravità su Marte per ottenere nuove informazioni sul pianeta.

Già nel 1972, i 17 astronauti della missione Apollo avevano guidato un veicolo sul suolo lunare, equipaggiato degli strumenti per misurare la gravità del luogo.

Su Marte non ci sono astronauti, ma i ricercatori della NASA hanno intuito di avere già a bordo di Curiosity tutto ciò che gli serve.

Hanno pensato infatti di riadattare gli strumenti di Curiosity utilizzati per determinarne la posizione come giroscopi, accelerometri e altri sensori simili a quelli dei moderni smartphone, per farli diventare misuratori di gravità.

 

 

Potendo misurare i cambiamenti nella forza della gravità, hanno provato a misurare il “tiraggio” verso terra sul Mount Sharp, scoprendo così che gli strati di roccia che lo compongono sono molto meno densi del previsto.

Questa notizia getta nuova luce su alcune ipotesi di formazione del promontorio roccioso.

L’idea iniziale infatti era che il Gale Crater, nel quale sorge la montagna, fosse una volta totalmente pieno, e che la montagna sia stata scavata da venti ed erosioni.

In questo caso però, con cratere pieno, il materiale sottostante sarebbe dovuto essere molto più compresso di quanto invece è risultato. Kevin Lewis della Johns Hopkins University, autore principale del paper che riporta la scoperta, la commenta così:

There are still many questions about how Mount Sharp developed, but this paper adds an important piece to the puzzle,

I nuovi dati insomma forniscono un importante contributo per investigare sulla formazione del territorio marziano come si presenta oggi.

To me, Mars is the uncanny valley of Earth. It’s similar but was shaped by different processes. It feels so unnatural to our terrestrial experience.