Proviamo a fare il punto, tra ciò che si sa e qualche speculazione, dell’attesissimo sequel di Ready Player One di Ernest Cline.

Ernest Cline nasce ad Ashland, Ohio, nel marzo del 1972. Non lo sappiamo da fonti certe ma sono pronto a scommettere che già in tenera età fosse il nerd per antonomasia, d’altronde si è vissuto infanzia e adolescenza a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 – due decenni in cui si sono poste le fondamenta di quel grattacielo futuristico che oggi tutti chiamiamo, in modo un po’ fighetto, pop culture.

Quindi Cline era il classico nerd che faceva lavoretti sottopagati nel settore informatico pur di avere qualche soldo e tutto il tempo necessario per dedicarsi alle proprie passioni, da cui nel 2010 nascerà il suo primo romanzo: Ready Player One.

E qui sulle pagine di Lega Nerd abbiamo iniziato a parlarvene before it was mainstream, ovvero un bel po’ di anni prima dell’uscita nelle sale dell’omonimo film diretto da Steven Spielberg (su cui comunque non ci siamo risparmiati).

 

Comprendere un po’ chi sia Ernest Cline è fondamentale per approcciare la sua opera in modo corretto, stiamo parlando di uno che se ne va davvero in giro a bordo di una DeLorean DMC-12 modificata per somigliare a quella di Ritorno al Futuro.

Non è stata la scrittura di RPO – anche un po’ scialba, priva di ricercatezza e strutturata come una sceneggiatura – a catturarci, ma l’oggetto dell’opera; si tratta della sublimazione massima di tutta la pop culture, con le sue esagerazioni e i suoi paradossi, in un contesto concreto, verosimile.

È il nostro mondo quello di Ready Player One, semplicemente declinato in un futuro in cui tutto è andato storto, a parte la realtà virtuale.

Poco dopo l’uscita nelle sale del film, lo stesso Cline ha dichiarato pubblicamente che ha già in mente dei sequel, tant’è che quando ha scritto Ready Player One ha registrato il nome di dominio online anche di Ready Player Two e Ready Player Three, perché in futuro avrebbe potuto voler raccontare altre storie. Sebbene Cline sia già tornato sugli scaffali delle librerie con Armada, ha lavorato moltissimo per creare OASIS, in cui c’è un enorme potenziale ancora inespresso.

 

Il coinvolgimento di Cline nella sceneggiatura sull’adattamento cinematografico di RPO è arrivato mentre iniziava a lavorare su una prima bozza di Ready Player Two, che già da questo potremmo supporre essere principalmente un sequel del libro, più che del film. A sostegno di ciò le dichiarazioni dello stesso Cline in un’intervista concessa a Hollywood Reporter in cui specifica che si tratta di un sequel del romanzo.

Sto cercando di scrivere un sequel del libro e non del film, perché il film ha cambiato molte cose – ha dichiarato Cline.

Data la natura pesantemente referenziata della storia, sembrava una scelta ovvia quella di avere Steven Spielberg – l’uomo che ha contribuito a creare molti degli immaginari di pop culture anni ’80 – al timone dell’adattamento cinematografico di Ready Player One. Tuttavia, Cline ritiene che Spielberg abbia adottato un approccio molto cauto nell’inscenare il film.

Steven era parecchio restio a fare riferimento ai propri lavori – precisa Cline – non è che sia troppo umile, semplicemente non è un fan degli auto omaggi e dell’autoreferenzialità.

 

 

 

Prendendo come punto di partenza questo unico dato certo, sappiamo in realtà già un bel po’ di cose per deduzione: l’immaginario pop presente nella OASIS del libro è una vera e propria fiumana di citazioni che non si preoccupano di accostare assieme tutte le proprietà intellettuali che per comprensibili contrasti non abbiamo potuto vedere messe in scena nel film: da Disney a Warner Bros., dal pianeta World of Warcraft a quello di Super Mario ecc.; l’immaginario del medium libro non ha confini.

Facciamo un brevissimo riassunto: anno 2045, il mondo è devastato dal cambiamento climatico, dalla sovrappopolazione e dalla povertà. Per sfuggire alla loro triste realtà, le persone trovano conforto in una realtà virtuale online chiamata OASIS.  Il protagonista di questa storia è Wade Watts, adolescente sfigatello che riuscirà prima di tutti a risolvere il gioco di Anorak, avatar del defunto architetto di OASIS, James Halliday, che in punto di morte ha rivelato questa sfida volta alla ricerca degli easter egg sparsi chissà dove.

Solo chi sarà in grado di trionfare erediterà l’enorme fortuna di James Halliday, ma avrà anche il totale controllo di OASIS.

 

Dunque, fin qui Cline ha giocato su archetipi e topos letterari noti e sempre funzionali, da temi quali la rivalsa, il cammino dell’eroe e l’emarginato che riesce, grazie proprio alla sua intrinseca condizione, ad arrivare dove gli altri non arrivano. Anzi, in realtà “he gets by with a little help from his friends”, per parafrasare la celebre canzone dei Beatles del lontano 1967. Perché Ready Player One è prima di tutto una storia di amicizia e d’amore.

Senza l’aiuto di Aech, Daito e Shoto il buon Parzival sarebbe andato poco lontano, così come lo stimolo principale è il rapporto d’infatuazione tutto giocato sulla sfida che egli instaura con Art3mis (e qui, per comprenderlo davvero, bisogna aver letto il libro). C’è una linea retta in salita su cui la storia di Ready Player One si muove per portare Wade e compagni al final stage, ma il lieto fine pone un enorme problema per il sequel. Cosa dovrà inventarsi ora Cline per rovesciare il tavolo da gioco?

 

 

A nessuno interessano le storie di buon governo, sono noiose. Tanto più in questo tipo di racconti c’è bisogno di un conflitto, di un buono e di un cattivo, e con Sorrento e la IOI di fatto fuori gioco, chi si opporrà all’impero di Wade/Parzival? Probabilmente ci saranno un buon numero di ripercussioni negative proprio sul suo personaggio, che si ritroverà sia a capo del mondo virtuale di OASIS che, verosimilmente, in una posizione dominante data dalla propria ricchezza nel mondo reale.

Un bel colpo di scena potrebbe essere che in Ready Player Two sia proprio Wade a dare di matto, e un nuovo protagonista sarà chiamato a contrastarne la follia. In fondo o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo, no? Si tratta ovviamente solo di una speculazione di chi vi scrive, anche piuttosto estrema. È più probabile che piombi dal nulla – o magari da un passato a noi ignoto – un nuovo nemico, che crei una nuova sfida, una nuova ricerca, riportando sugli stessi binari del primo libro anche il sequel.

E voi invece che ne pensate? Cosa potrebbe accadere a OASIS in Ready Player Two?

Fatecelo sapere nei commenti!

 

 

Trovate Ready Player One incluso nel catalogo di Infinity TV.