Continua l’avventura attraverso l’America di Jesse e Sandor, dopo il grande risveglio e la presa di coscienza del mondo animale. La serie AfterShock di Marguerite Bennet e Rafael De Latorre, pubblicata in Italia da Saldapress, entra ancora più nel cuore della vicenda, regalandoci grandi momenti di intrattenimento fumettistico.
Improvvisamente, per motivi che ancora non conosciamo e che suscitano numerosi interrogativi tra i protagonisti, gli animali si sono in qualche modo risvegliati, acquisendo l’uso della parola e prendendo coscienza di sé in modo decisamente umano.
Questo incredibile avvenimento ha inevitabilmente portando all’esplosione di un conflitto tra umani e animali, arrivando addirittura alla formazione di nuclei armati di guerriglieri autoproclamatisi “Animilitari”, votati alla conquista del potere tramite la forza.
In mezzo a questo caos troviamo i nostri due protagonisti principali: Jesse Hernandez, una giovane ragazzina dal cuore d’oro, che ha appena perso i genitori e che cerca in tutte le maniere di ricongiungersi all’unico familiare (umano) che le è rimasto, il fratellastro Adam, veterinario in California e Sandor, il suo fedele mastino, molto più di un compagno di viaggio, molto più di un amico, votato anima e corpo a proteggere la persona con la quale è cresciuto.
Con la fine del primo volume ci eravamo fermati all’inizio del viaggio che i nostri due stanno intraprendendo da New York alla California, passando per il Maryland e la Virginia.
Ma come in ogni road trip che si rispetti il viaggio non può avvenire senza prima la costituzione di un gruppo di viaggiatori, accomunati dalla destinazione se non direttamente negli obbiettivi: il dolce bisonte Bethesda, vera e propria madre putativa per Jesse, il gatto Pallas, l’unico dotato di seppur rudimentali conoscenze mediche, le capre Zarzamora e Arandano, il procione Chirrut e l’unico altro umano, Kyle, già animalista prima del risveglio e ora piuttosto spaesato dalla situazione.
Gli equilibri ora però sono sovvertiti: da quando gli animali hanno cominciato a comportarsi e a ragionare come gli uomini, gli uomini hanno cominciato a comportarsi come animali, pur di sopravvivere, assottigliando incredibilmente il confine della separazione tra le specie e peraltro facendoci profondamente riflettere sugli atteggiamenti umani, anche prima del risveglio.
In fin dei conti utilizzare strumenti o mangiare seduti comodamente a tavola con piatti e posate non ci rende necessariamente moralmente meno bestiali, ma semplicemente più civilizzati, aspetto questo sottolineato più volte nel corso della storia.
Ed è a questo punto che subentrerà il Drago che da il titolo a questo secondo volume (che comprende dalla quinta all’ottava uscita delle edizione americana) e che rappresenta il villain assoluto da affrontare.
Una creatura così forte e autoritaria da riuscire a riunire sotto la sua guida un branco misto di animali ed esseri umani, tutti disposti a seguire il più forte pur di garantirsi un pasto, anche a costo di modificare la propria stessa indole e natura.
Vi ricorda qualcosa? Una crisi che cambia radicalmente il mondo (apocalisse?), un gruppo di sopravvissuti in viaggio verso un’ipotetica salvezza, un leader spietato che comanda col pugno di ferro e il terrore un gruppo di disperati, catturando i più deboli e applicando alla lettera la legge della giungla… i presupposti per associare Animosity a The Walking Dead ci sono tutti.
Ed esattamente come nella celebre serie di Kirkman, Marguerite Bennet si concentra sul rapporto intimo, speciale e assolutamente puro tra Jesse e Sandor, i quali darebbero la vita l’uno per l’altra.
I rapporti tra i personaggi, tutti diversi e tutti con una storia da raccontare (come ad esempio la scontrosa capra col giubbotto Zarzamora, personaggio sicuramente negativo ma non immotivato) sono centrali ed importanti in Animosity e sono il vero valore aggiunto di una serie davvero eccellente, nel ritmo come nei disegni.
I dialoghi hanno una valenza davvero notevole ai fini della narrazione e ne è un perfetto esempio lo strabiliante dialogo iniziale tra i due gamberetti – ultimo gradino della catena alimentare – che si interrogano sulle motivazioni che portano alcune creature a prevalere su altre, anche a fini di sopravvivenza.
Nonostante la parte centrale del volume sia ricca di suspance e di scene action il punto focale è rivolto verso gli animali, i quali cominciano ad interrogarsi sul come sia potuto avvenire questo risveglio e quale sia lo scopo di tutto ciò. Ora che l’uomo non è più l’apice della catena alimentare terrestre, gli animali parlano di spiritualità, di religione, di anima e aldilà.
Il coinvolgimento emotivo nel lettore, nonostante questo non sia un volume propriamente frenetico, è totale: la dolcezza con la quale gli animali (chiamiamoli personaggi) affrontano il primo ciclo di Jesse o la sofferenza di Sandor nel rendersi conto di non avere ancora tanti anni davanti per proteggere quel che resta della sua famiglia, ovvero la piccola Jesse, sono toccanti.
Ma altrettanto coinvolgente sarà il confronto con il Drago, che farà uscire anche l’aspetto più importante e “scomodo” dell’amore, quello che ci fa essere violenti e risoluti fino all’estremo pur di proteggere i nostri congiunti.
In natura non esiste la cattiveria, esiste la sopravvivenza. Ed è disarmante rendersi conto di quanto i sentimenti cattivi siano una pura invenzione umana.
I disegni di Rafael De LaTorre, con gli azzeccatissimi colori di Rob Schwager, sono splendidi, sia per il realismo nel riprodurre le tantissime razze animali sia nella caratterizzazione delle stesse al fine di umanizzarle (il giubbotto che indossa Zarzamora è pazzesco e da un tocca chiaro e inconfondibile della personalità del personaggio, così come gli occhi di Sandor, incredibilmente vivi ed espressivi).
E poi come lo stesso Latorre dice nella prefazione, disegnare cervi che trasportano bombe a mano sulle corna o tartarughe con lanciamissili sul carapace deve essere dannatamente divertente!
Animosity non è un fumetto animalista. È una storia che ci porta a riflettere sulla nostra condizione di esseri civilizzati, sulla caducità della società, sulla maniera sbagliata in cui tutti ci sentiamo superiori ad altri per futili motivi magari legati al concetto di razza o all’aspetto; questioni superficiali che una volta abbattute ci portano davvero a riconsiderare la nostra posizione nel mondo, moralmente e anche fisicamente.
È indubbiamente la mia lettura preferita del catalogo AfterShock edito da Saldapress
(che peraltro fa come di consueto un ottimo lavoro) e non vedo letteralmente l’ora di poterla continuare.
In questi tempi di forti incomprensioni, di xenofobia e pregiudizi, un fumetto del genere, se abbiamo l’intelligenza per capirlo, può essere davvero un grande spunto di riflessione personale. Da consumare!
- Animosity si conferma una delle migliori serie pubblicate da Aftershock e anche di tutto il catalogo Saldapress
- Marguerite Bennet non si smarrisce, dosa il ritmo del viaggio tra azione e riflessione, affascinando e coinvolgendo
- I disegni di Latorre sono veramente vitali, dinamici e dettagliati, accompagnati da colori vividi e azzeccati
- I dialoghi sono un vero fiore all'occhiello: anche nei momenti più filosofici risultano sempre alla portata di tutti e comunque esaustivi
- Saldapress propone l'uscita in due versioni, l'ottimo brossurato e il prestigioso cartonato
- Non saprei proprio cosa dirvi, l'unico problema sarà sopportare l'attesa prima della prossima uscita