Avete mai provato a scrivere una parola al contrario? Magari da bambini. Ebbene, pare che questa capacità possa derivare da un talento non ordinario: la scrittura speculare, o scrittura a specchio. È un fenomeno comportamentale affascinante che coinvolge la scrittura di lettere, numeri e persino parole e frasi intere scritte in modo invertito, proprio come se le si osservasse attraverso uno specchio. Ma cosa c’è dietro?

La scrittura speculare: un viaggio nel mondo delle lettere ribaltate

Partiamo dall’inizio. La forma più comune di scrittura speculare si verifica nell’infanzia. Se guardate i primi libri di ortografia di un bambino, vedrete spesso singole lettere e numeri scritti al contrario, o addirittura un intero nome scritto al contrario. La scrittura speculare è un fenomeno antico e comune, che si manifesta principalmente nei bambini dai 5 ai 7 anni, nelle persone mancine e nelle lingue che si scrivono da destra a sinistra. Anche se per tanto tempo si è pensato che fosse solo un errore o un problema da risolvere, in realtà è un’impresa notevole riuscire a scrivere al contrario, specialmente parole intere o frasi.

La scrittura speculare nei bambini: tra lateralità e percezione visiva

Quando un bambino inizia ad apprendere la scrittura, può imbattersi nella scrittura speculare per due ragioni principali. Innanzitutto, la lateralità: durante la fase scolastica, i bambini iniziano a sviluppare una preferenza per l’uso di una mano o dell’altra. Ma talvolta possono mostrare una lateralità incrociata o mancina, che rende più difficile l’orientamento corretto della scrittura. Ad esempio, i bambini mancini potrebbero sentirsi più a loro agio a scrivere da destra a sinistra, il che è in contrasto con il sistema di scrittura prevalente. Quindi, è comprensibile che debbano affrontare una fase di adattamento per acquisire la direzione corretta nella scrittura. La seconda ragione è legata alla percezione visiva. Quando un bambino inizia a leggere e scrivere, il suo sistema visivo deve essere sufficientemente sviluppato per riconoscere le simmetrie tra le lettere e possedere un orientamento spaziale di base. Solo allora sarà in grado di comprendere le sottili differenze tra le lettere complesse come “b-d” o “b-p”, che richiedono modifiche nella direzione destra-sinistra o alta-bassa. A volte, i bambini di 5 o 6 anni possono avere difficoltà a percepire queste simmetrie e potrebbero girare le lettere in modo isolato perché non distinguono correttamente le differenze tra di loro. Alcuni potrebbero persino invertire intere parole o frasi. Tuttavia, in genere questi problemi si risolvono intorno ai 7 anni, quando il sistema visivo si sviluppa ulteriormente.

La scrittura a specchio potrebbe essere un fenomeno normale nel processo di apprendimento (sia per mancini che per destrimani)

È importante notare che la scrittura speculare di solito non è un indicatore di un ritardo nello sviluppo intellettuale. Studi recenti, condotti presso l’Università di Harvard, di Edimburgo e l’Università della Lorena, non hanno trovato differenze significative nell’intelligenza tra bambini della stessa età che scrivono in modo normale e quelli che scrivono in modo speculare. Quindi, anche se la scrittura speculare non si manifesta in tutti i bambini, possiamo considerarla una fase normale nel processo di apprendimento della scrittura, che può essere superata con un po’ di supporto extra. “Le inversioni di specchio che si verificano nell’infanzia sono una parte assolutamente normale dello sviluppo. È praticamente una fase che ogni bambino che impara a scrivere attraversa“, afferma Robert McIntosh, professore di neuropsicologia sperimentale all’Università di Edimburgo. “Non è più comune nei bambini mancini che in quelli destrimani“, aggiunge.

Esiste una ragione evolutiva per cui queste inversioni avvengono

Il nostro cervello si è evoluto in una “generalizzazione speculare“: quando guardiamo un oggetto, impariamo automaticamente a riconoscere anche la sua immagine speculare. Questo è utile perché se poi vediamo l’oggetto da un’angolazione diversa, capiamo che si tratta dello stesso oggetto, solo rivolto dall’altra parte.

“Il cervello è impostato per generalizzare a specchio perché è efficiente”, afferma McIntosh. “Se vogliamo metterlo in un contesto evolutivo, immaginate che vostra madre vi indichi un predatore, un leone, e vi dica: ‘State lontani da quello, è un animale pericoloso’. Quando lo vedete camminare nell’altra direzione, dovete riconoscere che si tratta dello stesso animale pericoloso”.

Per quanto utile, questa abilità crea problemi quando impariamo a leggere e a scrivere. A differenza di un leone, lettere come la “d” e la “b” cambiano identità a seconda della direzione in cui si trovano, ma il nostro cervello si è evoluto in modo da trattarle come diverse visioni della stessa cosa. Dopo tutto, se si potesse girare intorno a una “d” e guardarla dall’altro lato, sembrerebbe una “b”. Quando impariamo a leggere e a scrivere, il nostro cervello capisce gradualmente che la generalizzazione speculare si applica agli oggetti in natura, ma non alle parole e alle lettere. Secondo McIntosh, in un’area del cervello nota come visual word form area (VWFA) (area visiva della forma delle parole), che usiamo per leggere e scrivere, il processo di generalizzazione speculare viene disattivato. Questo processo di soppressione selettiva, nell’area visiva della forma delle parole, aiuta a spiegare perché, da adulti, in genere non riusciamo a leggere le parole speculari, ma siamo ancora in grado di riconoscere le immagini speculari di oggetti o animali. Finché non sviluppano questa capacità, i bambini sono inclini a invertire le lettere. Tuttavia, non lo fanno in modo casuale. Al contrario, è più probabile che invertano le lettere che non sono rivolte verso la direzione generale della scrittura.

La direzione delle lettere nell’apprendimento della scrittura

Nell’alfabeto romano che usiamo per scrivere, la maggior parte delle lettere è rivolta a destra, cioè ha delle parti che sporgono a destra, come piccoli segnali. McIntosh lo paragona alle bandiere al vento. E, B, C ne sono un buon esempio. Questo orientamento è probabilmente il risultato naturale dei movimenti della mano e dell’occhio mentre scriviamo, che muovono le righe in una direzione. Ma ci sono alcune eccezioni, come la J o il numero 3, che puntano nella direzione opposta, per così dire controvento. Questo vale per diverse scritture. Nell’alfabeto osco, un’antica scrittura italiana che si scriveva da destra a sinistra, la E, la B e la K hanno lo stesso aspetto del nostro alfabeto, ma sono invertite, come se fossero ruotate, per armonizzarsi con la direzione della scrittura.

Una ricerca condotta da Jean-Paul Fischer e Anne-Marie Koch, due psicologi dell’Università della Lorena in Francia, suggerisce che i bambini afferrano implicitamente questa regola delle lettere rivolte nella direzione della scrittura, per poi applicarla alle lettere e ai numeri non “allineati”. Altri studi hanno dimostrato che i bambini sono più propensi a invertire le lettere e i numeri “rivolti nella direzione sbagliata”, come la J e il 3. È come se i bambini stessero cercando di capire che la loro scrittura non è conforme alla regola. È come se stessero inconsciamente rendendo la scrittura più coerente. McIntosh e il suo team hanno riscontrato lo stesso effetto in uno studio che utilizzava caratteri inventati simili a lettere. I bambini erano tre volte più propensi a invertire un carattere rivolto a sinistra, “sbagliato”, rispetto a uno rivolto a destra. Una ricerca inedita condotta dal team di McIntosh suggerisce che i bambini che scrivono da destra a sinistra in arabo applicano la stessa regola inconscia, ma al contrario. È più probabile che invertano le lettere arabe rivolte a destra, allontanandosi dalla direzione della scrittura.

La scrittura speculare non è solo un fenomeno legato all’infanzia

Tra i bambini, la scrittura a specchio accidentale è solo un’altra fase dello sviluppo. Ma allora cosa succede a chi scrive intenzionalmente a specchio, anche in età adulta? Spesso è una condizione associata a specifici contesti. Questo perché, ad esempio, la scrittura speculare può essere un sintomo di lesioni cerebrali nell’emisfero dominante. È stata osservata in persone affette da schizofrenia, personalità multipla, Alzheimer e Parkinson. In alcuni casi, la comparsa della scrittura speculare negli anziani potrebbe addirittura essere un segnale predittivo di un successivo declino cognitivo. Tuttavia, in seguito a un ictus, questa condizione è di solito transitoria. Interessante da notare che il 93% dei casi di scrittura speculare, conseguente a un ictus, è causato da danni all’emisfero sinistro e dalla necessità di utilizzare la mano sinistra non dominante a causa di problemi motori alla mano destra.

C’è anche un aspetto intrigante associato alla scrittura speculare

A parte alcune condizioni patologiche, su cui soprassederemo in questo articolo, è molto interessante analizzare la connessione tra scrittura a specchio e creatività. Nel corso degli anni, è stato osservato che alcune personalità famose, come Leonardo Da Vinci e Lewis Carroll, utilizzavano la scrittura speculare come forma di espressione personale. Da Vinci, in particolare, scriveva tutte le sue note personali in modo speculare per renderle indecifrabili agli altri. Gli scienziati hanno quindi iniziato a supporre che l’apprendimento di questo tipo di scrittura richieda una certa flessibilità mentale, che potrebbe anche essere correlata ad una maggiore creatività.

Tra movimenti naturali e abilità acquisite

Pensiamoci bene. Quando scriviamo in italiano, con la mano destra, facciamo un movimento verso l’esterno. Se poi prendiamo una penna con la mano sinistra e iniziamo a scrivere, la nostra tendenza naturale è quella di fare lo stesso movimento verso l’esterno. Il risultato è che la scrittura scorre verso sinistra ed è invertita. “Poiché le nostre braccia destra e sinistra sono speculari l’una all’altra, esse compiono naturalmente movimenti speculari, quindi il modo più naturale per un destrimane di scrivere con la mano sinistra è l’immagine speculare“, spiega McIntosh. Tanto per cominciare, questa abilità risulta essere molto meno speciale di si pensi. Secondo McIntosh, per i destrimani e per i mancini, che sono stati costretti a scrivere con la mano destra, questa abilità potrebbe derivare semplicemente dal modo in cui ci muoviamo mentre scriviamo.

Fare di necessità virtù

Nel caso dei mancini, è stato insegnato loro a scrivere con la mano sinistra, usando un movimento verso l’interno e stringendo il polso in una specie di uncino. Non c’è da stupirsi che sia scomodo. È più comodo usare un movimento verso l’esterno, con il polso dritto, esattamente quello che i mancini fanno quando, anche in età adulta, scrivono a specchio (comportamento che in molti, tra quelli che scrivono con la sinistra attuano e che, inoltre, trovano anche rilassante). Questa facilità, tuttavia, si applica solo alla scrittura, non alla lettura. Per leggere la scrittura speculare, lo scritto deve essere visto davanti allo specchio (anche dai mancini stessi) il che avvalora ulteriormente l’idea che l’inversione abbia a che fare con il movimento e non con il vedere il mondo in modo diverso. È giusto sottolineare che, da qualche anno a questa parte, ai mancini viene insegnato un modo specifico e molto più funzionale di scrivere, rispetto alla stretta impugnatura a uncino. Si tratta di angolare la pagina e di scrivere con il polso dritto. Insomma, la scrittura speculare è un fenomeno affascinante che, sebbene possa essere comune nei bambini e possa essere associata a condizioni specifiche negli adulti, non è un indicatore di lentezza intellettuale. Anzi, richiede una notevole abilità mentale e visiva.