È disponibile su Netflix The Outsider, thriller diretto da Martin Zandvliet con protagonista il premio Oscar Jared Leto nei panni di un soldato americano che si fa strada nei ranghi della famiglia Shimatsu, potente clan yakuza di Osaka.
La yakuza è la più nota organizzazione criminale giapponese suddivisa in numerose famiglie, o bande, dette bōryokudan (暴力団 letteralmente “gruppo violento”). L’organizzazione a livello mondiale è nota come “mafia giapponese”, e basata sui valori della famiglia patriarcale si fonda ancora oggi sull’assoluta obbedienza ed osservanza al capo e su rigide regole, la cui violazione prevede inevitabili punizioni. La più diffusa pratica di redenzione ed espiazione dei peccati è l’amputazione delle dita della mano, generalmente il mignolo.
L’origine della yakuza è incerta. Sembra risalga ai ronin, cioè i samurai senza padrone, che offrivano protezione ai villaggi dai banditi, ma l’ipotesi più accreditata è che la sua nascita sembra risalga al periodo Edo (1603–1868) dall’unione dei tekiya, ovvero coloro che controllano il commercio illegale di merci rubate, e i bakuto, cioè i giocatori d’azzardo. Questue due associazioni si organizzarono in gruppi legati dal vincolo di reciproco aiuto, seguendo un codice d’onore basato su tre principi fondamentali:
- Non toccare la moglie dei seguaci
- Non rivelare a nessuno i segreti dell’organizzazione
- Sii fedele al tuo capo
Inoltre secondo lo scrittore Atsushi Mizoguchi, il nome yakuza deriva dall’unione di tre parole: ya (“otto”), ku (“nove”) e sa (“tre”), cioè il punteggio perdente nel gioco di carte Hanafuda, gioco molto popolare nelle bische clandestine controllate dai mafiosi del 1700. Non a caso il significato originale della parola è “marginale”.
Una realtà quella della yakuza in sospeso tra attività illegali e legali (agenzie di spettacolo, finanziarie, e così via), inserita nella vita politica giapponese e molto legata alla tradizione. Infatti non solo i suoi membri sono riconoscibili dai numerosi e caratteristici tatuaggi, gli irezuni (da ireru, “inserire”, e sumi, “inchiostro”), realizzati tutt’oggi con strumenti fatti a mano come aghi di bambù o di acciaio.
Inoltre la katana, spada tradizionale della cultura del Sol Levante ed arma tipica dei samurai, ha ancora un ruolo fondamentale all’interno dell’organizzazione mafiosa giapponese. Ancora oggi è l’arma preferita dai membri della yakuza, usata spesso per uccidere persone influenti. Ne è un esempio Juntaru Suzuki, vicepresidente della Fuji che nel 1994 venne assassinato a colpi di spada dopo essersi rifiutato di pagare tangenti.
La yakuza da sempre ha affascinato, e che continua ad intrigare, la cultura popolare di massa, in particolare il cinema, la televisione, i fumetti ei videogame. Nel corso degli anni molti sono stati i prodotti che hanno visto la mafia giapponese protagonista, dal film Yakuza del 1975 di Sydney Pollack, all’omonimo videogioco (che ad oggi si compone di otto capitoli), arrivando fino al manga Sanctuary o alla recente serie tv Daredevil. Solo per citarne alcuni.
Tra gli ultimi film che vedono la temuta organizzazione criminale al centro della stori troviamo The Outsider, film originale Netflix diretto da Martin Zandvliet (Land of Mine) con protagonisti il premio Oscar Jared Leto (Suicide Squad, Blae Runner 2049) e Tadanobu Asano, noto ai più per il suo ruolo di Hogun nella trilogia dedicata al dio del tuono Thor.
The Outsider, film originale Netflix, è solo l’ultimo film di una lunga lista che vede la temuta organizzazione criminale al centro della storia.
Nick Lowell è un soldato americano prigioniero in Giappone negli anni del Secondo Dopoguerra. Un giorno salva la vita a Kiyoshi, esponente della famiglia yakuza Shimatsu. Con l’aiuto dell’americano il gangster riuscirà ad evadere, e per ringraziare lo straniero dell’aiuto lo farà uscire a sua volta di prigione.
Nick entra così a far parte della yakuza di Osaka, per la quale svolge diversi incarichi. Se da una parte ottiene la fiducia del suo vecchio compagno di cella e riuscirà anche a conquistare la fiducia del boss, dall’altra si attira la gelosia e l’invidia di Orochi, importante membro della famiglia. A complicare la situazione è l’attrazione che l’americano prova per Miyu, sorella di Kiyoshi.
La situazione inizia a precipitare con l’inasprirsi dei contrasti del clan Shimatsu con quello dei Seizu per il controllo dei territori. Una rivalità che porterà alla guerra tra le due famiglie, in cui non mancheranno tradimenti e vendetta.
Come già detto The Outsider è solo l’ultimo di una lunga lista di film ambientati nel mondo della yakuza. La particolarità del film di Zandvliet è che protagonista della vicenda è un gaijin, ovvero uno straniero. Motivo questo che ha fatto storcere il naso a molte persone perché aver come protagonista di un film di mafia giapponese ambientato nel 1954 un bianco americano è qualcosa di anacronistico.
Protagonista della vicenda è un gaijin che cerca il suo posto nel mondo.
Una polemica che lascia il tempo che trova, poiché l’obiettivo principale del film è raccontare la storia di un uomo che cerca il suo posto nel mondo, e lo trova dove meno se lo aspetta. La sceneggiatura scritta da Andrew Baldwin è senza dubbio imperfetta, ma riesce pienamente nel suo intento primario.
Quella di Nick Lowell è una storia di amicizia, rispetto e vendetta che racconta l’ascesa di uno straniero silenzioso ma che nasconde grande furia pronta ad esplodere quando meno ce lo si aspetti. E il film rispecchia in pieno l’indole del protagonista. Una pellicola dall’andamento lento, apparentemente calmo, ma piena di tensione, in cui abbondano i silenzi ed il non detto, dove i gesti e gli sguardi valgono più di mille parole.
Una vicenda che senza dubbio ricorda film come Solo dio perdona di Nicolas Winding Refn per le ambientazioni nei bassifondi e l’uso della luce, sempre al servizio del racconto, e l’Educazione Siberiana di Salvatores, mettendo al centro della vicenda uno straniero in un mondo cui non appartiene ma che imparerà a fare suo a suon di scontri e sangue versato.
Un ruolo molto fisico quello di Leto, che a differenza delle ultime interpretazioni in cui lo abbiamo visto si mostra senza trucco, mettendo in evidenza un viso pulito e scavato che cozza con il mondo rude e sporco della mafia. Un contrasto che diviene ancora maggiore quando il protagonista dallo sguardo di ghiaccio entra in azione.
Un ruolo molto fisico quello di Jared Leto, che a differenza delle ultime interpretazioni si mostra senza trucco.
L’interpretazione del cast è senza dubbio una delle note positive di The Outsider. Jared Leto è più che credibile nei panni di un ex soldato dal passato losco in cui ribolle la rabbia che viene liberata ad ondate, così come Tadanobu Asano restituisce al meglio uno yakuza per cui l’onore è tutto. Al loro fianco un gruppo di attori capaci di dare credibilità ai loro personaggi.
The Outsider è un gangster movie che sorprende piacevolmente, dando vita ad una storia avvincente ed interessante.
The Outsider è un film capace di portare lo spettatore all’interno del mondo e dei meccanismi yakuza, fatti di lealtà ed onore, dove non mancano tradimenti ed invidie, in cui la nuova generazione è in contrasto con la vecchia, accusata di essere ottusa e troppo ancorata al passato. Un gangster movie che riesce a sorprendere piacevolmente e che nonostante un ritmo non incalzante come ci si aspetterebbe, riesce comunque a catturare lo spettatore grazie alla tensione sempre presente.
Di certo non mancano i cliché – a partire dall’immancabile scena del tatuaggio – e non riesce del tutto ad amalgamare la storia di Nick con quella più ampia del conflitto generazionale e del cambiamento del Giappone, ma il film riesce a dare vita ad una storia avvincente ed interessante.
The Outsider è disponibile su Netflix dal 9 marzo.