Siamo stati all’anteprima per Lucca Comics & Games del nuovo docu-film su Hayao Miyazaki, intitolato Never Ending Man, che racconta perchè il celebre regista giapponese è tornato a lavorare.

Nato a Tokyo nel 1941, Hayao Miyazaki è un regista, sceneggiatore e animatore di fama internazionale grazie ai suoi lavori nello Studio Ghibli, studio cinematografico d’animazione da lui fondato nel 1985 insieme al collega e mentore Isao Takahata ed oggi ritenuto uno dei più importanti del settore. Con una carriera durata cinquant’anni, Miyazaki è col tempo divenuto l’esponente dell’animazione giapponese più conosciuto all’estero e ha vinto anche l’Orso d’Oro, il Premio Oscar e diversi altri riconoscimenti.

 

 

Più di una volta Miyazaki si è detto intenzionato a concludere la propria carriera, salvo poi ritornare ciclicamente sui propri passi per stupire ancora una volta il mondo con la sua straordinaria capacità di creare capolavori dell’animazione. L’ultimo addio, che sembrava proprio essere definitivo, è quello del 2013. Ma lo spirito artistico un po’ infantile di Hayao, un misto di orgoglio, fierezza, curiosità e sorpresa, lo ha spinto a riavvicinarsi al lavoro di nuovo, questa volta sperimentando un campo ancora inesplorato per lui: quello del CGI.

Il film-documentario Never Ending Man – Hayao Miyazaki racconta proprio questa nuova avventura intrapresa dal regista giapponese. Prodotto dall’emittente televisiva nipponica NHK e distribuito in Italia Nexo Digital il film è stato presentato in anteprima ieri, venerdì 3 novembre 2017, al Cinema Astra di Lucca in occasione del Lucca Comics & Games, ma è pronto ad arrivare in tutte le sale dal 14 novembre.

 

 

Il lungometraggio racconta la voglia di Miyazaki di rimettersi al lavoro da una prospettiva molto intima.

Il lungometraggio racconta la voglia di Miyazaki di rimettersi al lavoro da una prospettiva molto intima, in quanto è un regista della tv giapponese NHK che lo aveva seguito per oltre dieci anni che ha potuto documentare passo dopo passo il riavvicinamento del maestro al mondo dell’animazione, stavolta col supporto di giovani animatori di CGI. Ma non è stato tutto rose e fiori come si potrebbe immaginare; Miyazaki è infatti da sempre amante del disegno a mano libera e ha incontrato diversi ostacoli nel doversi confrontare con mezzi a lui estranei come la computer graphic e l’animazione in CGI per realizzare il corto per il Museo Ghibli intitolato Kemushi no Boro.

In un percorso emozionante e dall’atmosfera casalinga il documentario propone uno spaccato della personalità di Hayao Miyazaki che difficilmente emerge dalle interviste del passato, ritroviamo un uomo fragile nel non riuscire a separare la propria vita dal lavoro. Sta invecchiando, lo avverte. Si tiene costantemente in forma anche con vari esercizi di aerobica durante il lavoro, ma deve confrontarsi con l’incombente avanzare degli anni e il dover presenziare ai funerali di vecchi amici, talvolta più giovani di lui.

Si chiede cosa ne sarà della sua eredità, se sarà in grado di fare ancora qualcosa di importante.

Si chiede cosa ne sarà della sua eredità, se sarà in grado di fare ancora qualcosa di importante. Allo stesso tempo trae giovamento dal lavorare a stretto contatto coi giovani, si “nutre” della loro energia, del loro vigore, pur non risparmiandoli da severe critiche. Critiche che non può fare a meno di muovere in quanto il suo più profondo desiderio – egoistico ma comprensibile dal momento che si tratta di un genio eclettico – sarebbe avere un clone di sé stesso con cui poter lavorare in totale sintonia e tranquillità.

 

 

 

 

Miyazaki proprio non riesce a staccarsi dai fogli di carta, dalle matite e della chine, dal suo modo di concepire il disegno e il dinamismo di ciò che disegna.

Miyazaki proprio non riesce a staccarsi dai fogli di carta, dalle matite e della chine, dal suo modo di concepire il disegno e il dinamismo di ciò che disegna. Rimane però esterrefatto dalle possibilità che la CGI offre all’animazione, come quella di poter far muovere i peli sul dorso del piccolo e amorevole Boro in modo continuo come fossero toccati dal vento, un lavoro che egli stesso ammette non sarebbe possibile realizzare manualmente neanche per lui. Ed è proprio questo che lo ha spinto a realizzare il nuovo corto (dopo il quale pare che il regista sia intenzionato a tornare a lavorare su un nuovo lungometraggio, la cui produzione richiederà oltre cinque anni di lavorazione).

 

 

La filosofia di Miyazaki unisce romanticismo e umanesimo a un piglio epico, una cifra di fantastico visionario che lascia sbalorditi. Il senso di meraviglia che i suoi film trasmettono risveglia il fanciullo addormentato che è in noi. 

– Marco Müller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia

I suoi film non sono sviluppati seguendo uno schema prestabilito e sperimentato, o trattando un tema ricorrente. Tuttavia molti dei suoi film presentano delle ricorrenze a livello di temi trattati, di scenari o di personaggi. Il mondo di Hayao Miyazaki è fondato sull’educazione, sulla sensibilizzazione e la curiosità, sull’animazione a scala d’infanzia, su valori universali ed ecologici. Nel film egli sostiene che ha sempre fatto di testa sua, e che non si aspettava in realtà che i suoi lavori potessero diventare tanto famosi col tempo.

Gli sarebbe bastato fare anche un solo film che fosse apprezzato, non si aspettava proprio di arrivare a farne così tanti.

Forse però – chiosa il maestro – sono diventati famosi proprio perché fortemente permeati della sua personale visione, che è rimasta coerente nel tempo sia in termini stilistici che di contenuti. Non si è mai piegato alle mode o a ciò che la gente voleva, che a suo dire sono il modo migliore per finire nel dimenticatoio dei prodotti dozzinali. Gli sarebbe bastato fare anche un solo film che fosse apprezzato, non si aspettava proprio di arrivare a farne così tanti e di diventare del tutto dipendente dal proprio lavoro. Per fortuna però lo è diventato e ha potuto regalare all’animazione capolavori del calibro de La Principessa Mononoke, Il Mio Vicino Totoro, Porco Rosso, La Città Incantata, Ponyo sulla Scogliera, Kiki – Consegne a Domicilio  o il più recente Si Alza il Vento. 

Never Ending Man – Hayao Miyazaki è un film che chiunque si sia emozionato anche solo per lo stile dei capolavori del regista giapponese dovrebbe vedere.