Carismatico, camaleontico ed eccezionale. Gary Oldman è tra gli artisti più versatili del cinema. Da Dracula a Sirius Black, passando per Sid Vicious e Beethoven, senza dimenticare Norman Stansfield e il commissario Gordon, per finire al ruolo di George Smiley che lo porta verso la sua prima candidatura all’Oscar. I ruoli estremi hanno sempre contraddistinto la sua carriera cinematografica, ma l’eccesso fa parte anche della sua vita privata, tra matrimoni falliti e disintossicazione. Un attore emblematico che proviamo a scoprire nei suoi dieci ruoli più significativi.
Tra i migliori attori del cinema contemporaneo non può certo mancare lui: Gary Oldman. Dai mille volti, ruoli emblematici, eccessivi e misteriosi, che spesso lo hanno visto nei panni tormentati di grandi personaggi storici o letterari, o di imprevedibili villain senza scrupoli, Gary Oldman è un vero e proprio camaleonte della scena cinematografica, passando dai flop ai grandi successi, e viceversa.
Il 5 Ottobre vedremo Gary Oldman protagonista, ovviamente nei parti di un villain, di un altro controverso titolo. La commedia action di Patrick Hughes Come Ti Ammazzo Il Bodyguard, con protagonista la strana coppia Samuel L. Jackson e Ryan Reynolds.
L’attore britannico interpreterà il russo Vladislav Dukhovich, disposto a tutto pur di vedere morto il sicario Darius Kincaid (Jackson) e con lui anche la sua guardia del corpo, Michael Bryce (Reynolds).
La sua passione per il cinema nasce da giovanissimo, iniziando a quindici anni a recitare a teatro per poi ritrovarsi, dopo ben 44 anni, nell’Olimpo dei grandi attori cinematografici. Eppure Gary Oldman, così come i suoi ruoli, è un personaggio complesso e indecifrabile.
Nonostante la sua vasta presenza al cinema, sempre all’interno di pellicole in cui l’attore è riuscito a contraddistinguersi per la sua innata bravura e capacità di analizzare, sviscerare e interpretare in modo diverso i suoi personaggi, non sempre i suoi meriti sono stati riconosciuti. Spesso venendo facilmente dimenticato anche dal pubblico stesso.
La prima e unica candidatura all’Oscar, Oldman l’ottiene solo cinque anni fa, nel 2012 con la pellicola La Talpa di Tomas Alfredson, tratto da un romanzo di John le Carré, per il ruolo di George Smiley. Quel ruolo, inoltre, gli valse anche una candidatura per i BAFTA, la sua quarta, considerando anche le vittorie come Miglior Sceneggiatura e Miglior Film Britannico nel 1998 per Niente Per Bocca.
Gary Oldman, infatti, nella sua carriera non si è dilettato unicamente nella recitazione, ma anche nella sceneggiatura e nella produzione, arrivando a gareggiare per la Palma D’Oro di Cannes con il già citato Niente Per Bocca.
Le velleità artistiche Oldman le ha dimostrate fin da bambino, passando gran parte della sua infanzia e adolescenza tra il teatro, pianoforte e la letteratura di classici. Un vero “poeta” maledetto, dall’animo misterioso, che possiamo ritrovare in alcune delle sue pellicole più famose, come Amata Immortale di Berbard Rose del 1994 in cui ha interpretato, al fianco di Valeria Golino e Isabella Rossellini, il famoso pianista Ludwig van Beethoven; La Lettera Scarlatta, trasposizione dell’omonimo romanzo di Nathaniel Hawthorne, diretto da Roland Joffé, in cui Oldman interpretava il reverendo Arthur Dimmesdale; e l’immortale Vlad Tepes in Bram Stoker’s Dracula, capolavoro del 1992 di Francis Ford Coppola.
Nato nella Londra del 1958, Gary Oldman ha trascorso l’adolescenza nel pieno degli anni ’70, eppure a differenza dei suoi primi anni nel vero turbine del successo, è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle.
Terzo figlio di una coppia di inglesi, nonché unico maschio dopo due sorelle maggiori, Oldman è stato cresciuto unicamente dalla madre fin da quando aveva sette anni. Il padre era un alcolizzato, che passava dall’essere un saldatore a un marinaio.
Come detto prima, il primo grande amore del piccolo Gary è stata la musica, che successivamente lo ha condotto ad abbracciare il teatro. A soli 15 anni, infatti, Gary Oldman diventa membro del Greenwich Young People’s Theatre, decidendo così di lasciare la scuola e mantenersi gli studi andando a lavorare. Dopo essere stato rifiutato alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra, Oldman decide di non demordere, iscrivendosi alla Rose Bruford School of Speech and Drama, dove si diplomerà nel 1979.
Gli anni ottanta sono l’inizio della giovane carriera teatrale di Gary Oldman che lo porteranno, nel 1986, a interpretare il suo primo ruolo sul grande schermo come protagonista.
Ed è proprio un personaggio musicale della sua Londra a iniziare Gary Oldman al mondo del cinema e dei personaggi “scomodi” ed “eccessivi”, ovvero Sid Vicious, ex-bassista dei Sex Pistols, gruppo punk della Londra anni fini anni ’70. Sid & Nancy da il via alla carriera di Gary Oldman, che si distinguerà per il suo innato essere poliedrico, destreggiandosi tra flop e successivi cinematografici.
Da ragazzo non sapevo aspettare. Avevo fretta di recitare e non facevo una scelta. Prendevo tutto quello che mi veniva proposto.
Ha dichiarato in più di un’occasione l’attore britannico. L’anno successivo vede Oldman impegnarsi nel suo primo, di quattro falliti, matrimonio con l’attrice Lesley Manville.
Bisogna aspettare gli anni novanta per vedere Oldman protagonista di alcune delle sue pellicole già iconiche, come l’adattamento Rosencrantz e Guildenstern sono morti o il già citato Bram Stoker’s Dracula.
In questo primo inizio anni novanta, Gary Oldman si conferma essere tra le giovani promesse del cinema britannico assieme ai colleghi Tim Roth, Colin Firth e Rupert Everett.
Abile trasformista sia per intonazione e accento, che per il corpo, capelli e volto, Gary Oldman inizia ad essere prediletto soprattutto per ruoli da cattivo ed eccentrico, come per esempio Lee Harvey Oswald in JFK – Un caso ancora aperto (1991) di Oliver Stone; Norman Stansfield in Léon (1994) di Luc Besson; il sadico condirettore Milton Glenn ne L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz (1995) di Marc Rocco.
La fine anni novanta segna il debutto di Oldman nel suo primo film scritto e diretto, Niente Per Bocca, presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes nel 1997.
Nel frattempo Oldman è arrivato al suo terzo matrimonio, dopo aver avuto un figlio e divorziato con la Manville, aver sposato nel 1990 l’attrice Uma Thurman e aver divorziato due anni dopo, conosciuto sul set di Amata Immortale Isabella Rossellini, impegnandosi in una relazione di un paio d’anni.
Questa volta la fortunata (o sfortunata, considerando la facilità con cui l’attore britannico perde la testa per le colleghe) è la fotografa Donya Fiorentino, dalla quale avrà in seguito due figli. La Fiorentino è stata una persona fondamentale per un passaggio molto importante all’interno della vita privata dell’attore: la sua disintossicazione dall’alcool.
L’Oldman della vita privata ha, infatti, molto da spartire con i personaggi interpretati fino a questo punto. Incapace di godersi il momento, spinto dalla smania giovanile di fare tutto e subito, restando intrappolato nelle proprie frustrazioni, angosce e anche peso che ogni personaggio ha lasciato nella sua mente.
Tra la fine degli anni novanta e l’inizio dei duemila, Gary Oldman viene molto usato come doppiatore all’interno dei videogiochi, come per esempio The Legend of Spyro, Call of Duty e LEGO Dimensions.
Dal punto di vista cinematografico, gli anni duemila sono caratterizzati per Oldman dall’interpretazione di due grandi personaggi all’interno di due altrettanto grandi saghe: Sirius Black in Harry Potter e il Prigioniero di Azkban (2004) di Alfonso Cuarón, terzo della saga di Harry Potter, e il commissario James Gordon in Batman Begins (2005) di Christopher Nolan, uno dei pochi ruoli positivi interpretati dall’attore britannico.
In seguito l’attore confessò che scelse di interpretare il ruolo di Sirius Black per problemi economici, ma alla fine si appassionò moltissimo al personaggio, a tal punto da consigliare alcune caratteristiche che avrebbe dovuto avere sia nel look che nella personalità.
Dalle prime comparse in queste due saghe, quindi a distanza di più di dieci anni, Oldman ha presenziato, come protagonista e non, in oltre venti pellicole, tra cui l’inedito L’ora più Buia di Joe Wright in cui sarà nel ruolo di Winston Churchill, e l’imminente commedia action Come ti ammazzo il bodyguard.
Da musicista a vampiro, da pazzo criminale a commissario della polizia, da mago ripudiato a spia, tanti i volti e le sfumature dei personaggi di Gary Oldman. Ma quali sono le dieci interpretazioni assolutamente da ricordare?
Sid Vicious
Sid & Nancy di Alex Cox (1986)
A distanza di oltre trent’anni di carriera, quello di Sid Vicious resta il ruolo più iconico di Gary Oldman. Primo vero ruolo che lo ha immortalato sulla cellulosa e che lo ha iniziato verso una carriera di ruolo sempre più particolari ed eccentrici, basati su personaggi di fantasia o, come in questo caso, realmente esistiti.
Un ruolo in cui un giovanissimo Gary Oldman si mette alla prova, dimostrando al mondo intero cosa sia capace di fare e quanto, all’interno del cinema, potrebbe fare. Il film, infatti, viene tutt’ora ricordato non tanto per la riuscita della pellicola, quanto per l’interpretazione dell’attore.
Rosencrantz
Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard (1990)
Vincitore del Leone D’Oro alla 47. Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola è una trasposizione dell’omonima opera teatrale, che vede come protagonista due personaggi minori dell’Amleto di Shakespeare. Ad accompagnare Gary Oldman c’è Tim Roth, segnando un duo incredibilmente convincente sul grande schermo.
Tra riflessioni filosofiche, gag e importanti riferimenti al teatro, sulla fatalità del destino e della morte, Oldam e Roth si contraddistinguono in questa tragedia/commedia portata unicamente sulle loro spalle.
Lee Harvey Oswald
JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone (1991)
Altro controverso personaggio realmente esistito che fa capolino nella “collezione” di ruoli reali interpretati da Gary Oldman, è quello di Lee Harvey Oswald, ipotetico omicida dell’ex presidente JFK. In questo thriller biografico, Oliver Stone conduce Oldman nell’interpretazione di un personaggio di cui non si seppe mai la verità. Colpevole o capro espiatorio?
La pellicola di Stone ebbe un successo incredibile in tutto il mondo, consolidando Gary Oldman verso ruoli sempre più estremi e complessi, in cui l’attore non ha mai deluso il pubblico. Inoltre, questa fu la prima pellicola di grande successo dell’attore inglese.
Dracula
Bram Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola (1992)
Uno dei ruoli più amati, ormai cult nella cinematografia di questo attore, (nonché adorato dalla sottoscritta) è il tanto spietato quanto umano Conte Dracula dell’omonimo film di Francis Ford Coppola.
L’amato regista americano portò nel ’92 sullo schermo una versione più romantica dell’omonimo romanzo di Bram Stoker, riflettendo sui temi dell’amore, della vita e del sacrificio. Un film struggente, dalle meravigliose scenografie, costumi e fotografia, e che vanta di un cult eccelso.
Gary Oldman ha saputo ben distinguersi in questo ruolo, ormai immortale all’interno della sua carriera, riuscendo a tenere testa di un già Premio Oscar Anthony Hopkins.
Drexl Spivey
Una vita al massimo di Tony Scott (1993)
Dopo Dracula, sebbene non della stessa importanza, un’altra grande trasformazione di Gary Oldman è sicuramente stata quella del fuori controllo Drexl, tra i personaggi del piccolo pulp movie di Tony Scott, Una vita al massimo, scritto da Quentin Tarantino.
Sebbene questo siano un ruolo minore, resta tra i più amati dell’attore, nonché uno dei film più apprezzati di Scott, in cui molti sono i riferimenti alla stessa cinematografia di Tarantino.
Norman Stansfield
Léon di Luc Besson (1994)
Parlando di personaggi cult, quello di Norman Stansfield, spietato poliziotto corrotto e cocainomane di una delle pellicole simbolo di Luc Besson, non poteva mancare in questa lista.
Lui è l’incipt di tutto il film, lui è la macchia da debellare. Psicopatico e senza un briciolo di pietà, Gary Oldman si cala nei panni di uno dei suoi personaggi più difficile di sempre, in cui la follia viene sempre calibrata dalla serietà di un personaggio apparentemente inarrestabile e inattaccabile. Tra droga e musica classica immaginaria, l’agente Stansfield è una vera e propria mina vagante, di quelle pronte a esplodere per non lasciare superstiti.
Molte sono le quote da attribuire a questo personaggio, ma inevitabile nel guardarlo non gridare EVERYONE!
Jean-Baptiste Emanuel Zorg
Il Quinto Elemento di Luc Besson (1997)
Restiamo sempre nelle corde di Luc Besson, ma cambiando totalmente registro narrativo. Dal dramma action di Léon si passa alla fantascienza, e dallo psicopatico Norman al sadico, ma ben più grottesco, Jean-Baptiste.
Parlando di personaggi eccentrici e trasformazioni fisiche, sicuramente quello del malvagio Jean-Baptiste Emanuel Zorg merita il podio. Il suo sarcasmo pungente è pari al suo sadismo, mescolati al contesto stravagante (un po’ come la sua divisa) in cui si muove assieme agli altri personaggi.
Sirius Black
Harry Potter e Il Prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuarón (2004)
Quello di Sirius Black resta uno dei personaggi più belli, e amati, della Saga del maghetto con la cicatrice di J.K. Rowling, e non è forse un caso se a interpretarlo è stato proprio Gary Oldman, nel capitolo meglio diretto della saga di Harry Potter.
Sebbene inizialmente Oldman si approcciò al ruolo unicamente come fonte di guadagno, e anche perché sospinto dai figli piccoli, successivamente iniziò a suggerire alcune caratteristiche fisiche e sceniche del personaggio che, all’interno del film, vennero prese in considerazione dalla produzione.
Tra falsa follia, coraggio e spirito di sacrificio, l’interpretazione di Gary Oldman rende meravigliosamente giustizia al personaggio di Sirius Black.
James Gordon
Batman Begins di Christopher Nolan (2005)
E dal poliziotto cattivo di Norman si passa a quello buono di Gotham City, alleano dell’uomo pipistrello nel primo capitolo della Trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Il Gordon di Oldman è sicuramente molto più giovane del Gordon dei film precedentemente fatti su Batman, ed ha un rapporto quasi fraterno con l’eroe mascherato, esattamente come nel fumetto.
Proprio per la propensione di Gary Oldman nell’accettare ed essere visto in ruoli negativi, inizialmente la produzione non era molto concorde sullo scegliere lui come ruolo per James Gordon, ma successivamente si dimostrò una scelta vincente, venendo confermato anche per i successivi capitoli della trilogia.
George Smiley
La Talpa di Tomas Alfredson (2011)
Ed arriviamo a uno degli ultimi ruoli indimenticabili, quello che ha reso vicinissimo Oldman dallo stringere, finalmente, la meritata statuetta d’orata. Purtroppo George Smiley ha permesso a Gary Oldman di essere unicamente nominato all’Oscar, un passo comunque importante per un attore ingiustamente snobbato dall’Academy pur di fronte a delle incredibili interpretazioni.
Il ruolo ha permesso a Oldman, ancora una volta, di confrontarsi con un personaggio molto complesso, portando avanti per tutto il film l’incertezza da parte dello spettatore nei confronti delle sue vere intenzioni.
La pellicola, inoltre, è uno dei migliori film di spionaggio mai realizzati. Una vera e piccola perla all’interno del cinema di genere e non solo.
In cover oggi e in testa all’articolo: Dracula by MirageMari