A distanza di 15 anni dal remake occidentale dell’horror nipponico di Hideo Nakata, Samara è pronta a tornare nel terzo capitolo di The Ring: The Ring 3. Come si sarà evoluta la temibile vendetta della bambina affogata nel pozzo?

Certe maledizioni sono dure a morire! Questo è sicuramente il caso di Samara Morgan, che torna ancora una volta sul grande schermo nel terzo sequel di The Ring, The Ring 3.

Diretto dal giovane F. Javier Gutiérrez, The Ring 3, conosciuto oltreoceano come Rings, è un vero e proprio ritorno alle origini del mito di Samara, nato per la prima volta nel 1998 con Hideo Nakata, in quello che ormai è un cult dell’horror giapponese, Ringu.

Eppure, lo stesso remake di Gore Verbinski, The Ring, è riuscito a terrorizzare milioni di spettatori, lasciando piacevolmente stupito lo stesso Nakata che, nel 2005, si ritrovò a dirigere lo stesso sequel/remake in chiave occidentale del suo film.

 

 

 

Un veloce ripasso

Per chi fosse totalmente un neofita della terribile maledizione di Samara – o nella versione giapponese Sadako – The Ring verte sulla tragica storia di una bambina adottata da una coppia di allevatori di cavalli a Moesko Island.

Dopo un primo tranquillo periodo, alcuni avvenimenti inquietanti iniziarono a manifestarsi nella fattoria dei Morgan e anche tra gli abitanti della comunità dell’isola.

Ogni avvenimento venne tristemente collegato alla piccola e problematica Samara.

Ogni avvenimento venne tristemente collegato alla piccola e problematica Samara, a tal punto da spingere la coppia stessa sull’orlo della pazzia, portandoli alla drastica decisione di isolare prima la bambina nel fienile, successivamente soffocarla con una busta e gettare il corpo privo di vita in un pozzo.

Eppure la piccola Samara riuscì a sopravvivere per sette lunghi giorni, prima di spirare totalmente. In un ultimo moto di vita, la bambina riesce inspiegabilmente a trasferire alcune immagini degli ultimi momenti di vita su una cassetta, assieme alla rabbia, il rimorso e il dolore per ciò che le avevano fatto.

 

The Ring 3
Questo ventaglio di sentimenti è alla base delle maledetta videocassetta. Chiunque veda il video di Samara è destinato a morire, esattamente dopo sette giorni.

Diciamo pure che le premesse di The Ring, sia nel classico giapponese di Nakata che nel remake di Verbinski, non sono mai state delle più logiche. Indubbiamente parliamo di un film, uno degli ultimi horror di “nuova generazione”, ancora oggi capace di terrorizzare chiunque si imbatta in esso.

La costruzione del macchinoso gioco di Samara, la suspense e i colpi di scena improvvisi, rendono la costruzione di The Ring molto piacevole, ignorando il più delle volte quelle componenti un po’ più logiche che vengono a mancare.

 

 

 

Un terzo capitolo ibrido

The Ring 3 vorrebbe porsi a metà strada tra un prequel per i neofiti del franchise e un sequel della saga, portando però avanti delle premesse, che fin dall’apertura del film, sembrano essere rette da un’unica guida: il no sense.

La pellicola, infatti, cerca di indagare di più sul passato di Samara, mostrando per la prima volta perfino i genitori biologici della bambina. Alla base del film c’è, sempre e comunque, la ricerca, come in un’indagine, di trovare disperatamente un modo per poter sfuggire alla maledizione della cassetta di Samara.

La sensazione del “già visto” è molto frequente in questo terzo capitolo della saga, primo diretto da F. Javier Gutiérrez, non solo per il riportare continue citazioni al primissimo The Ring, ma anche riprendendo suggestioni di pellicole dell’horror contemporaneo, andando da Final Destination fino ad arrivare a It Follows.

E l’apertura in aereo di The Ring 3, che guarda caso riunisce diverse persone che hanno visto proprio quella cassetta, con annesso e scontato disastro, riporta proprio ai primi Final Destination. L’esempio, sicuramente, non è dei più positivi, considerando che Final Destination vuole essere un horror, ma a stento si pone come una commedia.

 

 

The Ring 3

 

 

The Ring 3 arriva a fare molto peggio.

The Ring 3 arriva a fare molto peggio; infatti, la sensazione iniziale che assale lo spettatore è quella di aver sbagliato sala, e di trovarsi di fronte all’ennesimo sequel di Scary Movie (esiste ancora!?).

Dopo un paio di scene, in cui finalmente sembra di entrare nella vera storia del film, la sensazione sembra andar via. Non siamo più in uno Scary Movie, ma bensì in un inception dove è impossibile definire il tempo e lo spazio.

Si passa da un personaggio all’altro, da una settimana all’altra, da una città un’altra ancora, e non si ha la benché minima idea di come c’è chi sopravvive e c’è chi muore. Per buona parte della pellicola si ha estrema difficoltà a capire le relazioni che intercorrono tra i personaggi e chi sia il vero protagonista della storia.

Una storia che, banalmente, verte sia su un docente egoista, il professor Gabriel Brown (Johnny Galecki) disposto a sacrificare i propri studenti pur di svelare il mistero celato dietro Samara, e sulla giovane e pura eroina disposta, Julia (Matilda Lutz) al contrario, a sacrificare la sua stessa vita pur di salvare l’amore della sua vita.

Julia, infatti, come nel mito al contrario di esattamente come nel mito di Orfeo ed Euridice, pur di salvare il proprio ragazzo, è disposta a scendere fin giù le tenebre, in questo caso non sono quelle di Ade, ma bensì quelle di Samara.

 

The Ring 3

 

 

 

Una storia ridondante

Come già detto prima, il fulcro principale di The Ring 3 è proprio l’indagine che stava alla base del primo film, questa volta arricchita con qualche fotogramma in più e un po’ di background, mal cucito in sceneggiatura, sulle origini di Samara.

Tutta la struttura di The Ring 3 non fa altro che riproporre, in una chiave falsamente più moderne e con una fotografia verdognola insopportabile, meccanicamente le dinamiche dei suoi predecessori, aggiungendo di tanto in tanto qualche scena palesemente copiata da altri classici horror.

la sensazione di vedere uno Scary Movie diventa certezza

L’idea di vedere una Samara digitalizzata, in continua intermittenza, scivolare via da una plasma appena distrutto, non terrorizza più come una volta. La sensazione di aver sbagliato sala persiste, e questa volta la sensazione di vedere uno Scary Movie diventa certezza, sebbene le risate stentano ad arrivare. E più la storia si sforza di andare avanti, più un grottesco paradosso si impossessa della pellicola, riuscendo a distruggere totalmente anche quelle poche scene di suspense che il povere Gutierrez ha provato a inserire all’interno dell’impianto drammatico.

 

 

The Ring 3

 

 

Il vero dramma che sorge in The Ring 3 è il suo essere a livello ancora più basso di un film di parodia, perché l’ostentare a prendersi troppo sul serio, rende il film troppo surreale perfino per suscitare una mera risata nello spettatore.

Atmosfere stantie, scenografie rocambolesche, attori mal sfruttati – ad esempio il povero Vincent D’Onofrioche sembrano essere più costretti a improvvisare, piuttosto che seguire un vero e proprio copione.

L’opprimente stato di angoscia e ansia, caratterizzante i primi film, viene sostituito dall’opprimente stato di frustrazione e delusione.

The Ring 3 finisce con l’essere un riadattamento privo di corpo. Una sorta di teen-movie basato sullo stereotipo – alcuni anche piuttosto datati – e sulle suggestioni appartenenti ad altre opere.

Una fine del genere nemmeno Samara se la sarebbe aspetta che, con tutte le sue forze, andate perse anche quelle, cerca di essere lei un minimo convincente, cercando di indurre lo spettatore che la sua maledizione non avrà mai fine; anzi, è destinata a continuare, questa volta attraverso il web.

Potrebbe, per caso, essere uno spiacevole avvertimento che questo orrido terzo sequel sia solo l’inizio di una serie di seguiti ancora più terrificanti (e non di certo nel senso che si vorrebbe intendere)?

 

 

The Ring 3 sarà nelle sale italiane dal 16 Marzo. Scopri tutto sul film nel nostro hub dedicato.