Quello che mi sto apprestando a scrivere sarà un’articolo molto difficile. Non è una recensione di una o dell’altra trilogia, ma un confronto che ho maturato e che sento il bisogno di condividere.
Essere nerd™ è una cosa seria e Tolkien è stata una pietra miliare per chiunque si definisca tale.
Chi, come me, ha amato tutto l’universo di Arda non può non aver sviluppato un punto di vista critico rispetto a questi sei film. In quanto personale questo confronto può essere condivisibile o meno, ma quello che vorrei fare davvero è un’analisi obiettiva delle trasposizioni cinematografiche di Peter Jackson.
I puristi sono quasi unanimi: Lo Hobbit è una cagata pazzesca, Posso essere d’accordo, in parte. In-parte. Perché? Ora ve lo spiego.
Inutile dire, per chi non è stato recentemente al cinema, spoiler alert.
Un po’ di dati
Il Signore degli Anelli
- Regia: Peter Jackson;
- Casa di produzione: New Line Cinema, WingNut Films, The Saul Zaentz Company;
- Anni: 2001 – 2002 – 2003;
- Costi: 109,000,000$ – 94,000,000$ – 94,000,000$;
Box Office | Oscar/Golden Globe vinti | Nominations | Metacritic | |
La Compagnia dell’Anello | 870.7 million $ | 4/0 | 8/4 | 92 |
Le due Torri | 926.3 million $ | 2/0 | 4/2 | 88 |
Il ritorno del Re | 1119.1 million $ | 11/4 | -/- | 94 |
Lo Hobbit
- Regia: Peter Jackson;
- Casa di produzione: New Line Cinema, Metro-Goldwyn-Mayer, Warner Bros. Pictures, WingNut Films;
- Anni: 2012 – 2013 – 2014;
- Costi (parziali): 600,000,000$ totali ai quali vanno aggiunti i costi di post-produzione dei film (non ancora rivelati);
Box Office | Oscar/Golden Globe vinti | Nominations | Metacritic | |
Un viaggio inaspettato | $1017.0 million | 0/0 | 3/0 | 58 |
La desolazione di Smaug | $953.4 million | 0/0 | 3/0 | 66 |
La Battaglia dei cinque Eserciti | $573.6 million* | -/-** | -/-** | 59 |
*Gli incassi riguardanti “La Battaglia dei cinque Eserciti” non sono completi.
**Non avendo la sfera di cristallo a portata di mano possiamo solo ipotizzare un toto premiazione: secondo me il film potrebbe ricevere le nominations per la regia (ne Il Signore degli Anelli, Jackson riceve l’Oscar per la regia de “Il ritorno del Re” come riconoscimento per tutti i primi 3 films), miglior colonna sonora e/o canzone (Howard Shore Uber Alles sempre e comunque), migliori effetti speciali, miglior sonoro, miglior montaggio. Io punto su queste ultime categorie per la vittoria di qualche Statuetta.
La matematica non è un opinione.
Campione di incassi e di critica la prima trilogia, incassi minori e critica appena sufficiente la seconda. La critica non muove il cinema. Il cinema è mosso dal denaro, e sotto questo punto di vista Jackson ha vinto. Tuttavia la critica muove la qualità con cui questi film vengono prodotti.
Inizio il ragionamento con due ovvietà: la prima trilogia è un capolavoro assoluto, il Signore degli Anelli e lo Hobbit sono due libri strutturalmente differenti.
Scritti entrambi in un epoca in cui le parole ‘onore‘, ‘nobiltà‘, ‘amicizia‘, ‘guerra‘, avevano un significato profondamente diverso da come le intendiamo al giono d’oggi, “Lo Hobbit” è un libro pensato per un pubblico molto giovane, con situazioni e personaggi descritti in maniera buffa, colorata e quasi comica, mentre “Il Signore degli Anelli” – come del resto “Il Silmarillion” e gli altri numerosissimi scritti – ha sfumature più serie e scure, adatto quindi ad un pubblico più maturo (ricordo che la genesi dell’universo di Arda risale circa al 1917 quando Tolkien combatteva in Francia nella I° Guerra Mondiale, “Lo Hobbit” è successivo).
Due libri diversi, insomma. Jackson lo sa bene e punta per primo sul cavallo più facile – You know, G. Lucas? –
Realizza un fantasy puro e colossale, di quelli che mancavano sul grande schermo da molto, molto tempo (se dico 20 anni qualcuno si offende?), la cui qualità è data dalla storia stessa e non da attori, ambientazioni, effetti, musiche ecc. che hanno contribuito solo a migliorarla, perfezionarla e adattarla ai tempi nostri.
Cosa sia successo dopo lo sappiamo tutti: successo, riconoscimenti, merchandising, Big Money, nasce la moda delle tri-quadri-quin-and go on-logia. Nasce anche l’idea di un secondo capitolo, “Lo Hobbit”, prima affidato a Gulliermo Del Toro poi a Jackson stesso dopo che il primo abbandona la regia.
Ci si aspetta tutti l’epicità dei primi tre film, ma proprio come disse un certo Buonarroti :
Colcàzz che fò un altro David
(citazione non attribuita ufficialmente)
Jackson sà bene che per quanto riguarda il genere, “Il Signore degli Anelli” è il suo canto del cigno e non ha la possibilità ne la voglia di farne un seguito che ne emuli o superi la grandezza, perché a fare le cose sempre uguali non si matura, quindi, pur rispettando generalmente la trama e l’atmosfera de “Lo Hobbit”, decide di cambiare e di farne dei film più personali e, a mio giudizio, piu leggeri, per cercare di attenuare il confronto con la prima trilogia.
Si delineano gli aspetti fondamentali di un film:
- Un character design, nella maggior parte dei casi, volutamente ironico (si pensi, tra gli altri, alle figure dei nani), scelta questa che differisce molto dalla prima trilogia, ma che rispetta l’atmosfera del libro.
- Musiche e ambientazioni in linea con quelle già viste nelle avventure di Frodo e amici.
- Le animazioni CG: 10 anni di differenza nel campo si fanno sentire: anche se ho notato qualche singhiozzo in alcune animazioni de “La Desolazione di Smaug”, “La Battaglia delle 5 Armate” è un’orgasmo per gli occhi: a mio avviso la battaglia meglio realizzata della serie.
- Una trama con qualche differenza rispetto a quella originale
La trama, il grande male de “Lo Hobbit”
Entrambe le trilogie presentano mancanze ed aggiunte rispetto ai libri: manca la figura di Bombadil e la Battaglia della Contea nella prima, è stata aggiunta la figura di Evangeline “Tauriel Turbo-Patata” Lilly e la storia d’amore con Kili nella seconda.
Siamo arrivati al nocciolo di questo confronto: perché tanto hating su queste scelte stilistiche? Sono state compiute per dare un taglio diverso ai film, rispettando ciò che i libri trasmettono.
Come ho già detto LotR è un libro serio, nel film questa serietà viene rimarcata dall’assenza di scene simil-comiche, presenti solo nella versione estesa (ricordate la gara di shottini tra Legolas e Gimli, tanto per fare un’esempio?).
Nel libro l’infatuazione dello stesso Gimgli verso Galadriel viene descritta in maniera molto precisa e senza lasciare adito a dubbi: il barbuto nano voleva bombarsi la bella elfa. Nel film questo sentimento non viene trasmesso.
Sotto questo aspetto possiamo quindi dire che “lo Hobbit” si accosta maggiormente al libro – come atmosfera generale – di quanto non abbia fatto “Il Signore degli Anelli”.
Certo, rappresentare un librucolo di 300 pagine in 3 film è stata una scelta azzardata, comprensibile e forse anche riuscita. Jackson ha allungato il brodo, con scelte azzeccate ma anche con scelte discutibili. Avrebbe potuto dare minore importanza alle scene del Governatore di Pontelagolungo e dell’assistente – figure rese eccessivamente ridicole e che rubano troppi minuti di pellicola – e concentrarsi maggiormente sul finale del film, molto più importante in un prequel, che si conclude lasciando numerose lacune e punti interrogativi. Molta più liberà d’azione ha avuto nella rappresentazione della battaglia finale dal momento che nel libro è descritta a grandi linee, e resa, come ho gia detto, molto bene.
Un’ultima considerazione sul timing delle trilogie. Nella prima i 3 films si concludono e ripartono in maniera piuttosto precisa in linea rispetto ai libri che compongono LotR.
Ne “Lo Hobbit”, essendo un libro unico, i film sono stati tagliati dove si è ritenuto più strategicamente giusto ai fini della rappresentazione. Mi ha dato molto fastidio veder tagliato il personaggio di Smaug (il migliore personaggio di questa trilogia cinematografica grazie alla superba interpretazione di Cumberbatch) tra la fine de “La desolazione di Smaug” e i primi 15 minuti de “La Battaglia delle cinque Armate”. Avrei preferito che il secondo film si concludesse con la morte del Drago del Nord.
Ma…
Ragionando a mente fredda, “Lo Hobbit” mi è piaciuto.
Alcune scelte avrebbero potuto rendere i film migliori, come del resto qualsiasi altro film e altra cosa in generale; non si può sfuggire, anche inconsciamente, ad un paragone con “La Compagnia dell’Anello”, con “Le due Torri” e con “Il ritorno del Re” ma proviamo tutti ad analizzare questa avventura di Bilbo per quel che è.
Queste le mie considerazioni. Condivisibili o meno, penso di essere stato piuttosto obiettivo e mi scuserete per essermi dilungato così tanto.
Altrimenti mi barricherò contro torce e forconi come già fece Thorin sotto la Montagna.
Voi che ne pensate?