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Oggi sono rimasta allibita da questo articolo pubblicato sulla Repubblica.it
[quote]All’interno di un gruppo di amici le epidemie vengono intercettate prima e la prevenzione funziona meglio
Studio dell’Università di Harvard
Usare i social network può aiutare
a combattere l’influenza
All’interno di un gruppo di amici le epidemie vengono intercettate prima e la prevenzione funziona meglio
MILANO – With a little help from my friends: è il titolo di una canzone dei Beatles che il New York Times propone, parafrasandola, per parlare di un recente studio in cui si sostiene che con il piccolo aiuto degli amici si può stare meglio. Basta guardare alle reti sociali, osservarne le dinamiche e utilizzarle al meglio.
[b]LO STUDIO[/b] – Lo studio dell’Università di Harvard, pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One, cerca di spiegare l’impatto dei siti web 2.0 sulla salute e si concentra soprattutto sull’effetto dei social network nella prevenzione delle epidemie. La ricerca spiega che monitorare una vasta rete di amici (e di amici di amici) può aiutare le istituzioni sanitarie a contrastare un’influenza o altre patologie virali: basta identificare i cosiddetti connettori sociali, ovvero le persone con una rete di amicizie più fitta e proprio per questo più a rischio di contrarre per primi i virus. In sostanza le epidemie in un gruppo di amici vengono intercettate al volo e la prevenzione funziona meglio.
[b]LA VELOCITÀ DEL VIRUS H1N1[/b] – L’esperimento ha coinvolto 744 studenti divisi in due gruppi differenti, l’uno selezionato casualmente e l’altro costituito da persone connesse (amici e amici di amici), e si è cercato di stabilire la modalità e la velocità di trasmissione dell’influenza H1N1 tra i due insiemi. Monitorando i ragazzi gli studiosi hanno osservato che tra gli amici il virus si manifestava con più immediatezza (circa due settimane prima), ma al tempo stesso era più agevole identificare i primi ad ammalarsi, consentendo politiche di prevenzione più efficaci. In sostanza avere tanti amici aiuta indirettamente a stare meglio, regalando alla cerchia dei conoscenti il ruolo di sentinelle della salute.
UN FILONE MOLTO ATTUALE – La ricerca, appartenente al campo della network science, è firmata dal professore di Harvard Nicholas A. Christakis e da James H. Fowler, professore associato alla School of Medicine dell’Università di California, a San Diego, e la domanda cruciale a cui cerca di rispondere riguarda il modo in cui si possono sfruttare i social network per migliorare e promuovere la salute pubblica. I due ricercatori sono già autori di un volume a quattro mani su questo tema, dal titolo “Connected: The Surprising Power of Our Social Networks and How Thet Shape Our Lives” (ovvero “Connesso: il sorprendente potere della nostra rete sociale e come influenza le nostre vite”), in cui si spiega che alcuni comportamenti, come la generosità e l’altruismo, generano in rete una sorta di effetto cascata capace di influenzare una moltitudine di persone. Il traino del web sociale riguarda infatti molti atteggiamenti, come l’uso di droghe, lo stile di vita o l’insonnia, e i due studiosi si sono già cimentati in passato nell’osservazione del modo in cui Facebook e siti del genere cambiano i comportamenti delle persone.
[b]COME SFRUTTARE I SOCIAL NETWORK[/b] – Il social network ti ha fatto ingrassare? Parenti e amici stanno influenzando le tue abitudini rispetto al fumo e agli alcolici? La tua rete sociale fa sì che tu soffra di insonnia? Queste domande, apparentemente un po’ bizzarre, hanno in realtà una precisa ragione di essere formulate, come sottolinea un precedente studio dei due ricercatori sull’obesità, in cui si dimostrava che ciascuno di noi ha il 57 per cento delle possibilità in più di diventare obeso se un amico, o addirittura un amico di un amico, diventa obeso. L’effetto a catena può riguardare la felicità, il fumo, l’insonnia e tante altre variabili. Tutto sta a scoprire come agire su questo tipo di relazioni. A quel punto sarà molto più facile prevenire un’influenza o sensibilizzare la popolazione sugli effetti della sigaretta. Il metodo è basato sul paradosso dell’amicizia, che ci porta a fare amicizia con persone che crediamo più popolari di noi. Identificare gli individui chiave, ovvero quelli con più amici e dunque più vicini al cuore del social network, è il primo passaggio. È su di loro che le istituzioni devono agire, consapevoli che i cosiddetti connettori sociali esercitano una capacità trainante superiore a quella delle celebrità.
Articolo scritto da [b]Emanuela Di Pasqua[/b][/quote]
Nell’articolo mi sembra ci siano scritte cose ovvie, del tipo chi frequenta più gente ha possibilità di contrarre più facilmente dei virus, e mi può tornare, ma che una persona diventi obesa perché altre persone che frequenta sono obese lo trovo a dir poco folle!!!!
E secondo questo studio poi tutta la gente del mondo dovrebbe essere costantemente monitorata per poter “catturare” in anticipo le persone che hanno un virus e metterle in quarantena?
Qualcuno sa convincermi che questo articolo sta dicendo qualcosa di sensato?
Grazie!