È morto Claudio Sinatti (Milano 1972 / Milano 2014). È stato fino a sabato uno dei migliori ed operosi artisti video/multimedia italiani, solo nelle ultime settimane la malattia (tremenda ed inesorabile) non gli ha permesso di esserci con il corpo, perché la testa era sempre li, concentrata lucida e veloce.
Fin dal primo incontro si rimaneva affascinati da una sua dolcezza unica, differente e disarmante a volte malinconica.
Capace, colto e sognatore ha avuto una produzione ampia che nata dai graffiti è cresciuta nei video musicali per maturare nelle performance audiovisive ed installazioni.
Cresceva sempre, era in espansione, era sempre bravo e concreto.
Ha collaborato con grandi brands e grandi artisti senza mai abbandonare il suo essere.
Capace di creare mondi complessi con estrema semplicità, questo perché era una persona semplice ed è questo quello che affascinava di lui.
Una persona semplice capace di astrarre cose complesse, dargli un linguaggio e nel caso pure tradurle.
Naturalmente simpatico sapeva modulare la propria persona molto bene, poteva sedere a qualsiasi tavolo.
Se ne è andato felice, con dolcezza.
Lascia un buco artistico enorme nella scena italiana ( e non) e la mia certezza è che il bello dovesse ancora arrivare.
Lascia una ricchezza umana enorme ai suoi 4 figli, alla sua compagna, ai suoi famigliari ed a tutti quelli che gli hanno voluto bene, ed anche qui mi sa che il bello debba ancora arrivare.
E’ stato un mio amico, caro, per gioco ci definivamo fratelli di madri diverse, ci volevamo bene, ce ne vogliamo ancora.
So che se fosse qui la risolverebbe con un suo sorriso asimmetrico, quel marchio di fabbrica d’amore che ci fa intendere che tutto va bene, ed è così.
Ciao Claudio, niente dolore solo amore.